Ferrara la dieta mi rende nervoso io non conduco litigo e mi piace

r TIVÙ'& TIVÙ' Ferrara: la dieta mi rende nervoso io non conduco, litigo e mi piace VEDETE come va il mondo. Prendete Giuliano Ferrara, giornalista del video e della carta stampata, orgoglioso portabandiera di un genere, la tv-spazzatura, eurodeputato socialista, abile realizzatore di trasmissioni accese e discusse, uomo tanto intelligente quanto contestato, tanto amato quanto odiato, grande provocatore: perché si tornasse a parlare di lui, ha dovuto mettersi a dieta. Seria, drastica, americana. Ferrara è malato, Ferrara va in clinica, avevano riferito tutti i giornali qualche tempo fa. Deve soltanto dimagrire, o la sua salute è minata da qualcosa di più grave? Non sarà invece che Giuliano parte perché preferisce trovarsi altrove nel momento della caduta verticale del psi? Al solito, il rumore che si fa intorno alle notizie è spesso più forte.della notizia stessa. Come Ferrara ha raccontato l'altro giorno a Fulvia Caprara, non era affatto ricoverato, ha semplicemente passato un paio di mesi nel suo appartamento di Manhattan, con rasserenante vista sul Central Park, approfittando1 ne per abbassarsi la glicemia, I lontano dalle tentazioni e dagli stress italiani. Quindi il problema fondamentale, alla ripresa dell'«Istruttoria» su Italia 1, non era constatare se il programma fosse migliorato o peggiorato, ma se Ferrara era dimagrito oppure no. E allora? Forse si è un po' asciugato, ma la sua mole è tale che, con tutto il rispetto, una ventina di chili persi si confondono nel grande corpo. Poi: le diete rendono nervosi, più del caffè. E Ferrara così era l'altra sera, nervoso. Non sembrava a suo agio con gli ospiti che si era scelto, appariva inquieto, con l'andatura del leone in gabbia. Il tema era assai ampio, e probabilmente anche doloroso per lui: la crisi del partito socialista, le tangenti, i destini di Craxi e di Martelli. Palmella, Guzzanti, Muglimi, Rizzoli, Marinucci, Borboglio, Intuii, Spini, Libertini (di Rifondazione comunista, definito da Pannella «reperto archeologico»), tutti i politici presenti in studio e anche quelli collegati da Napoli dicevano, come si usa, la loro, spesso bacchettati da Ferrara, che avrà perso i chili ma non la sua istrionica abilità: però era nervoso. Forse l'argomento era troppo vasto persino per lui e, con la tv che dà tutte le notizie in tempo reale e automaticamente le brucia e ne fa satira (vedi il citato gruppo di «Avanzi»), persino un po' logorato. Tenere le fila della materia nel suo complesso non era semplice. Che cosa chiede il pubblico a trasmissioni di questo tipo? Abbiamo visto che non chiede più la rissa, ormai passata di moda. Chiede imparzialità, o almeno un tentativo. Ma chi segue i «talk show» di tema sociale è abbastanza smaliziato per sapere che questa invocata imparzialità (pure ammettendo la buona fede iniziale) è come la Primula Rossa, introvabile. Perché nessuno è neutro, perché tutti si portano dietro idee, sentimenti e formazione. Figuriamoci Ferrara, che imparziale non cerca neppure di esserlo: lui prende sempre posizione, per temperamento, per cultura e per scelta. L'altra sera, dunque, abbiamo visto materializzarsi una nuova figura di conduttore, uno che non si poneva sopra le parti, ma brigava con gli altri. Un ospite di se stesso. Alessandra Cornarci

Persone citate: Alessandra Cornarci, Craxi, Ferrara, Fulvia Caprara, Giuliano Ferrara, Guzzanti, Libertini, Marinucci, Pannella

Luoghi citati: Ferrara, Italia, Manhattan, Napoli