Ferrara sogna doppia dieta «Meno chili e via gli spot» di Fulvia Caprara

Il conduttore riprende l'Istruttoria: «Ma vorrei discutere senza l'agguato dei pannolini» Il conduttore riprende l'Istruttoria: «Ma vorrei discutere senza l'agguato dei pannolini» Ferrara sogna doppia dieta «Meno chili e via gli spot» ROMA. Giuliano Ferrara ha perso venti chili in due mesi, è tornato al lavoro e promette, alleggerito e contento, di condurre con più calma la sua «Istruttoria» su Italia 1. «Il mio tasso di glicemia era talmente elevato - spiega - che spesso ero vittima di sbalzi d'umore, avevo una grande ansia, mi sentivo male. Adesso la mia vita è un po' più regolata, farò ammenda anche per il passato, per quelle ultime apparizioni tv in cui il mio stato fisico mi rendeva addirittura difficili i movimenti». Pentimenti? Cambiamenti? Come è diventato Giuliano Ferrara dopo la cura? Con i chili è anche sparita la sua tv, quella «dei grandi conflitti e dei grandi alterchi»? Troppo facile rispondere parafrasando il vecchio detto: Ferrara, naturalmente, non ha perso i vizi. Anzi: la permanenza negli Stati Uniti gli ha regalato una carica nuova. Come sono trascorsi i suoi due mesi di dieta a New York? «Prima di tutto non ero chiuso in clinica né in ospedale, come molti hanno detto e scritto. Vivevo normalmente nel mio appartamento che è vicino a Central Park, facevo grandi passeggiate e seguivo un regime alimentare molto simile al digiuno». Che cosa mangiava? «Non mangiavo, deglutivo delle orrende pappe liquide contenenti sali minerali, con saporì e colori che andavano dalla vaniglia alla fragola. Ho passato un Natale e Capodanno tremendi...». Niente inviti a pranzo, niente cene, niente feste con buffet... «No, questo no: sarebbe stato come recludermi e per un temperamento come il mio i risultati sarebbero stati pessimi. Se riesci a seguire strettamente la dieta rimanendo a casa tua, tanto meglio. Io ci sono riuscito e non ho rinunciato ad incontrare gli amici nei ristoranti, ad andare a cena fuori con mia moglie». Ma era una tortura terribile: vedere gli altri mangiare e non poter assaggiare nulla... «No, perché ho fatto una scoperta: il digiuno affina incredibilmente l'olfatto, così ho imparato a godere degli odori meravigliosi della cucina americana. Le aragoste, le patate, le bistécche... erano profumi da sogno!». Durante questo periodo ha guardato spesso la televisio- ne? «Sì, e ho pensato che la tv è quantità e specializzazione: negli Stati Uniti l'offerta è talmente enorme che tutti i nostri ragionamenti strapaesani sulla qualità della tv si ridimensionano. Sono ragionamenti impostati male: la qualità televisiva deve fare prima di tutto i conti con l'estensione del mezzo». Ha fatto anche paragoni tra i nostri tg e quelli americani? «I nostri hanno un ritmo lento e durano troppo. Il migliore è sicuramente il Tg3, il telegioranle di ima certa sinistra inquieta: è più sulla palla, è un fenomeno, anche se lo fanno dei Torquemada che battono il ferro sempre dove a loro interessa. Purtroppo da noi anche i giornalisti di un certo valore come Andrea Barbato cedono alla tentazione dei salottini domenicali, invece di costruire una struttura in cui ospitare un giornalismo serio». Tornando in Italia e rico¬ minciando a lavorare per il suo programma, come si è sentito? «Perdente in partenza: vado in onda a notte inoltrata su una rete televisiva molto debole e in concorrenza con programmi seguitissimi. Provo una grande invidia per Gad Lerner: prima di tutto perché è molto più magro di me, poi perché ha la possibilità di affrontare qualunque tema in modo disteso, completo, senza l'angoscia dell'interruzione pubblicitaria, senza il pannolino in agguato...» Vuol dire che è stanco di lavorare nella tv commerciale? «Il mio contratto con la Fininvest scade alla fine del '93 e contiene un'opzione per un altro anno. Non ho ancora valutato l'argomento, per ora penso soprattutto a curarmi, devo perdere altri chili». E' vero che ha intenzione di proporre all'ex presidente Francesco Cossiga una partecipazione fissa all'«Istruttoria»? «Sì, mi piacerebbe. Con me Cossiga è stato sempre molto caro, sono perfettamente d'accordo con la sua proposta d'istituire una commissione di saggi che indaghi sui finanziamenti ai partiti e credo che la sua reazione agli scandali di Milano sia da considerare un modello per tutti». Fulvia Caprara «Tortura dimagrante in America Gustavo i cibi solo con l'olfatto» Giuliano Ferrara: «Dimagrire è stato terribile». In alto, la moglie Anselma

Persone citate: Andrea Barbato, Anselma, Cossiga, Ferrara, Francesco Cossiga, Gad Lerner, Giuliano Ferrara

Luoghi citati: America, Central Park, Ferrara, Italia, Milano, New York, Roma, Stati Uniti