Manager con «sindrome d'avviso» di Aldo Carotenuto

Manager con «sindrome d'avviso» Piero Rocchini, l'ex psichiatra dei deputati: provoca ansia e immobilismo Manager con «sindrome d'avviso» Le «cure» di Aldo Carotenuto e Franco Ferrarotti INSICUREZZA, riflessi bloccati, capacità d'iniziativa rallentata, ansia che genera torpido immobilismo. Woody Alien li chiamerebbe effetti devastanti. Sono quelli provocati dalla «sindrome da avviso», ovvero «uno dei più insidiosi virus che ha colpito in questi mesi imprenditori e manager italiani», diagnostica il prof. Piero Rocchini, direttore dell'Istituto di studi psico-sociali, noto ex psichiatra dei deputati, licenziato in tronco per aver svelato le depressioni degli onorevoli colpiti da un'altra sindrome, non meno terribile, quella da «preferenza unica». Come i parlamentari costretti per la prima volta a fronteggiare i rischi elettorali in prima persona, senza cordate, anche molti imprenditori e manager abituati ad aggirare le regole della concorrenza, neutralizzando il rischio di impresa conia protezione pagata, sarebbero ora preda dell'angoscia. Improvvisamente senza protezioni e, per giunta, se ancora non entrati nel ciclone giudiziario, afflitti da «sindrome da av¬ viso». Colpiti in modo grave. Il prof. Rocchini colloca poi nel secondo girone manager e imprenditori che «hanno subito il sistema delle tangenti senza entrare in pieno nel sistema di protezione. Hanno pagato il prezzo, ricevendo un corrispettivo non risolutivo per l'azienda. Ora devono fronteggiare le nuove sfide, però sono troppo scarsamente allenati». La guarigione è invece a portata di mano, secondo lo psicologo, per quelli che pur coinvolti nel sistema delle tangenti, nel guidare aziende in campo internazionale sono stati costretti non solo a subire le conseguenze della «prassi italiana», ma anche - fortunatamente per loro - a mantenersi in esercizio confrontandosi con i concorrenti stranieri. «Alla loro capacità di ripresa - sentenzia Rocchini - è in buona parte legato il destino,della nostra economia;' sono loro che potranno impedire la ricaduta in una sorta di nuovo medioevo». Sì, è proprio un gran brutto momento carico di tensione anche per il mondo imprenditoriale, concorda lo psicanalista Aldo Carotenuto, «ma può essere propizio per provocare una situazione nuova, positiva: l'imprenditore, il manager, può capire finalmente il valore di quello che fa. Con il sistema delle tangenti non era il suo lavoro a vincere sugli altri, ma il denaro che dava. E questo lo ha depauperato». Ma non è facile trovarsi in una situazione nuova. Chissà, forse qualche seduta psicanalitica potrebbe aiutare chi è affetto da «sindrome da avviso»? «No, niente psicanalista, la cura migliore è rimanere saldamente al lavoro. E' il rischio che tempra le persone». Anche Franco Ferrarotti è convinto che la cura per i colpiti dalla sindrome, in forma più o meno pesante, è non mollare, ma saper rispondere alla «sfida al rinnovamento imposta dall'ingresso nell'Europa. Un'azienda non potrà più ricorrere a trucchi e furberie a scapito dei concorrenti». Il sociologo, che già 30 anni fa insieme ad Adriano Olivetti e agli intellettuali di «Comunità» aveva messo in guardia contro i pericoli dei partiti piramidali corruttori, non ama le generalizzazioni per analizzare i «mali» del mondo imprenditoriale italiano «che sconta l'abitudine ad essere protetto, un'eredità corporativa dell'autarchia fascista». Come prevenzione Ferrarotti suggerisce, senza comunque dare alibi alla corruzione, di «snellire la burocrazia per evitare raggiri». E come cura ai' manager italiani «che hanno dato pròve eccelse»: «rispettare, non usare i partiti; e a loro volta non farsi usare». 1 Stefanella Campana wmmm Lo psicanalista Aldo Carotenuto «La cura da sindrome? Restare al lavoro: il rischio tempra le persone»

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