Che il ciel t'aiuti

Che il «iel t'aiuti Che il «iel t'aiuti Inefficienza e incongruenza delle decisioni pubbliche rischiano di aggravare la pesante situazione torinese II Governo Amato ha stanziato 50.000 miliardi per provvedimenti di sostegno all'occupazione e agli investimenti. A Torino arriveranno solo briciole, perché buona parte del fondo verrà destinata al Mezzogiorno, o ad aree coinvolte dalla crisi delle imprese del sistema Partecipazioni Statali (Genova, Sulcis, Marghera). Sempre per sostenere l'occupazione, il Governo ha istituito i contratti di inserimento al lavoro, in base ai quali le imprese si vedranno scontare da 6 a 12 mesi dei costi contributivi. E' quasi certo che per Torino verrà applicato il periodo più breve. Perché? Per lo stesso motivo per cui Torino si è vista negare la possibilità dell'allungamento del periodo di mobilità per i lavoratori vicini alla pensione. I migliori vantaggi sono legati al fatto che l'area superi la media nazionale di disoccupazione (10,8%); Torino ci arriva solo vicino (10,3%), da quando - da circa un anno - il Ministero del Lavoro ha deciso di computare, per il calcolo della media nazionale, anche i dati siciliani; dati che, notoriamente, non sono né attendibili, né, neppure lontanamente, realistici, ma tali da innalzare i valori nazionali. Però ci sono le grandi opere da realizzare. Per esempio, la tratta ad Alta Velocità Torino-Milano (un'opera indispensabile per il rilancio economico di Torino), che dovrebbe comportare, in sette anni di lavoro, 5000 miliardi di investimenti, per circa 9000 posti di lavoro. Però no, forse, non sarà così. E' già stato deciso, infatti, per la tratta Tori¬ no-Milano, di indire una gara intemazionale: nessun Paese, fino ad ora, ha operato scelte di questo genere, penalizzando i propri costruttori e riducendo, in caso di assegnazione dei lavori a imprese straniere, l'impatto positivo sull'occupazione, che ne potrebbe derivare. Né esiste, in questo senso, alcun obbligo CEE. Insomma, Torino rischia di essere esclusa, per una serie di decisioni di genere vario, dalle provvidenze messe in atto per le aree in crisi. Eppure, le cifre parlano chiaro. Tra il 1991 e il 1992, il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni è aumentato del 22,9%; gli iscritti alle liste di mobilità sono passati da poco meno di 600, a gennaio del 1992, a quasi 9000 un anno dopo. La particolare gravità della crisi occupazionale dell'area torinese risulta evidente se confrontata con quella di altre aree industrializzate del Centro-Nord: a Torino, le ore di Cassa Integrazione per dipendente sono 135; a Milano 65, nel Veneto 34. A Torino, il tasso di disoccupazione effettivo, che tiene conto anche degli esuberi di personale, supera il 12%; a Milano, nel Veneto e in provincia di Bologna si aggira intorno al 5-6%. Non meno preoccupanti, soprattutto in prospettiva, sono gli effetti della caduta degli investimenti da parte delle imprese. Il calo ha interessato soprattutto le piccole e medie aziende. Nell'ultimo anno, il 60% delle piccole imprese non ha effettuato investimenti; le scelte di ampliamento hanno riguardato solo il 20-25% delle aziende. Sulle strategie di sviluppo delle imprese ha pesato, in modo consistente, il profondo e rapido deterioramento della situazione finanziaria. A partire dal 1986, l'autofinanziamento delle imprese ha subito un drastico ridimensionamento, a causa della riduzione dei margini di profitto. Da un'indagine condotta dall'Unione Industriale, risulta che, tra il 1986 e il 1991, la redditività della gestione industriale è scesa del 70% Nonostante i ripetuti ritocchi verso il basso del tasso ufficiale di sconto, il costo del denaro si mantiene su livelli proibitivi. Le aziende torinesi pagano, in media, il 17,6%. Gli attuali livelli sono superiori di circa 3 punti a Fondo straordinario por il finanziamento di investimenti innovativi nello piccolo o medio improso (Unionfidi, Fidipiemonte, Cassa di Risparmio di Torino, Istituto San Paolo di Torino, Camera di Commercio) e Domande: a partire dal 1° marzo fino al 31/12/1993, da inviarsi con raccomandata ricevuta di ritorno a FIDIPIEMONTE. Modulo da ritirare presso l'ufficio Economico dell'Unione Industriale (011/57.18.322). • Soggetti beneficiari: piccole e medie imprese industriali o di servizi, appartenenti al settore industriale; • Investimenti beneficiati: investimenti innovativi, da realizzare dopo la presentazione della domanda; • Percentuale finanziabile: il 70% dell'investimento; • Importo del finanziamento: da 100 a 250 milioni; • Tasso: il 90% del Prime Rate ABI, variabile con l'andamento dello stesso; • Garanzie: il finanziamento è garantito per 2/3 dall'Unionfidi e Fidipiemonte; • Costo garanzie: nullo, in quanto a carico dei consorzi garanzia fidi; • Durata: 36 mesi con rimborsi trimestriali con rate capitale costanti. quelli di giugno; alle imprese francesi e tedesche il denaro costa mediamente il 30% in meno rispetto alle imprese italiane. L'alto costo del denaro sta producendo effetti destabilizzanti anche a causa della crescente crisi di liquidità. Nell'ultimo anno, più della metà delle imprese associate all'Unione di Torino ha aumentato il proprio indebitamento; a dicembre, il 70% delle imprese di tutti i settori doveva fronteggiare ritardi negli incassi. Per contribuire a risolvere i gravi problemi finanziari delle imprese, soprattutto piccole e medie, l'Unione Industriale ha proposto, tramite l'Unionfidi, la costituzione di un Fondo Straordi- nario di 50 miliardi, destinati ad agevolare gli investimenti innovativi delle piccole e medie aziende (si veda nel riquadro a fianco). Per finire, esistono tutti i costi da inefficienza del sistema-Italia. Alle piccole e medie imprese francesi ed inglesi, per esempio, l'energia, i telefoni e i servizi postali costano, mediamente, il 30% in meno dei prezzi praticati alle imprese italiane. Che fare? In questa fase di crisi di mercato, sicuramente una serie di investimenti pubblici in grandi infrastrutture avrebbero un doppio effetto positivo: da un lato, nell'immediato, sui livelli occupazionali, dall'altro, a medio e lungo termine, sull'efficienza dell'area e, quindi, sulle sue capacità di attrarre investimenti esterni. Abbiamo già visto le ricadute dell'Alta Velocità; quali sarebbero gli effetti degli altri investimenti, da anni programmati ed annunciati e mai portati a realizzazione? Vediamoli. La Metropolitana: 5 anni di lavori; investimenti per un totale di 1400 mld; 3000 posti di lavoro. Spina centrale del PRG: 5 anni di lavori: 3200 mld; 9000 occupati. PRG ordinario: 10 anni di attività; 7300 mld; 10.000 occupati. Parcheggi: 3 anni di lavori; 78 mld; 390 posti di lavoro. Ma, l'Amministrazione cittadina è paralizzata e se, entro quest'anno, il PRG non verrà approvato, bisognerà, per quanto riguarda i progetti ad esso connessi; ricominciare da capo. Aiutati, che il ciel t'aiuta, Torino. TORINO IN CRISI

Persone citate: Sulcis