De Michelis le bombe cadono ma Bettino resta una roccia di Augusto Minzolini

De Michelis: le bombe cadono ma Bettino resta una roccia De Michelis: le bombe cadono ma Bettino resta una roccia ROMA. «Ah... Se non fosse successo quel che è successo, oggi sarei io il segretario del psi...». E' quasi un sospiro quello che esce dalla bocca di Gianni De Michelis, uno degli arbitri dei tanti giochi che hanno portato all'elezione di Benvenuto. Che strano sentir parlare De Michelis: il suo vecchio nemico, Claudio Martelli, ha lasciato il psi; alla segreteria è andato il suo candidato, Giorgio Benvenuto; eppure quel rimpianto lo fa apparire come uno cne ha perso. Ma forse, proprio per questo, proprio perché è un uomo che è obbligato dalle circostanze a non coltivare nessuna aspirazione, De Michelis, a modo suo, può diventare una guida per addentrasi nei meandri di quel «puzzle» complesso che è diventato il psi del dopo-Craxi. Sono le 11 del mattino e De Michelis comincia a raccontare i personaggi di questo psi nella hall dell'Hotel Ergife: «In queste giornate si è visto un po' di tutto, è tornato alla luce anche il peggior psi: si è partiti con le scissioni e si è tornati al trattativismo. E' la natura degli uomini. Ad esempio, il vecchio Manca, fino a ieri ha fatto l'eroe per gli altri e da stamattina ha cominciato a trattare per se un posto di segreteria, incontrandosi a via del Corso con Babbini e Rotiroti. Ha 64 anni e dal '48 fa politica così. E' stato tutto e il contrario di tutto, perché per lui la politica è mettere quello lì e quell'altro lì. L'opposto di Rino Formica che da vecchio trotzkista ha una visione della politica a tinte forti, come dice lui, sangue e merda». Manca, Formica, e gli altri? De Michelis, com'è nella sua natura, è un fiume di parole e parla dello sconfitto, di Valdo Spini: «Ha sbagliato tutto. E' riuscito a mettersi contro anche Amato che lo voleva ma alla fine ci ha spiegato che in una situazione così tempestosa non si poteva avere un segretario che sbanda così. La verità è che Valdo ha il difetto di essere vanesio. Pensa¬ re a lui come segretario è come pensare à Veltroni segretario del pds. Vedrete, invece, che Benvenuto sarà un buon segretario: la sua candidatura è stata sulla graticola per settimane, ma lui è riuscito a non aprir bocca. E per farlo scendere in campo abbiamo dovuto convincerlo». Prende un po' di fiato la «guida» e un attimo dopo parla di un esemplare socialista ormai emigrato, di Martelli. «Per me spiega De Michelis - o rientrerà nel psi, o smetterà di far politica. Non c'è spazio per altri partiti o movimenti. E se lo conosco bene, credo che tornerà. Claudio è una persona che va capita: si divide tra una sfera razionale e un'altra emotiva che non riesce a controllare, che lo rende fragile psicologicamente». Poi, per finire la carrellata dei tanti candidati alla successione, De Michelis spende una parola su Ottaviano Del Turco: «Nel febbraio dello scorso anno Craxi pensò ad una segretria Del Turco - racconta -. Quando mi chiese cosa ne pensassi, risposi con un «mah... veramente», storcendo un po' la bocca. Ma questo non solo perché all'epoca avevo in mente di fare io il segretario, ma anche perché, diciamo la verità, noi che siamo in questa sala ci conosciamo tutti dagli anni 60 e Ottaviano allora era considerato lo scemo del villaggio. E le persone non è che cambiano. Meno male che Craxi ha cambiato idea, perché con Ottaviano saremmo arrivati allo scioglimento del psi». A proposito di Craxi: cosa vede De Michelis nel futuro dell'uomo che per 16 anni ha guidato il psi? «Sarà un autorevole esponente del psi - risponde che bisognerà aiutare stando attenti, visto che fuori continuano a piovere bombe. Sì, il bombardamento di Dresda non è ancora finito... ma Bettino si è dimostrato una roccia, con tutto quello che gli hanno sparato contro è ancora in piedi». Malgrado quello che dice De Michehs continua ad essere fiducioso sul futuro del psi: «Vi spiego qual è la ragione: fra sei mesi quelli che soprawiveranno nel psi saranno come le falangi tebane, come delle truppe scelte che sono riuscite a superare un percorso di guerra impossibile. Saranno preparati a tutto». E lui cosa farà? Da oggi anche De Michelis, come Craxi, non è più niente. «Anch'io - ammette di pallottole ne ho prese, ho due avvisi di garanzia. Continuerò a difendermi, ma non credo che tornerà a pensare alla segreteria: "reperita non juvant". A quel posto potranno puntarci altri, magari personaggi come Frabrizio Cicchitto». Augusto Minzolini Il vicesegretario del partito socialista, Gianni De Michelis grande regista all'Ergife

Luoghi citati: Dresda, Roma