Un'altra dc per i cattolici?

Un'altra de per i cattolici? Un'altra de per i cattolici? Da Gedda al cardinale Sodano «L'unità politica non è un dogma» ROMA. Segni, leader referendario, non firma il manifesto di adesione alla de di Martinazzoli. E' la scissione? Il segretario replica: «Dio mio, speriamo proprio di no...». Ma non si stupisce: «Defezioni, in passato, ce ne sono state diverse». Le «due de» sono nell'aria. E per un Mino che «non ci sta a buttare alle ortiche il vecchio partito per farne un altro», ci sono Mariotto ed amici pronti a fondare «il nuovo partito popolare, nel quale richiamare a raccolta i cattolici democratici». Di fatto, la strada che porta ad un secondo partito cattolico pare farsi sempre più larga. Senza traumi? E' ancora tutto da vedere. Di certo c'è che a non farne un dramma è stato, per primo, nel novembre scorso, proprio Luigi Gedda, il fondatore dei Comitati civici, il vincitore delle elezioni politiche del 1948: «Dal punto di vista della Chiesa, il se- condo partito cattolico non è una novità. E' ora di discuterne seriamente, anche perché con i tempi che corrono, potrebbe indicare una strada nuova». Ed ha spiegato che «subito dopo la guerra, all'interno della gerarchia vaticana, il problema politico dei cattolici non era considerato in modo univoco»: «C'era chi, come il sostituto alla Segreteria di Stato, monsignor Giovanni Battista Montini, sosteneva l'unità dei cattolici in un solo partito, come poi di fatto avvenne. Ma c'era anche chi, come monsignor Domenico Tardini, segretario per gli Affari straordinari (e con lui anche monsignor Ot- > taviani), vedeva con maggior fervore l'esistenza di due partiti cattolici in competizione». Concludeva il professor Gedda: «Nella situazione di oggi e nella dimensione ecumenica del pontificato di Giovanni Paolo n, l'ipotesi di monsignor Tardini potrebbe diventare il telaio sul quale costruire una nuova politica più coerente dei cattolici italiani». Poi, da novembre ad oggi, la crisi dei partiti tradizionali si è ulteriormente aggravata. E per il neo-segretario del Biancofiore la strada del rinnovamento democristiano è tutta in salita. Il sostegno del mondo cattolico resta una delle poche carte da giocare; ma per Mino Martinazzoli si tratta «di un sostegno ancorato a un'idea, quella dell'unità politica dei cattolici, che oggi non ha più senso». Parole di Domenico Rosati, ex senatore dp,. già presidente nazionale delle' Àcli. «L'ùmtà^politica dei cattolici mi appare oggi una sorta di "fuor d'opera": basterebbero le ultime elezioni a dimostrarlo», confida all'inizio di gennaio all'Unità. Pochi giorni prima, in una intervista alla Stampa, è il cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato vaticano con Karol Woytjla, a sostenere che tale unità non è scritta nel Vangelo: «Il partito unico dei cattolici in Italia non è stato imposto agli italiani dalla Chiesa. I cattolici italiani, assieme ai loro vescovi, l'hanno scelto ritenendolo utile. Certo, non è un dogma. Nel futuro, sarà importante vedere in concreto chi aiuterà la Chiesa a difendere alcuni valori a cui la Chiesa tiene molto... Ben vengano altre forze politiche a sostenerli». Ma subito dopo Rocco Buttiglione, intellettuale cattolico vicino al Papa polacco e consigliere di Martinazzoli sui problemi dell'etica, ha messo le mani avanti: «La competizione sarà tra progressisti e moderati. Ma la Chiesa non dovrebbe identificarsi a priori con nessuno dei due schieramenti». Mario Tortello

Luoghi citati: Gedda, Italia, Roma