Toulouse Lautrec padre di Utrillo

Fino a ieri era una leggenda: ora un gallerista ha scoperto nuovi documenti e li mette in mostra a Parigi Fino a ieri era una leggenda: ora un gallerista ha scoperto nuovi documenti e li mette in mostra a Parigi Toulouse Lautrec padre di Utrillo La madre fu una modella sedicenne fi* PARIGI 1 ERA una volta un piccoI lo conte che aveva I i smesso di crescere Sé—I perché le sue gambe, volendosi allungare troppo in fretta, si erano spezzate per sempre. Era un principino il piccolo conte, portato da una lussuosa stazione termale all'altra perché si distraesse e rinforzasse. Lui disegnava: parenti, amici, cani, cavalli, scene balneari. Quando ebbe 18 anni i genitori, il padre soprattutto appassionato d'arte, lo incoraggiavano a salire a Parigi: volevano si iscrivesse all'Ecole des Beaux Arts. Fu così che il giovane conte Henri de Touiouse-Lautrec Monfa diventò nel 1882 allievo della prestigiosa scuola e del celebre maestro Geróme e fu così, anche, che s'innamorò di una giovane modella alta poco più di lui, Marie-Clementine Valadon, sedicenne. Nel dicembre successivo, i due avrebbero messo al mondo un bambino, che di lì a sette anni avrebbe preso curiosamente nome di Maurice Utrillo, futuro pittore. Allora anche la madre cambierà nome e si farà chiamare Suzanne. Ma prima il giovane conte e la bella modella avranno vissuto una stagione felice. I loro migliori amici saranno stati l'immenso Vincent van Gogh ancora in salute e la fidanzata di lui, l'italiana Agostina Segatori, celebre tenutaria del «Tambourin», cabaret del boulevard Clichy... Gli ortodossi inorridiscono Questa storia sotto forma di fiaba è strana, diverge di continuo da quella ufficiale. Gli esegeti ortodossi-inorridiscono e negano uno per uno i fatti sopra descritti. Ma Louis Barbier, un tempo gallerista al Louvre des Antiquaires, da dieci anni ha abbandonato ogni altra attività per fare ricerche e ricostruire la storia come l'abbiamo raccontata. Quelli e tanti altri fatti, tenuti a suo avviso nascosti per ragioni di varia natura da ormai più di un secolo, sono al centro di una mostra che il signor Barbier ha organizzato ora, chiusi i fasti delle celebrazioni per il centenario. «Lautrec en question» si intitola polemicamente l'esposizione, aperta fino al 21 marzo alla Galeri e Drouot. Di tutto ciò che afferma Louis Barbier produce documenti. Alcuni convincenti, altri meno. Per lui, che ora vive in Gironda nei pressi del castello di Malromé dove Toulouse-Lautrec morì e che lì ha fondato un Istituto di studi e ricerche sulla vita e l'opera del pittore, è diventata una sorta di missione: correggere le banalità che gli esperti si tramandano l'un l'altro, far più luce sul personaggio a suo avviso fino ad oggi travisato. La verità più clamorosa di Louis Barbier è senz'altro quella relativa a Utrillo, figlio amato ma non riconosciuto da Lautrec per ovvie ragioni di convenienze: Marie-Clémentine-Suzanne Valadon era figlia di lavandai. Barbier ha una lettera in cui la madre di Lautrec spiega l'acquisto precipitoso del castello di Malromé proprio in concomitanza con la nascita del piccolo Maurice «per mettere al riparo la progenitura di Henri» il quale, come è noto, non ebbe (altri) figli. Insieme a numerose coincidenze, fotografie, ricostruzioni, Barbier prova che quella diceria - corrente all'epoca dei fatti e solo a posteriori respinta da eredi e persone interessate - corrisponde a pura verità. Ma benché sia la più clamorosa delle sue «scoperte», ce ne sono altre che choccano e indignano ben di più l'ambiente dei lautrecchiani ortodossi. Ad esempio «l'album de jeunesse», intorno al quale l'esposizione della Galerie Drouot ruota. Centoventi disegni e acquarelli che i compilatori del catalogo ufficiale non riconoscono come di Lautrec e che sono invece per Barbier sicuramente suoi, eseguiti tra gli 8 e i 22 anni. Un album giunto nelle mani di Barbier (specialista di disegni antichi) in maniera rocambolesca, a spizzichi e bocconi e in seguito ricostruito. Album che presenta molte analogie con quello conservato a Boston, ufficiale. Il torinese del Figaro Poi Van Gogh amico di Lau-I trec. Frequentavano lo stesso ambiente: il gallerista Goupil, l'ex ingegnere torinese Michel Manzi che lavorava per il Figaro illustre e mise a punto il procedimento della cronotipografia, il maestro Geróme. La rottura sarebbe avvenuta per motivi unicamente sentimentali, avendo Van Gogh fornicato con la Valadon. Lautrec ritrasse allora l'ex fidanzata in posa volgare da prostituta, nu¬ da a gambe aperte - La grosse Maria - e nel pube di lei avrebbe celato il profilo «inconfondibile» dell'ex amico Van Gogh. Questo è il più curioso, e per certi versi più inquietante, aspetto delle scoperte di Barbier: le «devinettes» (indovinelli) che secondo lui Lautrec si divertiva a spargere nei suoi quadri. E' diventato abilissimo nel reperire tali figure nascoste: vede persone note, ani¬ mali, ma anche allusioni «cochonnes» e qua e là enormi falli impertinenti. Non basta: c'è ancora il Lautrec inventore del teatro d'ombre poi ripreso e sfruttato da Rodolfo Salis; il Lautrec scultore e persino un Lautrec poeta. Una mostra-miniera, insomma. Quanto a Louis Barbier, un talento inesauribile. Gabriella Bosco Ristabilita anche la «verità» sui rapporti con Van Gogh: una grande amicizia interrotta solo per questioni di gelosia A destra Toulouse Lautrec Il gallerista Louis Barbier ha organizzato una mostra per provare tra l'altro la sua amicizia con Van Gogh (a sinistra il suo «Caffé di notte») «Il giardino Montmagny» di Utrillo; In alto, Utrillo giovane ritratto da Susanna Valadon; a sinistra, «Au salon» di Lautrec

Luoghi citati: Boston, Lautrec, Parigi