Sciopero della fame in tenda

L'iniziativa degli abitanti di Signayes per cercare di salvare «casa Faverge» L'iniziativa degli abitanti di Signayes per cercare di salvare «casa Faverge» Sciopero della fame in tenda La gente chiede che il Comune di Aosta e la Regione decidano per migliorare il tracciato Iproprietari dei terreni dove dovrebbero essere fatti gli scavi hanno recintato la zona AOSTA. Una tenda è stata piazzata nel cortile della cascina «Faverge», l'edifìcio che dovrebbe essere abbattuto per realizzare il collegamento diretto fra la statale 27 e l'autostrada per Torino, senza dover passare per Aosta. La tenda servirà, con altre che verranno montate nei prossimi giorni, a ospitare le persone che faranno lo sciopero della fame se non verranno prese decisioni per migliorare il tracciato. Nella tendopoli verrà attuato un presidio permanente di residenti nelle frazioni Ossan, Signayes, Seyssinod e Laravoire, a fianco di quanti decideranno di rifiutare il cibo, per cercare una maggiore impegno da parte dei politici del Comune di Aosta e dell'amministrazione regionale sul problema che si trascina da oltre un anno. Ieri pomeriggio una delegazione di residenti si è presentata al consiglio comunale di Aosta. L'obiettivo era di caldeggiare l'approvazione di un ordine del giorno per assegnare un incarico ad un tecnico, che dovrà valutare le proposte di variante elaborate dai residenti rispetto al progetto originale della Sav (Società autostrade valdostane). Un atto amministrativo certo non irrilevante, ma che non potrà portare ad una svolta decisiva nella questione. Nel tardo pomeriggio il provvedimento non era ancora stato messo ai voti. Si coglieva una. sensazione di sconforto e di sfiducia ieri, fra i rappresentanti dei residenti nelle frazioni che si sentono danneggiate dall'attuale progetto di collegamento fra la statale 27 e il futuro svincolo con gallerie e viadotto sul Buthier per l'autostrada. Ezio Desàymoz, proprietario della cascina «Farverge» con la moglie Franca Pieiller, ha detto: «La situazione^ è senape' uguale a prima». Nei giorni scorsi i responsabili delle imprese che hanno avuto in appalto i lavori dalla Sav si sono presentati sui terreni della «Faverge» e in altri confinanti per picchettare i tratto dove fare gli scavi per il nuovo tracciato. Hanno trovato la resistenza dei proprietari, che hanno a loro volta picchettato e delimitato i loro confini per evitare, come è stato detto, «che anche un solo centimetro quadrato venga toccato». La mancaza di sbocchi alla situazione porta inevitabilmente ad un inasprimento degli animi. Il tentativo di bloccare l'avanzamento dei lavori non potrà durare a tempo indeterminato. Per questo i residenti nelle frazioni hanno deciso di attuare fra pochi giorni, nella tendopoli, lo sciopero della fame. Ezio Desàymoz però dice: «La soluzione del problema dello svincolo e la salvezza della mia casa è soltanto una questione di volontà politica. Niennt'altro». E' chiaro che lo sciopero della fame, le assembleee e i cortei che saranno nel contempo organizzati, hanno lo scopo di mobilitare l'opinione pubbUican cosi da costrigere il Comune di Aosta e la Regione a predere una posizione definitiva. Nel frattempo i residenti di Ossan Signayes, Seyssinod e Laravoire si sono attivati con l'associzione sindaci e hanno detto di aver ottenuto l'impegno verbale alla convocazione di una assemblea degli amministratori, in particolare di quelli della vallata del Gran San Bernardo, per avere un appoggio. Intanto sulla statale, a fianco della casa «Faverge», oltre alle tenda rimangono in bella vista i pali piantati a Natale per indicare la quota, chiamata «quota Sav» alle quale dovrebbe arrivare il muraglione di uscita del collegamento. Brano Baschiera La tenda nel cortile di «casa Faverge», dove si riuniranno coloro che hanno intenzione di fare lo sciopero della fame