Scocca la mezzanotte Diego è di nuovo re

Scocca la mezzanotte. Piego è di nuovo re ARGENTINA Dopo 30 mesi Maradona ritorna, da capitano, nella Nazionale biancoceleste contro il Brasile Scocca la mezzanotte. Piego è di nuovo re «Ho sconfitto la droga, ora voglio tornare a vivere e a vincere» BUENOS AIRES DAL NOSTRO INVIATO Dalla polvere agli altari. Calza a pennello per Maradona che a mezzanotte, ora italiana, tornerà ad essere il re del calcio nel mitico stadio del River Piate. Maglia n. 10 e fascia di capitano, guiderà la Seleccion biancoceleste deciso a festeggiare la cinquantesima partita in nazionale contro il Brasile di Careca, nella prima delle due amichevoli organizzate per il centenario dell'Afa. La seconda a Mar del Piata il 24 febbraio con la Danimarca e Maradona farà atto di presenza poiché il presidente del Siviglia, Cuervas, lo obbligherà ad una doppia trasvolata per giocare in campionato. I 90' della verità sono quelli con il Brasile: diranno quanto vale ancora il trentaduenne genio del pallone, che sogna l'Italia e la Juve (a giugno sarà libero e chi lo vorrà dovrà pagargli solo l'ingaggio sui tre miliardi a stagione), a 30 mesi dall'ultima esibizione in Nazionale, 11 luglio '90 a Roma, finale mondiale persa con la Germania. Da allora l'Argentina non ha più perso (23 partite) e il mondo è crollato addosso a Maradona. La droga, la fuga dall'Italia, l'arresto a Buenos Aires, il lento recupero. «Torno a vivere, questo è un giorno fantastico», sospira. E non è retorica. In un'intervista a «Pagina 12», si è abbandonato ad uno sfogo amaro: «La Mano Nera di questo Paese, che continua nel mare del potere, ha cercato di 'uccidermi'. Questo il potere, non il governo. Gente che mi accusava di prendere tutta la droga del mondo. Io li ho vinti. Non mi drogo più e appartengo al popolo che ama il calcio». Ieri sera è stato premiato co¬ me miglior calciatore argentino di ogni tempo. C'erano tutti, da Menem al presidente della Fifa, Havelange, suo vecchio nemico, a Julio Grondona. «E' imbarazzante essere considerato più grande di Di Stefano, Kempes, Fillol e di altri campioni», commenta. Ma è orgoglioso e promette di dare tutto quello che gli resta in corpo per l'Argentina. «Sono felice di far parte di un gruppo fenomenale, giovane, compatto, con la mentalità vincente, guidato dal formidabile 'Coco' Basile, un et umile, la cui filosofia di vita mi piace molto», enfatizza Maradona. Come potrebbe essere altrimenti? Si sente bene, è dimagrito rispetto a cinque mesi fa quando debuttò a Siviglia con il Bayern di Monaco e sarà il regista dell'Argentina, con libertà di agire dove crede più opportuno: «Con me, forse, si perde un po' di velocità ma si acquista in precisione. E vorrei ripetere la giocata che feci a Torino con il Brasile, ai Mondiali, mandando Caniggia in gol». Il Brasile per nove undicesimi sarà composto da mercenari impegnati in club europei, compresi gli «italiani» Taffarel, Branco e Careca, più la stella nascente Rai, acquistato dal Paris St. Germain, e con in panchina l'ex torinista Muller che è richiesto da Napoli e Atletico Madrid ma difficilmente si muoverà, per ora. La Selecao di Parreira cerca di interrompere il record argentino. Ci saranno molti osservatori europei, Scala tra gli altri. I 57 mila biglietti sono esauriti, l'incasso supera il milione di dollari, più un altro mezzo milione per i diritti tv. E Maradona non vede l'ora di riabbracciare Careca e poi di batterlo. Brano Bernardi