Regione mega-rimpasto in vista

Regione, mega-rimpasto in vista Regione, mega-rimpasto in vista «Basta con gli assessorati feudi degli stessi partiti» La giunta regionale, «orfana» dell'assessore alla Sanità finito in carcere, non prende in considerazione l'ipotesi di dimettersi. In compenso, quando verrà affrontato il problema della sostituzione di Maccari la maggioranza pare intenda andare a un mega-rimpasto. Brutta parola che, a giudicare dagli interventi fatti ieri in consiglio regionale dai capigruppo del pentapartito, dovrebbe portare a una omogeneizzazione delle deleghe assessorili e, soprattutto, a una loro ridistribuzione fra i partiti. Basta, insomma, con i «canonicati», come li ha definiti il capogruppo de, Rolando Picchioni, cioè assessorati guidati da esponenti sempre dello stesso partito com'è stato, guarda caso, la Sanità: «Maccari ha peccato di eccessiva solitudine, era cioè indisponibile a condividere con altri le difficoltà di un assessorato tanto delicato. Solitudine che, unita all'eccessiva continuità, porta a una gestione monocratica, a un deficit di democrazia». Maccari è alla Sanità dall'87 quando finì in carcere il suo predecessore, pure lui socialista. Parole pesanti infilate fra grandi ed efficaci giri di parole per ribadire «solidarietà umana a Maccari, da considerarsi innocente fino all'ultimo grado di giudizio». Da sottolineare le parole del capogruppo psi, Angelo Rossa: «Confidiamo nella magistratura e nel suo operato». Concetti espressi un po' da tutti, compresi i partiti di opposizione che hanno sottoscritto mozioni di sfiducia (pds, verdi e msi) o ordini del giorno (rifondazione e ancora msi) che miravano tutti e tutti sono stati respinti - alle dimissioni della giunta «corresponsabile dello sfascio della Sanità» e colpevole di aver sempre «coperto Maccari» nonostante le tante denunce levate in questi anni dai banchi del consiglio. Dunque si va a un rimpasto. Quando non si sa. «Per ora la gestione dell'assessorato me la assumo io e questa giunta non molla, perché la stabilità è un bene da valutare prima di dissolverlo. Vi assicuro che oggi ci vuole più coraggio a rimanere che ad andarsene» ha detto il presidente Brizio. Le mosse future saranno determinate da ciò che farà Maccari (dal carcere farà pervenire le sue dimissioni come il de Astore?) e, soprattutto, da come evolverà l'inchiesta giudiziaria. Lo scandalo tangenti dell'82 ha ammaestrato più d'uno, anche se ieri il consiglio non è sembrato vivere le ansie di un decennio fa. Non c'era nemmeno quel funzionario che, di fronte all'eccitazione di cameraman e giornalisti, buttò lì «Siamo nella storia» beccandosi di rimando una battutaccia: «Macché storia, siamo nella m...». Dunque una settimana, una decina di giorni col fiato sospeso, poi si vedrà. A quel punto si verificherà la buona fede dei partiti: omogeneizzazione e rimpasto degli assessorati può anche essere una strada per «rinnovare globalmente le strutture e spostare persone - come ha detto Marino dei verdi-gruppo misto - che, negli anni, hanno costruito connivenze con interessi privati». Ma può anche significare l'inizio dì una lotta ai coltelli perché se esistono «canonicati» psi, come la Sanità, il Turismo, o l'Ambiente, esistono «canonicati» de come l'Agricoltura, l'Assistenza o l'Urbanistica. E, si sa, l'erba del vicino è sempre più verde. Beppe MineHo Il presidente della giunta regionale Gian Paolo Brillo, democristiano: «Oggi ci vuole più coraggio a rimanere che ad andarsene»

Persone citate: Angelo Rossa, Brizio, Gian Paolo Brillo, Maccari, Rolando Picchioni

Luoghi citati: Marino