Mandni «Macché Midas Solo figure secondarie» di Pierluigi BattistaAntonio Giolitti

IL VECCHIO COMBATTENTE Mandni: «Macché Midas Solo figure secondarie» IL VECCHIO COMBATTENTE Lm ROMA W ERGIFE come il Midas? I La storia dei ricambi di segreteria nel psi indissolubilmente associata ai corridoi degli alberghi dell'Aurelia? «Ma non scherziamo. Nel psi del Midas c'era gente come Nenni, Lombardi, un De Martino nel pieno delle sue forze. E adesso? Soltanto figure di secondo piano». Giacomo Mancini, eminenza grigia della storica svolta che nel 1976, all'hotel Midas, portò alla detronizzazione di De Martino segnando l'inizio dell'era di Craxi (che Mancini definisce sarcasticamente «il Ventennio»), rifiuta quasi con sdegno l'analogia tra le due storie. Lui, all'Ergife non si è fatto vedere: «Sarei andato solo per eleggere Claudio Martelli». E perché non ha voluto mettere piede nell'albergo sull'Aurelia? «Forse per penitenza, dato l'imperdonabile peccato commesso nel 1976 al Midas». Ma come, onorevole Mancini, dopo anni di unanimismo, tornano nel psi le lotte al coltello, le riunioni segrete, i tradimenti. E lei dice che tutto questo non ricorda l'atmosfera del Midas? «Sono solo apparenze. Analogie puramente formali. Nella vicenda del Midas si parlava di politica, soltanto di politica, e di vita interna del partito. De Martino veniva rimproverato perché considerato responsabile di una gravissima sconfitta elettorale. Adesso c'è un partito portato allo sbando da un ex segretario che non ha saputo comportarsi nei modi che la situazione richiedeva. E quando dico ex segretario voglio alludere all'unico elemento positivo di questa faccenda: l'uscita di scena di Craxi, un fatto di straordinaria importanza». Davvero non le ricordano niente, lei che dei congiurati antidemartiniani fu indubitabilmente lo sponsor, le manovre che si sono intrecciate in questi giorni nei paraggi dell'Ergife? «Guardi che allora il passaggio da De Martino a Craxi fu possibile grazie allo sfaldamento dei demartiniani, che erano responsabili dello stato in cui versava il psi ma divennero quasi tutti sostenitori del nuovo, Enrico Manca in testa. Si dia un'occhiata agli sponsor di Benvenuto e di Valdo Spini. C'è da mettersi davvero le mani nei capelli,). Non c'è nessuno paragonabile al Mancini del '76? «Con tutta la modestia di un uomo arrivato direi ottimamente a 77 anni, direi proprio di no. Prendiamo gli sponsor di Benvenuto: i La Ganga, gli Acquaviva. Tutti personaggi la cui unica forza in passato è stata l'incondizionata obbedienza al Capo e che a rigor di logica non possono restare in piedi quando cade il Capo. Intendiamoci: personalmente non ho niente contro Benvenuto, di cui anzi determinai l'ascésa nella Uil, ma con questa gente ogni barlume di speranza si estingue per forza». E i rinnovatori? «Rinnovatori? Ma quelli del Midas hanno succhiato il peggio. Gente abituata al passaggio di corrente disinvolto, rotta a tutti gli intrighi di Palazzo, alle manovre di corridoio». Fuori i nomi. «Rino Formica, per esempio. Per carità, persona simpatica, spiritosa, fertilissima di apprezzabili battute. Ma il suo pendolarismo politico, lo confesso, mi disorienta, mi stordisce. Si è mai visto un generale non dico passare all'altro schieramento, ma diventare il generale del fronte opposto?». E' l'accusa che hanno fatto a Martelli. «E io invece penso che vada ridimensionata questa storia di Martelli succubo di Craxi. E' un fatto che in più d'una occasione, fino al congresso di Bari del 1991, più volte Martelli ha dimostrato una libertà di giudizio che nel ventennio ben pochi degli attuali rinnovatori hanno saputo dimostrare. A cominciare da Claudio Signorile, autentico principe del trasformismo». Non è che al Midas si diede un grande esempio di linearità. «Per quello che mi riguarda, incoraggiai gli autonomisti perché venivamo tutti dalla matrice nenniana. E poi, ripeto, c'era un problema politico con De Martino, relativo ai rapporti tra il psi e il pei. Mi sa dire quale aspetto della politica craxiana è stato rimesso in discussione all'Ergife? Forse i rapporti con la de? O cos'altro? No, no: il Midas è un'altra storia. L'età avanzata mi consente di dirlo». Pierluigi Battista A sinistra, Giacomo Mancini uno dei grandi assenti all'assemblea socialista A destra, Francesco De Martino con Antonio Giolitti

Luoghi citati: Bari, Roma