Benvenuto segretario spaccato il psi di Luigi La Spina

L'ex leader della Uil con il 56% dei voti batte Spini (41%) e promette: romperò col passato L'ex leader della Uil con il 56% dei voti batte Spini (41%) e promette: romperò col passato Benvenuto segretario, spaccato il psi Conso ministro della Giustizia, non ci sarà rimpasto GIUDICI RIFORME E PARTITI P U PI O DENG SENZA COMPAGNO C, E' chi propone un condono e non si accorge, del tutto in buona fede, che si può tradurre in concreto solamente con l'amnistia. Chi invoca onorevoli e salutari dimissioni a raffica e vagheggia, in realtà, un'epurazione. Chi ragiona di ricambio, di rinnovamento della classe dirigente e si accontenterebbe di sostituire i suoi nemici con i suoi amici. Dopo lo sfogo del giudice Di Pietro, un lucido appello a chi ha il compito d'intervenire per evitare 1*8 settembre della democrazia italiana, la confusione delle idee è massima e l'iniziativa politica davvero minima. La via di uscita per un'inchiesta a scatole cinesi come quella di «Mani Pulite» passa, prima di tutto, da un'analisi realistica della proposta di un cosiddetto «condono», avanzata per prima alcuni mesi fa, con lodevole e coraggiosa preveggenza, dal giudice Colombo. Il magistrato milanese c tutti coloro che hanno aderito alla sua idea immaginano, con encomiabili intenzioni, file di pentiti con il malloppo sulle spalle in fremente attesa di un perdono, in cambio della restituzione del bottino e della promessa di sparizione dalla ribalta della vita pubblica. In realtà, agli sportelli dei Palazzi di giustizia non si presenterebbe probabilmente nessuno. Innanzitutto per la sostanziale sparizione del maltolto, non imboscato tanto in confortevoli banche d'Oltralpe quanto dilapidato in compravendita di voti, convegni di corrente, riviste d'apparato. La restituzione delle «briciole», personalmente cospicue ma percentualmente trascurabili, dedicate all'arricchimento personale, potrebbe tacitare giustificabili appelli alla decenza morale dei singoli coinvolti, ma si risolverebbe in una sostanziale truffa della giustizia. Luigi La Spina CONTINUA A PAGINA 2 PRIMA COLONNA Ieri in ospedale le ha P PUN DUELLO Il triste sorriso di Giorgio e Valdo m ROMA Giorgio Benvenuto è il nuovo segretario del psi, ma il partito che è stato di Craxi è spaccato in due. L'ex leader della Uil, nell'assemblea dell'Hotel Ergif e, ha ottenuto 306 voti, pari al 56 per cento del totale. Valdo Spini si è fermato al 41. «Romperò col passato - ha commentato il successore di Craxi -. Nel psi dovrà esserci piena cittadinanza per tutte le idee». «O Benvenuto tiene conto di questo risultato - ha replicato lo sconfìtto - oppure si andrà al congresso». Cambio della guardia anche al ministero della Giustizia. Scalfaro ha imposto un tecnico, in tempi rapidi per non dare l'impressione che i partiti stessero mercanteggiando. La scelta è caduta su Giovanni Conso, torinese, ex presidente della Corte Costituzionale, già candidato del pds alle elezioni presidenziali. Non c'è stato, invece, il «rimpasto». Giovanni Gorìa, Carmelo Conte e Francesco De Lorenzo, coinvolti in inchieste giudiziarie, sono rimasti al loro posto. F. Amabile, P. Battuta r^mr r «au ai HI E* É**i Imi ■ 111 F. Martini, A. Minzoflni e A. Papuzzi ALLE PAGINE 2-3-4-5 Giorgio Benvenuto CINA, PAROLA ABOLITA Icomunisti cinesi continuano a stupirci. Pur restando formalmente comunisti, restano al tempo stesso paradossalmente e fantasiosamente all'avanguardia nel processo di decomu nistizzazione nei settori più vari: riprivatizzano con successo la campagna e la fabbrica, rivalutano il mercato e la concorrenza dicendo che esistevano prima del capitalismo, fanno risorgere a Shanghai e a Canton la Borsa, distribuiscono azioni anziché libretti rossi ai cittadini, fanno giungere in Occidente film intensissimi e crudeli sulla condizione della donna e della giustizia nella Cina feudale e nella Cina attuale. Adesso l'ultima novità: l'annunciatore ufficiale della televisione di Pechino si è rivolto oggi agli spettatori chiamandoli non più «tongzhimen», compagni, ma «xiansheng», signori. C'è stata anche una spiegazione per questo clamoroso cambio d'appellativo: la parola «compagno», ha detto l'annunciatore, sarebbe ormai del tutto anacronistica non rispondendo più né allo spirito né alla sostanza dei nuovi rapporti sociali e civili instaurati in Cina dalle vorticose riforme di Deng Xiaoping. Così in uno degli ultimi e grandi continenti comunisti viene ristabilito il vecchio termine borghese di «signore», tanto disprezzato dal 1917 in poi. L'appellativo di «gospodin» si riabilita in Russia e in Croazia, quello di «gospod» in Slovenia, quello di «pan» in Polonia, quello di «herr» nella ex Germania Orientale; mentre il classico «tovarish» russo o sloveno, il «drug» serbo o croato, o il «genosse» tedesco ricadono logorati dall'abuso nel vuoto delle figure lessicali non grate o fossilizzate. A questo punto un delicato problema filologico non potrà forse non porsi ai «compagni» del pds trasformato e del psi lacerato. Continuare a perpetuare in Occidente un appellativo rifiutato ormai massicciamente da quasi tutti i Paesi d'Oriente? Nel momento dei crolli ideologici generalizzati, che non risparmiano più niente e nessuno, conservare ancora i fossili semantici di una sinistra millenaristica che ha fatto il suo tempo, oppure adeguarsi all'invito della televisione di Pechino e restaurare un più ordinario galateo lessicale? Conservare rifondando, o restaurare innovando? Dilemma certamente minore, ma non privo, alla sua maniera, di una sottile e maliziosa sinuosità politica.