Sonnifero agli intossicati

Boiler-killer a Ciriè, medico condannato a nove mesi Boiler-killer a Ciriè, medico condannato a nove mesi Sonnifero agli intossicati Chiamato ai primi sintomi dell'intossicazione, somministrò del Valium Poche ore dopo l'intera famiglia, tre persone, morì per l'ossido di carbonio Xl- ll medico Graziano Carena, gli occhi lucidi, è schizzato via dall'aula della pretura di Ciriè prima che il giudice terminasse la lettura della sentenza che lo ha condannato a 9 mesi di carcere per omicidio colposo: Angela, Aldo e Lorenzo Vajra morirono intossicati dalle esalazioni di ossido di carbonio d'un boiler assassino. Ma il dott. Carena, il medico che visitò le tre vittime poche ore prima della morte, non comprese le cause del loro malessere. Il pretore Antonio Malagnino ha accolto ieri mattina le richieste del p.m. Emanuela Gai, che ha sostenuto l'imperizia e l'imprudenza del medico. Le cinque udienze del processo hanno ricostruito con precisione la tragedia: Graziano Carena, 38 anni, di Coazze, il 25 gennaio del '90 era in servizio come medico di guardia dell'Usi 27. Poco prima delle 6 Aldo Vajra, impiegato alla Sip di 50 anni, richiese il suo intervento per un malore accusato dalla moglie Angela Franchino, 45 anni. Carena visitò tutta la famiglia: padre, madre ed il fi- glio Lorenzo, 20 anni,studente al Politecnico. Presentavano un malessere generale, con svenimenti, nausea, emicrania. Il sanitario, che oggi continua la sua professione come medico di base all'Usi di Giaveno, diagnosticò una sindrome ansiosa collettiva: Lorenzo era preoccupato per un esame all'università. Angela era solita assumere tranquillanti. Somministrò a tutti e tre un sonnifero, ed uscì dalla villetta di via don Bosco 1 raccomandandosi di ritelefonargli in caso di problemi. I Vajra non riuscirono più a chiedere aiuto: intorno alle 10 di quella stessa mattina morirono nei loro letti passando dal sonno alla morte. Al piano terreno della villetta, un rubinetto dell'acqua calda dimenticato aperto tenne alta la fiamma di un boiler difettoso, che sprigionò ossido di carbonio avvelenando l'aria fino alla concentrazione mortale. La sentenza, che concedè a Carena la sospensione condizionale della pena, chiude un tormentato iter processuale, con perizie d'ufficio dagli esiti contraddittori fino a quella, decisiva, affidata a un collegio di tre esperti: il medico avrebbe dovuto, per prudenza, disporre un ricovero in ospedale, o controllare, dopo qualche tempo lo stato di salute dei tre. Gli avvocati della difesa Almondo e Rossi, che avevano chiesto l'assoluzione, ricorreranno in appello: l'intossicazione da ossido di carbonio non presenta sintomi specifici, per loro il medico non aveva elementi sufficienti. [g. fav.] Il dottor Graziano Carena

Luoghi citati: Ciriè, Coazze, Giaveno