Il bue non dice cornuto all'asino danza la carissima Università

// bue non dice cornuto all'asino; danza, la carissima Università AL GIORNALE // bue non dice cornuto all'asino; danza, la carissima Università I randagi sbranati nei canili della camorra Approvo la vostra protesta riguardo ai maltrattamenti contro gli animali, ma in Italia esistono i canili della camorra dove si svolgono le scommesse clandestine ed in tali luoghi dei cani randagi sono sbranati da altri cani che vengono addestrati a questo scopo: i giornali italiani ne hanno parlato da qualche mese. Le critiche italiane contro la Spagna hanno scarsa credibilità, perché non possiamo pretendere di rappresentare una figura morale. (Il bue che dice cornuto all'asino). Se poi si cerca di creare una pressione all'interno della Spagna o di altri Paesi attraverso l'opera della chiesa cattolica, questo tentativo non può che essere un fallimento, perché la chiesa cattolica è fortemente presente e da vari secoli in tali nazioni, e non ha mai dimostrato una particolare sensibilità nei riguardi degli animali. S. Francesco è l'eccezione che conferma la regola, e le sue buone parole si sono perse come una goccia nell'oceano. Uno Stato progressista non ha nessun bisogno di una chiesa arcaica; perciò consiglio per prima cosa che si rispetti la separazione tra Stato e chiesa poi che si eviti di offrire delle tribune alle religioni (integralismi e fondamentalismi), ed infine per i cattolici scontenti, andarsene. Se rendendovi conto che il cattolicesimo non si interessa agli animali, e nello stesso tempo volete assolutamente affermare il valore della religione, convertitevi all'anglicanismo, è quanto vi è di più simile; ma non attendete nulla dal pulpito o dal Papa. Flavia Cavani, Parigi Quella tassa danneggia chi vive di ballo Pur con tutta la stima che nutro per il prof. Zandano e per la Fondazione che presiede, così importante per la nostra cultura, non posso che associarmi alla protesta di Carla Frecci. Opportunamente Carla mette in evidenza l'inspiegabile scelta di privilegiare nella costituenda scuola di ballo scaligera un certo ceto sociale piuttosto che una reale qualità e predisposizione artistica. L'introduzione di una tassa scolastica non puramente simbolica ma finanziariamente onerosa indubbiamente giocherà come inevitabile selezione sugli iscritti. Come artista torinese poi mi sento doppiamente toccata, in quanto la suddetta discriminazione farà sì che gli studenti non residenti a Milano dovranno sborsare oltre ai quattro milioni anche gli oneri di un trasferimento nella capitale lombarda, come dire dunque che in Italia c'è un'unica Università della danza: a Milano e a pagamento! Non credo proprio che fosse necessario l'intervento di una «Fondazione» per arrivare a questo risultato. Quando poi la Fondazione in questione porta in coda di testata la dicitura «di Torino» allora la cosa sembra divenire quasi imbarazzante. Certo, mi si risponderà che «Scuola di Ballo del Teatro alla Scala» riempie la bocca molto di più di una dicitura anonima, magari riguardante Torino, questo è vero. Ma vede, presidente Zandano, proprio ora che il Teatro Regio ha sciolto il corpo di ballo già esiguo sarebbe stato tanto più auspicabile intervenire a Torino, non le pare? Una Torino ormai così povera e priva di tutto quanto poteva costituire un vanto per la nostra città, dal cinema alla moda, dalla radio alla musica, alla televisione... Il prezioso (fino a quando?) intervento dell'Istituto da lei presieduto ha salvato l'orchestra ma non il coro della Rai. La stessa cosa è successa al corpo di ballo del Regio. Non è facile sciovinismo, mi creda, ma preoccupazione autentica di una persona che ha vissuto e vive a Torino di danza! Loredana Fumo, Torino Piccoli Maya continuate a sorrìdere Non scrivo per protestare, ma solamente per augurare tutta la felicità possibile ai «piccoli Maya» apparsi nella trasmissione «Voglia di tenerezza» (Raitre, 5 febbraio). Quello che ho provato, ascol¬ tando soprattutto il piccolo Louis, non riesco a descriverlo. Questo bimbo (11 anni) con la sua vocina ha raccontato tutto il male ricevuto, la morte della mamma, il suo dolore, la sua tristezza. Anche Mainee, il fratellino piccolo di Louis, ha patito le stesse sofferenze. Auguro a Louis, Mainee, Ma¬ rio, Maria, e Diego, gli altri bambini intervistati, un futuro pieno d'amore, di gioia, di tenerezza. Avrei voluto vederli sorridere di più, avrei voluto sentire le loro voci, raccontare la gioia di adesso coi nuovi genitori. La mia speranza è che siano amati, molto amati, perché solo l'amore li ripagherà di ciò che hanno subito. Sorridete piccoli Maya, il vostro sorriso ci permette di sperare. Giancarla, Novara Il berretto rosso non salva dal freddo Siamo un gruppo di clienti ahimè di 1a classe, che tutti i giorni devono per motivi di lavoro prendere il treno delle ore 6,50 in partenza da Cuneo. Le carrozze di prima classe sono da fine dicembre a tutt'oggi fredde a causa dell'inefficienza degli addetti alla manutenzione, nonostante le nostre ripetute segnalazioni ai dirigenti di Cuneo. Non ultimo il giorno 27/1/93 alle ore 6,45 ci siamo rivolti all'addetto con «il berretto rosso» che rispondeva: «Andate avanti!!..». Purtroppo avanti c'è la solita carrozza calda (unica fra le tre) che viene declassata sistematicamente in 2a classe, beffando i clienti che pagano di più! E, come dice Celentano, finito, punto! Paolo Dalmasso, Torino Seguono 5 firme «La Piovra non c'entra con i 5 miliardi in più» Da un attento esame dell'intervista sulla Rai pubblicata da La Stampa il 4 febbraio scorso emergono alcune inesattezze rispetto a quanto da me detto durante la conversazione avvenuta il giorno prima presso il Gruppo msi-dn della Camera dei Deputati. 1) Il titolo dell'articolo può portare ad interpretazione equivoca, tale da poter far pensare che sarei in grado di mandare in galera metà dei 13.500 dipendenti. Invece intendevo riferirmi a ben precisi settori del vertice e del medio vertice. 2) Nel terzo capoverso dell'articolo mi si attribuiscono oltre agli «sprechi e scandali», anche le «tangenti». Non ho mai parlato di tangenti nel senso affer¬ mativo usato nell'articolo, ma soltanto per rispondere alla domanda intenta a sapere se in Rai vi erano fenomeni di tangenti. Ho risposto che non avevo prove in proposito, ma che i meccanismi degli appalti esterni e degli acquisti dei films e dei programmi potevano portare a facilitare tale ipotesi. 3) Nel quinto capoverso mi si attribuisce «provvigione stellare», a favore di Crescenzio. In realtà intendevo riferirmi al forte aumento dei costi dovuti a interventi dell'intermediario. 4) Nel settimo capoverso per un semplice scambio di titoli, è venuto fuori quello della «Piovra 5» al posto di «Francesco». Infatti è per il film «Francesco» che sono stati pagati 5 miliardi per soli 10 minuti in più rispetto alla durata totale di 140. Per la «Piovra 5» invece c'è stato un aumento di 2 miliardi e 300 milioni rispetto ai 9 miliardi iniziali. 5) Nel nono capoverso mi si attribuisce l'indicazione di Fuscagni, Sodano e Guglielmi in una sorta di graduatoria di malaffare. Abbiamo parlato delle reti Uno, Due e Tre, e non solo di quei nomi. Ma non poteva che essere così, in quanto l'arco di tempo considerato dal magistrato parte dal 1985 ad oggi, mentre i signori in questione dirigono le rispettive reti da pochi anni. 6) Nell'undicesimo capoverso, a proposito di Manca e Pedullà, è stata utilizzata una tale sintesi che involontariamente ha distorto il mio vero pensiero. Per il primo ho detto che si tratta di un abile politico, che ha saputo tenere testa anche al mastino Agnes, malgrado gli scarsi poteri che la legge attribuisce al presidente della Rai, con il risultato che è riuscito a far ottenere alla sua parte politica più potere rispetto alla effettiva rappresentanza. Per Pedullà ho detto che si tratta di un galantuomo per il quale nutro molta stima, ma che ha scarsa dimestichezza con i bilanci. on. Guglielmo Rositani, Rieti