Processo privato a Gorbaciov regia del pcus

Processo privalo a Gorbaciov, regia del pois La giurìa è composta da ex gerarchi della nomenklatura. Ma già si delineano incriminazioni vere Processo privalo a Gorbaciov, regia del pois In un quartiere di Mosca la prima udienza, l'accusa è tradimento MOSCA DAL NOSTRO INVIATO «Tutti in piedi, entra la corte!» Nel teatro gremito del comitato di quartiere Leningradskij è cominciato il «processo popolare» contro Mikhail Gorbaciov. Sembra uno scherzo e non lo è affatto. Entrano solennemente i giurati, nove in tutto, guidati da Teimuraz Avaliani, ex deputato dell'Urss e ex antagonista di Gorbaciov quando il Congresso, nel 1990, elesse il presidente. Ma c'è anche il generale Mikhail Titov, in divisa e carico di medaglie. E, in platea, gongolante, c'è Ghennadi Ziuganov, il neo-segretario del risorto partito comunista, con il «falco dei falchi, colonnello Alksnis, in borghese, che chiacchiera con la signora Umalatova, anch'essa ex deputata dell'Urss, quella che propose quasi piangendo la sfiducia a Gorbaciov appena eletto. Sul palco c'è una sedia vuota e un cartello: «Mikhail Gorbaciov». «L'imputato è contumace - esclama Avaliani - l'abbiamo convocato ma non è venuto. Lo giudicheremo ugualmente». Ma anche le sedie degli avvocati difensori sono vuote. La sceneggiata divampa. Dalla sala una voce femminile si alza acuta: «Io, Maria Fiodorovna Mironova, difenderò l'imputato». Molti non capiscono, gridano alla provocazione. Avaliani deve spiegare che un processo senza difensori non sarebbe regolare. Tocca al pubblico accusatore. Che è poi il vero ideatore del processo: l'ex procuratore dell'Urss Viktor Iliukhin, oggi copresidente del Fronte di Salvezza Nazionale. «Siamo qui - esordisce - per adempiere il mandato che ci fu assegnato dall'assemblea popolare dei moscoviti del 24 ottobre 1992». E snocciola per un'ora i capi d'accusa. Tanti: «tradimento della patria» in primo luogo, che cade sotto l'arti¬ colo 64 del codice penale di Russia. Prevede la pena capitale. Ma Iliukhin non formula richieste precise di condanna. «Lo farò dopo che la corte avrà ascoltato gli esperti e i testimoni». Il resto è una valanga di imputazioni al «comunista di carriera, non di convinzione», che ha inventato il «pluralismo socialista», che ha «nascosto al popolo che Aleksandr Jakovlev, il suo braccio destro, era da 30 anni un agente della Cia», che ha regalato agli Usa («peggio dello zar Alessandro II, che vendette loro l'Alaska) qualcosa come «51.000 chilometri quadrati di piattaforma continentale nel mare di Bering», che «decise unilateralmente di rinunciare ai missili SS-23, privando le forze armate russe di armi che gli americani nemmeno si sognavano di avere», che, infine, «prese dalle mani del presidente sudcoreano Ro una bustarella di 100 mila dollari che nessuno ha più visto». Il pubblico rumoreggia indignato, trattenuto a fatica dal severo Avaliani. La signora Mironova, difensore d'ufficio, non fa una piega. Le prove? Iliukhin sorride compiaciuto: «Le esibiremo nel corso delle prossime udienze». Si andrà avanti così per qualche giorno. Gorbaciov è tornato nell'occhio del mirino. E, a quanto pare, non solo dei nazional-patrioti e dei rinati comunisti. Mentre si avvicina la data del processo ai golpisti dell'agosto 1991, il procuratore generale di Russia, Valentin Stepankov, proprio nei giorni scorsi aveva detto di non poter escludere un'incriminazione di Gorbaciov. Lui ha stranamente convocato i giornalisti per far sapere che Gorbaciov potrebbe passare dalla posizione di testimone a quella di imputato se «emergessero nuovi fatti dalle deposizioni». Giuliette Chiesa

Luoghi citati: Alaska, Mosca, Russia, Urss