I parliti a Scalfaro «Rinviamo il voto »

Appello al Quirinale firmato da 7 segretari Appello al Quirinale firmato da 7 segretari I parliti a Scalf aro «Rinviamo il voto » «Rinviamo le elezioni». L'appello al Presidente della Repubblica è firmato dai responsabili di sette partiti torinesi: Chiamparino (pds), Vernetti e Piana (verdi), Farassino (lega), Bocchetti (rete), Tigani (psi), Peveraro (pli), Bruno (de). Chiedono un sindaco e un Consiglio comunale «forti di una nuova legittimazione», cioè scelti con regole diverse. La scadenza del 28 e 29 marzo non risponde, dicono, a questa necessità, perché il voto si svolgerebbe secondo le vecchie modalità. Per la prima volta, se si escludono generici ■ ordini del giorno approvati nelle assemblee pubbliche, un fronte che abbraccia buona parte dell'arco costituzionale si costituisce attorno a un punto forte della politica torinese. Restano fuori le estreme (msi e rifondazione), non c'è la firma dei repubblicani: «Ma è un primo elenco di adesioni, ne attendiamo altre. Ad esempio quelle dei responsabili di organizzazioni economiche, sociali e professionali della città» spiegano i dirigenti del pds. Il partito della quercia è il più sollecito in questa lunga vigilia elettorale: oltre all'appello, ha affidato all'ex capogruppo Domenico Carpamni il compito di redigere un programma, e il segretario Chiamparino prosegue negli incontri per trovare un candidato forte. Tutto ciò mentre il responsabile provinciale della de, Gian Paolo Zanetta, non fatica ad ammettere: «Il programma? Siamo a zero, il, nostro problema di oggi sono le adesioni». Ossìa il tesseramento secondo il nuovo corso voluto da Martinazzoli. La differenza tra pds e altri è tutta nel cambio del nome e nel successivo, doloroso strappo con Rifondazione. Gli ex comunisti hanno già patito il loro travaglio interno, pagando pedaggio alle ultime politiche. Ora tocca ad altri. Ai socialisti, innanzitutto: tangentopoli, fine di Craxi, strappo dei martelliani, rischio-scissione, crollo del tesseramento, scandaletti locali (Usi). «E in questa situazione possiamo pensare alle liste?» si domanda il segretario provinciale Franco Tigani. Poi la de. Partito di governo per eccellenza, è ancora provata dalla crisi comunale di cui è stata comunque una grande protagonista. L'ora dei congressi, e quindi la resa dei conti, potrebbe coincidere con le amministrative. Poi gli scandali: l'ex presidente Iacp in carcere, l'informazione di garanzia (ricetta- zione e violazione della legge sul finanziamento ai partiti) che l'altro giorno ha raggiunto Silvio Lega, la convocazione di testi illustri come il leader andreottiano Vito Bonsignore o il ministro Gianni Goria, sentiti dal magistrato che conduce l'inchiesta sull'ospedale di Asti. Il partito è in fermento, sabato scorso Martinazzoli si è visto consegnare un invito a commissariare le segreterie. Forse ha ragione l'ex sindaco Porcellana, che distingue tra «crisi di Palazzo civico e questione morale, che nasce da società pubbliche come Iacp o Sitaf, non dal Comune». Ma il problema è più ampio, non è vero Zanetta? «Sì, e non è solo torinese o solo democristiano. La delegittimazione della classe dirigente riguarda tutta Italia». De, pds, psi. Ma che dire dei repubblicani, tra i primi ad essere coinvolti nello scandalo Iacp, con il senatore Giunta indagato e il vice-segretario Bogi ospite permanente della segreteria torinese? O della Lega, costretta ad espellere quattro dirigenti per suturare lo strappo anti-Farassino e tuttora inte¬ ressata da minacce di scissione? Segnali di crisi giungono dall'arcipelago ambientalista, dove il leader Vernetti è duramente contestato per l'adesione ad Alleanza democratica, nella pattuglia liberale la convivenza tra Valerio Zanone e Renato Altissimo appare sempre più precaria. I nomi dei capilista o dei candidati sindaci continuano a circolare: Novelli, Deaglio, Rossi di Montelera, Franco De Benedetti. Spesso nascono fuori, in quella parte di società che tenta di scavalcare i partiti e il loro immobilismo, già immaginando un futuro di alleanze trasversali o di apparentamenti tra forze in campo. Per ora sia lunga vita al Commissario. Glielo scrivono molti cittadini (ultimi in ordine di tempo gli anziani della biblioteca Geisser). Da ieri glielo dicono anche i politici, gli stessi che due mesi fa lo immaginavano come il peggiore dei mali. Due mesi di politica, di inchieste e travagli, oggi, sono un tempo lunghissimo. Luciano Borghesan Giampiero Pavido «Le elezioni siano indette con nuove regole» Ma la richiesta nasconde anche altri problemi Quasi tutte le forze politiche sono scosse da divisioni, scandali e minacce di scissione A sinistra il segretario provinciale della de Gian -Paolo Zanetta. Sotto l'ex capogruppo pds in Comune Domenico Carpanini: sta preparando il programma per le elezioni Il segretario cittadino liberale Paolo Pevera ro fedelissimo dell'ex sindaco Zanone

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