Terremoto a Palermo arrestato il dc Nicolosi

Terremoto a Palermo, arrestato il de Hicolosi Terremoto a Palermo, arrestato il de Hicolosi Assunzioni in cambio di voti: avviso all'on. Corrao, 14 in carcere PALERMO. Centinaia di assunzioni «di favore» in cambio di sostegno elettorale, il sospetto di affari e arricchimenti facili, l'ombra di interferenze mafiose. Il vicepresidente dell'Assemblea regionale siciliana, Nicolò Nicolosi, de del Grande Centro, è stato arrestato per voto di scambio, malversazione, violazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti, abuso e falsi in atti d'ufficio. I carabinieri del gruppo Palermo 2 l'hanno condotto nel carcere di Termini Imerese. Nicolosi si è autosospeso dal gruppo e dalla de. Un'informazione di garanzia ha raggiunto il neo-deputato Calogero Corrao, già influente burocrate della Regione, ed è partita la richiesta di autorizzazione a procedere nei suoi confronti. L'inchiesta non si ferma ai due politici, che da un paio di anni avevano costituito un tandem di ferro sotto l'ala prima di Vincenzo Scotti, poi di Silvio Lega. Ieri sono stati arrestati anche 14 tra funzionari e agenti tecnici dell'Ispettorato regionale delle foreste, diretto sino al marzo scorso dall'ingegner Corrao, che il mese seguente sarebbe approdato a Montecitorio. Fra i 14 spicca il nome di Giovanni Corradino, presunto mafioso: di lui aveva parlato il «pentito» Francesco Marino Mannoia, secondo il quale Corradino sarebbe andato ripetutamente a trovarlo nel carcere di Castelbuono, quando lui vi era detenuto e da dove poi sarebbe evaso. «Veniva a trovarmi senza autorizzazioni, ma con la complicità delle guardie carcerarie», ha detto Mannoia, che ora vive negli Stati Uniti. Gli altri 13 arrestati, che avrebbero appoggiato la politica delle assunzioni pre-elettorali, decisa a quanto pare da Corrao in favore di Nicolosi nel '91 e suo nelle politiche dell'anno scorso, sono: Luigi Geraci, Giacomo Gulsani, Nicola Dispensa, Mario Arrigo, Bruno Calandra, tutti dirigenti dell'Ispettorato regionale delle foreste; gli agenti tecnici Gaetano Cascio, Francesco Alfonso, Antonio Gatto, Giuseppe Pirrello, Calogero Velardi, Vincenzo Butera, Antonio Cicero, oltre a Corradino. Sono stati incriminati per falso e per abuso in atti d'ufficio a fini patrimoniali. Oltre cento informazioni di garanzia sono state recapitate a varie altre persone, compresi alcuni fra gli assunti in cambio dell'appoggio nelle campagne elettorali. Il «caso» covava da tempo. Il pds l'aveva denunciato prima delle elezioni dell'aprile scorso, segnalando la dubbia liceità della permanenza di Corrao, candidato alle elezioni, nella direzione dell'azienda delle foreste, un colosso della struttura regionale con un bilancio autonomo superiore a 100 miliardi l'anno e, appunto, con la possibilità di decidere migliaia di assunzioni, in larga misura di «trimestralisti», parecchi dei quali utilizzati nelle squadre estive anti-incendio e nei lavori di rimboschimento. Un vero serbatoio di voti in una zona come la Sicilia dove il tasso di disoccupazione ha or¬ mai raggiunto il 22 per cento. L'inchiesta è coordinata dal procuratore della Repubblica di Termini Imerese, Giuseppe Prinzivalli. L'operazione che ha portato agli arresti è stata affidata al sostituto procuratore Luca Masini, già uditore a Milano del giudice Di Pietro. Oltre 67 mila preferenze nelle ultime «regionali» due anni fa, pattista con i popolari di Segni e nel contempo amico di Lega nel Grande Centro, laurea in Lettere e segreteria personale fra le prime a essere dotata di computer (floppy disk e molti documenti sono stati sequestrati ieri anche nel suo ufficio a Palazzo dei Normanni), Nicolò Nicolosi è stato bloccato dai carabinieri ieri davanti alla sua villa in una zona panoramica. Molto probabilmente l'arresto decreta la fine dell'ascesa di uno dei potenti di Sicilia, che 23 anni fa fu assessore all'Urbanistica nella giunta di Palermo guidata da Ciancimino. L'arresto di Nicolò Nicolosi è stato stigmatizzato dalle opposizioni. In particolare la Rete e i missini hanno fatto presente che oltre venti deputati della maggioranza, in prevalenza de e psi, sono attualmente inquisiti. Una circostanza che viene sottolineata con disappunto da Giuseppina Zacco, la vedova di Pio La Torre, che siede ora sui banchi del pds all'Assemblea regionale e che è critica vesro la maggioranza di cui fa parte anche il suo partito. Antonio Ravidà Nicolò Nicolosi, de, vicepresidente dell'Assemblea regionale siciliana, arrestato ieri