Mario Marenco e Luotto nella commedia di Simon di M. Bo

CHE STRANA COPPIA CHE STRANA COPPIA Mario Marenco e Luotto nella commedia di Simon LA strana coppia», la commedia scritta da Neil Simon nel 1965, è forse uno dei maggiori successi comici di questo secolo. Memorabile l'edizione cinematografica che ebbe come interpreti Walter Matthau e Jack Lemmon; tra quelle teatrali ricordiamo invece quella diretta da Giovannini con Walter Chiari e Renato Rascel e una versione al femminile portata sulle scene alcuni anni fa da Monica Vitti e Rossella Fajk. Ora, al Teatro Erba, a partire da martedì 16 febbraio, ecco una nuova coppia cimentarsi nel capolavoro del drammaturgo statunitense. Debuttano infatti in prima nazionale due personaggi televisivi noti al grande pubblico e legati alla ormai folta «banda Arbore»: Mario Marenco e Andy Luotto. La vicenda arcinota è quella di due uomini separati, che stringono tra loro un curioso sodalizio decidendo di vivere nell'appartamento di uno dei due. La convivenza porta però poco alla volta allo scontro: uno ama il disordine, cerca nella trascuratezza una effimera illusione di libertà; l'altro, preciso e puntiglioso, insegue in forma sempre più maniacale il sogno di una vita domestica felice. Il dissidio, in tutto simile a quello di DUE SPETTACOLI LA boutique fantasque» ed «Enciclopedia» due titoli solidi del repertorio rispettivamente della Compagnia del Teatro di Torino e di Roberto Castello si affacciano sui palcoscenici di danza di questa settimana. Il primo ad arrivare in ordine di tempo è «La boutique fantasque» che va in scena il 13 e il 14 al Teatro di Torino, al posto della annunciata «Coppelia», e chiude in anticipo la stagione di danza della Compagnia. Costruita da Respighi sulle musiche di Rossini, «La bottega fantastica» si avvale della coreografia di Loris Gay dei costumi di Loredana Fumo e dello stesso cast che l'ha portata al successo mesi fa: Cesare Goffi, Ciro Beffi, Sharon del Piano, Yuanhe Wang, Monica Longhin e Djamel Fellouhe. «Enciclopedia» è invece il conosciuto ed amatissimo a solo di Roberto Castello che torna in scena al Garybaldi di Settimo dal 18 al 20 febbraio. E' una divertente scorribanda nei tic e manie della danza di questo secolo, condotta con ironia, affetto, sapienza da Castello che con trasformismo alla Fregoli ci regala esilaranti macchiette e saporitissimi sketch. [se. tr.] Mario Marenco e Andy Luotto, «Strana coppia» all'Erba. A fianco,, Ottavia Piccolo in «Pazza» a Rivoli. Sotto, Roberto Castello. un marito e di una moglie, porterà alla rottura della nuova coppia che si separerà tuttavia senza rancori. Mario Marenco e Andy Luotto sono affiancati da un nutrito cast di attori nel quale compaiono Stefano Lescovelli, Gianbattista Boni, Antonio Maionese, Loretta Cester, Bruna Mandolino. La regia è di Alvaro Riccardi, le scene di Lorenzo Ghiglia. Lo spettacolo sarà replicato fino a domenica 21 febbraio. Monica Bonetto ADUA CARA EMILY ISPIRATO a Emily Dickinson, la poetessa americana nata nel 1830 e morta all'età di 58 anni dopo una vita trascorsa in un discreto, ostinato e fecondo isolamento, è lo spettacolo in scena al Teatro Adua dal 15 al 18 febbraio. Autrice e interprete del testo originale Maria Grazia Ghetti, diretta dal regista Adriano Dallea e accompagnata in scena dalle musiche eseguite dal vivo dal violinista Paolo Buconi. «La vostra cara Emily», questo il titolo della pièce, prende liberamente spunto dalle lettere e dalle poesie della Dickinson e costruisce in un voluto parallelismo tra la scena e la parola, un luogo dai tratti onirici e deformati, lontani dal naturalismo così come da banali intellettualismi di maniera. Tra stralci del ricco epistolario e brani poetici, viene espressa la straordinaria sensibilità della «donna vestita di bianco» (questo il colore prediletto per i propri abiti dalla Dickinson), in una sorta di virginale e allo stesso tempo inquieta e sensuale fruizione dell'esistenza. La solitudine, l'isolamento sono per la poetessa americana un provocatorio strumento di conoscenza, la condizione necessaria e privilegiata per interrogare il silenzio e renderlo infine parola. Scriveva nel 1872: «Alcuni dicono che / quando è detta / la parola muore. / Io dico invece che / proprio quel giorno / comincia a vivere». [m. bo]

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