IL NUOVO CHE NON CE di Marcello Sorgi

IL NUOVO CHE NON CE' IL NUOVO CHE NON CE' SE il tramonto annunciato e celebrato dell'era craxiana nel psi doveva coincidere con un «nuovo inizio» per il partito più colpito dallo scandalo delle tangenti, si può dire già adesso che anche quest'occasione è sfumata. Nel sotterraneo dell'albergone romano di periferia dove l'assemblea socialista s'è riunita, un locale vicino, ironia della sorte, a una sala usata per il reclutamento di agenti di pubblica sicurezza, l'addio del leader che ha portato il psi alla guida del Paese, segnandone la stagione più fortunata ma trascinandolo in una repentina caduta, ha occupato meno di un'ora. In sala, nei capannelli nervosi dei membri dell'assemblea che aspettavano il discorso - e soprattutto la frase in cui s'annunciavano le dimissioni - la parola più ricorrente era «funerale». Sul palco, i volti pallidi e tirati della «nomenklatura», Amato, De Michelis, Di Donato e pochi altri, mostravano la fatica e il tormento di questi giorni. Poi, la commozione tipica di questi momenti ha avuto la sua punta nel pianto dirotto di Sandra Milo, mentre lo stesso segretario, scendendo dalla tribuna, ha sfiorato le lacrime. E tuttavia, chiusa non senza pathos l'era del craxismo, bisognava pensare al futuro del psi, del quale, ovviamente, non po- Marcello Sorgi CONTINUA A PAGINA 2 TERZA COLONNA

Persone citate: De Michelis, Di Donato, Sandra Milo