Così la censura imbavagliò Hollywood

Compie 60 anni il «codice Hays» del cinema americano, abolito nel '66 Compie 60 anni il «codice Hays» del cinema americano, abolito nel '66 Così la censura imbavagl La prima vittima «Tempie Drake» tratto da Faulkner Oggi solo una Xper ifilm vietati ai giovani sotto H7 COMPIE sessantanni e ormai molti hanno dimenticato la sua esistenza. Ma fra il 1933 e il 1966 ha sorvegliato con intenti puritani la qualità morale della produzione di Hollywood. Il «Codice Hays» fu iniziato nel 1929 dal dirigente dell'industria cinematografica statunitense Will H. Hays e fu causa di un vero e proprio sterminio di immagini, partendo cinicamente con la frase programmatica: «(La censura è odiosa: ci opponiamo alla censura e alla classificazione delle pellicole perché è contrario alla tradizione di libertà americana». Hays aveva inventato nel 1921 la Motion Pictures Producers and Dist.ribut.ion Association (Mppda), diventata dal 1966 Mpaa, la quale associazione è adibita ad apporre il visto censura ai film e a distribuire l'infamante X (vietato ai minori di 17 anni) che determina la morte commerciale di un film: ultimi casi eclatanti «Legami» di Almodóvar e «lì cuoco, Q ladro, sua moglie e l'amante» di Greenaway. Il primo film censurato dal codice Hays fu nel 1933 «Tempie Drake» tratto dall'aspro e violentissimo racconto di William Faulkner «Santuario» (1931), diretto da Stephen Roberts e interpretato da Miriam Hopkins: il film venne completamente rivoluzionato dagli uomini di Hays, che scrissero in un telegramma: «Vista la copia rivista di "Tempie Drake". Stop. Molto migliorata. Stop. Suggerisco altri ritocchi. Stop. Accorciare il dialogo che fa riferimento alla scena del granaio. Stop. Abbreviare l'azione di lite fra Trigger e Tommy. Stop. Eliminare la scena fra Trigger e Tempie. Stop. Accorciare l'azione in cui si aprono le dita al morto. Stop. Con questi requisiti il film soddisferà ai requisiti del codice. Stop. 3/4/33». Una vera e propria tecnica chirurgica, che lascio ben poco dello spirito del romanzo di Faulkner: la storia è quella di Tempie Drake, una giovane studentessa che finisce nelle mani di una banda di fuorilegge, nascosti in una casa di campagna. Trigger, l'impotente e degenerato capo della banda, dopo aver ucciso uno dei suoi uomi- ni che tentava di opporsi, violenta la ragazza con una pannocchia di granoturco in un granaio. La scena, intorno alla quale gira tutto il film, venne tagliata e costrinse i censori a fare i salti mortali per mantenere il nesso logico nella storia. Dopo aver violentato Tempie, Trigger la rinchiude in un bordello di Memphis e accusa del¬ l'omicidio uno dei suoi uomini, Tommy. Questi confessa la realtà al suo avvocato, che rintraccia la ragazza e la convince a deporre. Ma Tempie, sconvolta dalle esperienze passate, aggrava la posizione di Tommy che viene linciato dalla folla. Trigger, fuggito in Florida, è impiccato per un delitto di cui è innocente. Ma quasi nulla della trama originaria rimane nel film, dopo il passaggio di Hays. Dopo la triste sorte di «Tempie Drake», registi e produttori hollywoodiani come Sturges e Wilder affinarono l'intelligenza per sfuggire alle maglie della censura: evitarono le scene esplicite e diventarono veri esperti nell'arte dell'ellissi e del linguaggio indiretto. Per una vera e propria ribellione bisogna aspettare il 1947, quando Howard Hughes difese a spada tratta il suo curioso western «Il mio corpo ti scalderà» con Jane Russell. Fu un annuncio di una sollevazione più generale. Cinque anni dopo Otto Preminger non ammise che Hays toccasse nemmeno un fotogramma di «La vergine sotto il tetto» e sfidò il codice distribuendolo senza visto. Preminger finì in tribunale, ma molti seguirono il suo esempio, dividendo il cinema in due: quello ufficiale e quello «off», libero. Uno sdoppiamento che durò ben oltre la fine del codice Hays. [r. sii.] Con «La vergine sotto il tetto» nel 1952 Otto Preminger sfidò il codice i e distribuì il suo film senza visto Qui accanto Jane Russell protagonista di «Il mio corpo ti scalderà» di Howard Hughes A sinistra una immagine di «Legami!» di Almodóvar vietato ai minori di 17 anni

Luoghi citati: Florida, Hollywood, Memphis