«L'Anfora» dei giovani

dei giovani Circolo Stampa «L'Anfora» dei giovani TORINO. «L'Anfora» (della discordia) diverte e fa divertire anche i suoi protagonisti. Buon segno, se questi sono i giovani delle scuole di recitazione di Torino, giudicati, selezionati per «La Nuova Arca», da Elda Caliari e Mario Brasa e quindi spediti in scena. E' cominciata così la loro breve «avventura teatrale». I giovani attori sono stati invitati a cimentarsi con l'ironia raffinata e paradossale di Achille Campanile ed a misurarsi con il pubblico del Circolo della Stampa. Un esordio gustoso, con qualche emozione, ma anche ricco di freschezza recitativa, di quella voglia di fare, che è propria dei giovani, ognuno ben dentro il proprio ruolo. Elda Caliari ha colto il senso del teatro familiare di Campanile: situazioni assurde, espressione di una quotidianità che il ritmo veloce rende piacevolmente surreali. Equivoci fra coppie, timidi amori non vissuti, amicizie tradite e poi riparate, dialogo a distanze tra coppie di mogli incomprese e di mariti che temono di rimanere soli e senza affetti. Il tradimento come elemento centrale di una azione scenica illogica, ma che immancabilmente suscita nello spettatore la sensazione che la costante evoluzione debba in ogni momento riservare sorprese. In realtà - e qui sta il segreto di Campanile tutto è scontato, previsto. Bravi questi ragazzi nel non facile lavoro di Campanile. Bene in parte Maria Cristina Marocco nel ruolo di Rosalba, l'inquieta moglie del barone Paquito Calamari; Barbara, l'insicura moglie di Oscar Cavaglià; con i rispettivi mariti, Pierbartolo Piacenza e Gero Giglio. Ma una citazione particolare merita il Battista di Gianluca Iacono, triplice servitore, reso con vis comica dal giovane attore, attorno al quale giostra l'intero equivoco dell'Anfora. I domestici abbondano: Campanile sembra non poterne farne a meno, e neppure la Caliari, che ha avuto la felice idea di scegliere come «collaboratrice» l'avvenente Carla Machetta. [a. e]

Luoghi citati: Piacenza, Torino