All'Ergife ha votato anche Giuda di Filippo Ceccarelli

All'Ergife ha votato anche Giuda All'Ergife ha votato anche Giuda Così gli amici in una notte TRADIMENTO IROMA N fondo, fino a pochi giorni fa Larini era uno dei migliori amici di Craxi. Benvenuto stava con Martelli.,'"Amato pure. De Michelis faceva il tifo per Spini, Formica era uno dei capi della minoranza, così come Signorile. Adesso lo schema funziona alla rovescia. In fondo, a poche ore dall'inizio dell'assemblea nazionale, quasi tutti stavano con tutti, e con nessuno. Prima che il gallo canti tre volte, tu mi rinnegherai... «E stanotte - confessava di buon'ora Gino Giugni con un sorriso un po' amaro - questo gallo non ha mai smesso, era come impazzito». Dunque, i martelliani avevano promesso le barricate, per Claudio. E i craxiani che avrebbero ritirato la candidatura di Benvenuto. Eh, chicchirichìì a tutto spiano, «peggio che l'allevamento Valle Spluga»... Al dunque Martelli, più che venduto, se lo sono proprio dimenticato. «Nessuno dei suoi che abbia nemmeno tentato di fargli avere la solidarietà in assemblea - è il crudele rilievo di un avversario come Signorile - l'unico che se n'è ricordato è stato Bettino». E la mossa di far ritirare Benvenuto? L'ex diniego ha avuto una durata di circa sei ore. Chi ci ha creduto non ha fatto una bella figura. E d'accordo: la tattica, l'arte e la scienza della manovra, i tempi legittimi della simulazione e della dissimulazione. E tuttavia, a un certo punto della notte, tra occhiatacce sospettose e gentilezze da far rabbrividire, sembrava che all'Ergife ci fosse Giuda Iscariota, delegato dell'aldilà, a ispirare e a tirar le fila del lavoro e del negozio politico. E così è stata diffusa, pervicace e misteriosamente convulsa, questa sorta di infernale ispirazione, da render possibile, adesso, a cose fatte, solo una mappa parziale e assai limitata dei tradimenti. Che è una parola forte, si capisce, però fin troppo evocata in questo squarcio di post-craxismo, in questa movimentatissima atmosfera che ha reso possibile, senza alcun giudizio etico, se non tradimenti almeno movimenti, pentimenti, spostamenti, smottamenti e rimescolamenti. Individuali, di gruppo e perfino geografici. Occulti e palesi. «Le Marche e il Veneto hanno tradito la maggioranza!» esultavano sulle scale al- cuni addetti alla contabilità della minoranza. «Ma Boma e Dell'Unto - rispondevano gli altri - ora sono con noi». Cioè si erano sfilati più o meno elegantemente, vallo a sapere. Perché nulla, poi, è più relativo del tradimento. Che è soltanto quello degli altri. E davvero bisogna trovare uno spirito creativo come quello di Franco Piro, che era con Rin¬ novamento e poi ieri ha presentato dal podio la candidatura di Benvenuto, per farsi rispondere che «sì, certo, Giuda Iscariota mi sta pure bene. Ma quello nero di Jesus Christ Superstar, che tradiva perché considerava Gesù troppo moderato». Altrimenti uno come Signorile, che si ritiene giustamente un professionista e questo genere di scherzetti li co¬ nosce anche per esserne restato vittima, scaglia il concetto dell'infedeltà e del voltafaccia nell'iperuranio di una sconsolata astrattezza: «No, qui non c'è più nulla da tradire». E non si capisce bene se è per la gravità della situazione o perché si sono esauriti tutti i tradimenti possibili. A cominciare da quello di Martelli, «moderno Bruto» se¬ condo Le Monde, fino a quello proprio ai danni di Martelli. E in mezzo a queste due vicende quasi più esistenziali che politiche una lunga catena di ripensamenti e abbandoni; una trafelata e contagiosa riscoperta del proprio interesse personale, soprattutto a saltare sulla scialuppa di salvataggio; una specie di «tana libera tutti» che dopo anni ed anni di fedeltà craxiana imposta ed auto-imposta restituisce al socialista l'antica vocazione manovriera, resa ancora più carogna da tanti anni di «pragmatismo» e da un'identità sociale sempre più vaga. E così: «O sovra tutte mal creata plebe/ che stai nel loco onde parlare è duro». E in effetti, nei corridoi dell'Ergife, le difficoltà di catalogazione erano parecchie, ma si può dire che padre Dante avrebbe senz'altro trovato materiale per i canti XXXI, XXXII e XXXIII dell'Inferno. Pillitteri, per esempio, ha richiamato «i tradimenti di alcuni cannibali, e mi riferisco a quelli che non avendo nulla da mangiare sbranano anche il proprio fratello». E con il conte Ugolino, che è proprio in uno di quei canti, siamo in argomento. Al Residence Ripetta Mancini ha parlato di Formica e Signorile come generali felloni finiti nel fango e nella palude, e l'ambientazione è anch'essa piuttosto dantesca. Del Turco ha parlato di «viltà di massa». Craxi ha confessato: «Qualcuno mi avrebbe venduto a Martelli già prima di Natale». Insomma, laggiù nel pozzo nero dell'Inferno, insieme alle altre «ombre dolenti ne la ghiaccia» del Cocito, insieme a Bocca, Focaccia, Sassol Mascheroni, Ganellone, Tebaldello e altre figure della cronaca italiana dell'età tardo comunale non è che ci sarebbero stati male alcuni esponenti del garofano post craxiano (curiosità: sempre in uno di quei canti si parla de «la costuma ricca del garofano», e anche al tenore di vita è intrecciata in qualche modo la questione del tradimento). I sottocerchi con centrici immaginati nella Divina Commedia prevedono co munque traditori dei parenti, traditori politici, traditori degli ospiti e traditori dei benefattori - Trussardi, Gerri Scotti e alcuni giornalisti di Raidue ci facciano un pensierino Piuttosto Dante sembra aver trascurato l'impegnativa arti colazione rilanciata ultima mente da Margherita Boniver (che pure a un certo punto ha avuto qualche problemino con la maggioranza), l'assunto cioè secondo cui «Gli uomini tradì scono, le donne no». Sarà. Cossiga, che pure non è so cialista, è intervenuto in modo preventivo su Amato: «Non può, ingenerosamente, pren dere le distanze da Craxi». La rini, uno dei più grandi amici di Bettino, ha confermato l'antico motto: «Dagli amici mi guardi Iddio». Mentre Enrico Manca, soprannominato «Ja go», che tutti lo aspettavano alla prova, non ha tradito per nulla. Ironia della cronaca e forse, chissà, anche della storia. Filippo Ceccarelli Il «fallito» Larini ha fatto scuola Giugni: quanti voltafaccia A sin. Craxi con Larini. A fianco Rino Formica. Sotto, Del Turco Sopra, il ministro Margherita Boniver. A destra, l'ex sindaco di Milano Paolo Pillitteri

Luoghi citati: Marche, Milano, Veneto