Clinton promette tosse lacrime e sangue

10 Il Presidente elude le domande su Hillary e Bosnia. Terza donna nominata alla Giustizia Clinton promette tosse, lacrime e sangue In tv botta e risposta con l'America WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Nel suo primo incontro televisivo in diretta con i cittadini, il cosiddetto «town meeting» inventato da Ross Perot e fatto proprio da Bill Clinton, il nuovo Presidente ha aggirato disinvoltamente parecchie critiche abbastanza imbarazzanti. La sua immagine personale ha tratto probabilmente giovamento immediato dalla facilità di comunicazione dimostrata. Ma, in prospettiva, alcune delle sue dichiarazioni dell'altra sera, durante la trasmissione andata in onda da Detroit, possono creare a Clinton dei problemi, sia per quello che ha detto, sia per quello che ha taciuto. Soprattutto, Clinton ha reso esplicito quanto era già emerso dal suo messaggio radio di sabato scorso: ci saranno tasse e colpiranno tutti, non solo i ricchi. E il ceto medio, particolamente corteggiato durante la campagna elettorale, si dovrà scordare l'esenzione fiscale che gli era stata promessa. Le prime due domande che gli sono state rivolte sono state mirate a mettere in risalto proprio due promesse sostanzialmente rinnegate: quella dell'esenzione fiscale e quella dell'apertura degli Stati Uniti ai profughi haitiani. Sulla prima, Clinton se l'è cavata criticando il suo predecessore Bush per aver promesso di non mettere nuove tasse essendo poi stato costretto a farlo. «Io non faccio promesse - ha detto Clinton sarebbe irresponsabile». «Non posso assicurarvi - ha aggiunto - che non vi verrà richiesto di fare la vostra parte dei sacrifici che sono necessari per rilanciare l'economia». Ieri, una delle principali collaboratrici di Clinton per i problemi economici, Laura D'Andrea-Tyson, ha detto chiaramente che l'Amministrazione «sta considerando alcune opzioni che richiederanno incrementi delle entrate fiscali e avranno un effetto su un largo numero di americani». Clinton aveva assicurato che, come Presidente, avrebbe aumentato le tasse solo per i cittadini che percepiscono un reddito superiore ai 200 mila dollari l'anno. Mentre, adesso, l'Amministrazione pensa di abbassare questo tetto, è ormai quasi certo che verranno introdotte alcune tasse indirette, certamente sulla benzina, probabilmente anche su alcol e tabacco, che, per loro natura, colpiscono più i poveri che i ricchi. Sui profughi haitiani, Clinton, che aveva criticato il cinismo di Bush, ha detto di aver deciso di mantenere il divieto di accesso negli Stati Uniti «per salvare la vita a migliaia di loro che potrebbero morire nella pericolosa traversata». Un cittadino gli ha chiesto se, in materia di sanità, la moglie Hillary parli ufficialmente per lui. Clinton ha scelto di non rispondere, aggirando la domanda con una risposta sul suo impegno a produrre una proposta di riforma entro 100 giorni. Quando uno spettatore ha criticato il suo comportamento riguardo alla complicata scelta di un ministro della Giustizia, Clinton ha negato che si stava accingendo a nominare Kimba Woods prima che si venisse a sapere che anche lei aveva lo «Zoe Baird's problem», cioè aveva avuto al suo servizio un'immigrata clandestina. Ma, nei giorni scorsi, proprio funzionari della Casa Bianca avevano ammesso che Clinton aveva già deciso per la Woods, facendo marcia indietro all'ultimo momento (più tardi, ieri sera, è stato annunciato che anche la terza scelta di Clinton per la carica di segretario alla Giustizia è una donna: Janet Reno, 54 anni, procuratore di Miami; non ha marito né figli, dunque ha avuto meno necessità di compromettersi assumendo colf straniere). Un altro cittadino, seguace di Perot, ha criticato Clinton perché non si impegnerebbe abbastanza per ridurre il deficit federale. Un altro ancora lo ha assalito perché non fa abbastanza sulla Bosnia. Clinton, sorridente, simpatico, sempre a proprio agio, non ha mai vacillato, confermandosi un ottimo professionista della comunicazione. Si rende perfettamente conto che le prime tre settimane della sua presidenza sono state un esordio poco promettente. Si affida alla sua immagine per recuperare. Ma verrà il tempo delle decisioni e chi lo criticherà ricorderà anche la sua propensione a presentare le cose diversamente da come sono. Paolo Passarmi Il presidente Clinton nell'incontro tv di Detroit [FOTOANSA-AFP]

Luoghi citati: Detroit, Miami, Stati Uniti