«Nessun perdono Rushdie deve morire» di Paolo Patrono

A 4 anni dalla condanna di Khomeini, Teheran torna a maledire l'autore dei Versi satanici A 4 anni dalla condanna di Khomeini, Teheran torna a maledire l'autore dei Versi satanici «Nessun perdono, Rushdie deve morire» Una breve apparizione dello scrittore ieri a Cambridge «E' un attacco terroristico, l'Occidente mi deve salvare» LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Nel quarto anniversario della «fatwa», la condanna a morte lanciatagli contro da Khomeini, Salman Rushdie ha sfidato i killer islamici comparendo brevemente alla «King's College Chapel» di Cambridge per tuonare ancora una volta contro «l'attacco terroristico» di cui è vittima designata. Ma nelle stesse ore, da Teheran è giunta a Londra una clamorosa richiesta del nuovo leader spirituale iraniano, Ali Khamenei: «Consegnateci Rushdie perché possa essere eseguita la sua condanna a morte, che è irrevocabile». Di colpo si è riattizzata così la febbre attorno al destino dello scrittore anglo-pakistano che ha iniziato proprio ieri il quinto anno di reclusione forzata dopo la sentenza capitale decretata contro di lui nel giorno di San Valentino dell'89 dall'imam Khomeini che lo aveva accusato di aver composto un libro «blasfemo» con i suoi famosi «Versi satanici». Il fanatismo religioso, infatti, non accenna a scemare e da Teheran, come anche da Nuova Delhi, in un convegno di migliaia di studenti islamici, piovono contro Rushdie rinnovate minacce di morte. La nuova guida degli estremisti musulmani, dunque, lo ieratico Khamenei ha rilanciato fragorosamente la «fatwa» da Tene- ran affermando: «La sentenza contro l'apostata traditore deve essere eseguita e lo sarà. E' dovere di ogni musulmano rimuovere questo essere mercenario dal cammino dell'Islam. Ce lo devono consegnare perché ha commesso un crimine e un tradimento. Nessuna pressione ci piegherà». L'erede di Khomeini sa bene che non solo l'Inghilterra ma anche la nuova amministrazione americana di Clinton stanno ef¬ fettuando tentativi in ogni direzione nel mondo musulmano per levare questa condanna. Ma con assoluto sprezzo verso le pressioni distensive esercitate dal mondo occidentale, Khamenei ha orgogliosamente rivendicato ancora una volta la validità della fatwa: «La Repubblica islamica non si piegherà alle pressioni occidentali - ha/ proclamato -. Rushdie ci deve essere consegnato perché questa è la soluzione più logica. Non ci interessa che gli altri esprimano contrarietà davanti alla nostra volontà di giustizia, tante loro azioni hanno già suscitato la nostra ira», con trasparente allusione alla politica occidentale verso Teheran. L'agenzia di notizie Ima ha rincarato la dose lanciando un severo avvertimento alle autorità inglesi perché non accettino di incontrare ufficialmente Rushdie, pena «un irrevocabile peggioramento delle relazioni con la Repubblica islamica». L'ammo¬ nimento è in relazione alla recente visita al Foreign Office dello scrittore, ricevuto dal sottosegretario agli Esteri Hoggs, il quale aveva rinnovato in quella occasione l'appoggio del governo al connazionale ingiustamente minacciato di morte e condannato da quattro anni a vivere sotto la protezione continua degli agenti della «Special Branch» dell'antiterrorismo. Salman Rushdie sta tentando in questi giorni di rilanciare la mobilitazione internazionale a suo favore e ha sollecitato pubblicamente un incontro anche con il primo ministro John Major. «Anche un breve colloquio sarebbe un grande gesto simbolico - ha dichiarato ieri lo scrittore -, anche una semplice foto di noi due insieme costituirebbe un forte messaggio rivolto all'Iran, dimostrando qual è l'atteggiamento del governo inglese. Non posso continuare a passare la mia vita come un topo in gabbia, aspettando la morte». Ma è proprio contro questa eventuale e plateale dimostrazione di sostegno da parte del premier inglese reclamata da Rushdie che Teheran ha rilanciato clamorosamente le sue accuse, ha rinnovato le sue minacce di morte sperando di incrinare la solidarietà attorno allo scrittore. Qualche larvata polemica è serpeggiata a Londra nelle ultime settimane a proposito dei costi esorbitanti necessari alla protezione 24 ore su 24 di Rushdie, costretto a mutar di continuo rifugio per sfuggire ai killer islamici. E dopo quattro anni passati così, anche lo scrittore è sempre più insofferente a questo genere di «vita in gabbia». Ma da Teheran ieri è giunto questo avvertimento terrificante: appena la guardia si abbasserà attorno a Salman Rushdie, scatterà la vendetta assassina dei killer khomeinisti. Paolo Patrono L'Imam Khamenei: «E' dovere di ogni musulmano rimuovere questo essere mercenario dal cammino dell'Islam. E' meglio che Londra ce lo consegni» A sin. il leader spirituale iraniano Khamenei. A fianco lo scrittore anglo-pakistano Rushdie [fotoap]