Coca-party ventotto alla sbarra
Un pentito ha confessato e coinvolto nel traffico illecito decine di persone Un pentito ha confessato e coinvolto nel traffico illecito decine di persone Coca-party, ventotto dia sbarra A giudizio per complicità anche due poliziotti Sta per approdare in tribunale una prima parte dell'operazione antidroga «Biancaneve». Il sostituto procuratore Cristina Bianconi ha chiesto ieri il rinvio a giudizio di 28 persone, arrestate nei mesi scorsi con l'accusa di essere coinvolte in un presunto traffico di cocaina in alcuni ritrovi notturni cittadini. Nell'inchiesta, durata oltre un anno, sono rimaste invischiate una settantina di persone fra capi, corrieri, consumatori. L'udienza preliminare è prevista per i primi di marzo. In questi mesi i carabinieri della sezione di polizia giudiziaria hanno accertato che la cocaina (ma anche l'eroina) proveniva da Olanda, Brasile e Colombia. Ai vertici dell'organizzazione il commerciante di pietre preziose, Dimitrios Bourlios, 31 anni, greco, la convivente Franca Levi, 28 anni, e il rappresentante Michele Bianchi, 30 anni. Sotto di loro, un «luogotenente»: Claudio Bonaparte, 32 anni, venditore di auto. La copertura spettava invece a poliziotticlienti: Pasquale Carrella, 31 an- ni, e Alessandro Gagliardi, 34 anni, che sfruttavano un ritrovo gestito dalle mogli, il «David's Coffee American Bar», di via Spano. Altri punti di approccio e copertura, il pub «Bahia Bianca» e il club «Korova Milk Club». «Biancaneve» nasce dalle confessioni di un pentito: Claudio Amodeo, 41 anni, segnalato anni prima come tossicodipendente. Sul finire del '90, dopo dissidi fa¬ miliari, vende l'alloggio a Milano e si trasferisce con il padre e l'attuale convivente, A. C, 26 anni, alle Canarie. Vuole aprire una crèperie, come quella che aveva in via Arsenale con la moglie. Lì avviene l'incontro con Bianchi e Bonaparte. Con un seguito perlomeno curioso: Bianchi in seguito si «fidanza» con la sua ex moglie. Tempo un anno e nell'ottobre '91, Amodeo è nuovamente a Torino. Ritiene anche di essere stato «bidonato» da una banca italiana nella gestione del suo capitale. Non avendo lavoro né alloggio decide di chiedere «aiuto». E ì due «amici» spagnoli lo introducono con tutte le coperture sul mercato, dove anche lui peraltro ha molti amici. Amodeo commette però un errore: compra la cocaina prelevando i soldi per pagare dal suo conto corrente. Partono così le prime indagini sulla base di una cospicua somma. Quando lo arrestano non impiega molto a decidere: collaborerà. Lo scenario che traccia è sorprendente. Nella sua agenda ci sono almeno 300 indirizzi: vengono controllati e verificati uno per uno. Altre indagini e si arriva al greco Buorlios, uno dei potenti capi (che Amodeo non ha però mai conosciuto). Tre soli mesi e con «Biancaneve» rimangono invischiate decine di persone: capi, corrieri, assuntori di droga, poliziotti corrotti. Ivano Barbiere Michele Bianchi, uno degli arrestati dopo il blitz dei carabinieri un anno fa
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