Sbatti il mostro in terza pagina (e il jazz arriva sul video)

r TIVÙ' & TIVÙ' Sbatti il mostro in terza pagina (e il jazzarriva sulvideo) PIÙ' del critico musicale potrebbe lo psicologo spiegare il perché di un jazz così poco presente nei programmi televisivi. E nel migliore dei casi questi spazi vengono ritagliati nei tempi «fuori orario» e sono sempre interpretati da sporadiche riprese che hanno l'aria di essere state appiccicate lì, per caso, in un momento di distrazione da parte del funzionario di turno. Insomma un vero programma di jazz alla Rai o alla Fininvest non c'è. La cultura sul video, potrebbe sottolineare lo psicologo, ha vita diffìcile nella battaglia della audience, ha vita difficile nella programmazione di spazi che hanno come esclusivo obiettivo reffìmero, lo svago: la gente, il pubblico, non vuole pensare, vuole guardare e lasciare fare a chi sta dentro il video. La gente non vuole impegnarsi perché è già stanca dopo una giornata di lavoro. E in realtà né un Baudo né un Bongiorno né un Boncompagni hanno mai pensato che un buon gruppo di jazz potrebbe ravvivare la banalità, la monotonia dei loro programmi. J Emblematico è il caso di Nunj zio Rotondo (uno dei jazzisti più noti d'Europa) che da anni cerca invano di inserire il suo complesso in una trasmissisone di richiamo. Sbaglia chi gli nega spazio perché il jazz è musica fresca, amabile, scorrevole e darebbe un po' di vivacità a tanti show che da anni sopravvivono sui diletti delle ballerine, sui primi piani dell'ospite che rivela segreti già noti ai lettori dei settimanali, sui fìnti maghi, i prestigiatori eccetera eccetera. Il solo Arbore ai tempi dèi suoi successi notturni aveva inserito un gruppetto di jazzmen dentro la sua trasmissione e l'esperimento avrebbe dovuto insegnare qualcosa ai suoi colleghi. Tuttavia la musica in tv rimane quella a ritmo di rock o quella promossa dalle case discografiche (vicine al Festival di Sanremo). E' una storia triste, come sanno quei produttori che vivono di jazz e si sentono sempre rifiutare l'appoggio della Rai quando chiedono il contributo per la ripresa di un concerto (importante): valga per tutti il caso di Keith Jarrett al Regio di Torino due anni fa, un grande solista, un'occasione (mancata) unica. Ed è quindi con lieto stupore che da qualche giorno vediamo (ma al mattino, accontentiamoci) un breve siparietto di Renato Sellarli che improvvisa la sua musica (jazz) su Raitre. E' un rapido intervento che il noto pianista fa all'interno di «Tortuga», la trasmissione del Dse. Sellarti ha una lunga storia alle spalle (Chet Baker, Lee Konitz, tra gli altri); raffinato, sensibile, con un tocco inimitabile produce un'azione di alleggerimento all'interno di una trasmissione impegnata. Jazz e cultura dunque, un abbinamento gratificante, un po' come «sbattere il mostro in terza pagina». Franco Mondini lini | Renzo Arbore

Persone citate: Arbore, Baudo, Boncompagni, Bongiorno, Chet Baker, Franco Mondini, Keith Jarrett, Lee Konitz, Renato Sellarli, Renzo Arbore

Luoghi citati: Europa, Sanremo, Torino