Agli eredi di Nureyev restano le briciole di Sergio Trombetta

Aperto in America il testamento del ballerino morto di Aids: «dimenticate» le sorelle e i nipoti Aperto in America il testamento del ballerino morto di Aids: «dimenticate» le sorelle e i nipoti Agli eredi di Nureyev restano le briciole // suo tesoro andrà a 2 fondazioni WASHINGTON. Definirle briciole è forse eccessivo. Ma certo i'250 mila dollari che Rudolph Nureyev ha lasciato a ciascuno dei suoi parenti sono davvero poca cosa rispetto ai complessivi 35 miliardi del capitale. Destinatari di questi spiccioli, oltre ad alcuni amici, anche italiani, di lunga data, le due sorelle ancora vive, Rosa e Razida (che potranno usufruire anche di alcuni appartamenti), e i quattro nipoti Jurij, Viktor, Guzel e Alsya. Ma il grosso del suo patrimonio, trentacinque miliardi, fra immobili, titoli e collezioni, è andato a due grandi fondazioni che portano il suo nome: una con sede a Washington e l'altra in Europa nel Liechtenstein. Si sapeva già che il grande ballerino morto il 5 gennaio scorso avrebbe privilegiato le due fondazioni, ma la conferma è venuta ora dall'apertura del testamento a Washington. In particolare il danzatore ha lasciato tutto ciò che possedeva negli Stati Uniti alla «Rudolph Nureyev Dance Foundation» di Washington, e tutti i suoi beni in Europa, tra cui l'isola di «Li Galli» nel mare di Positano, alla «Rudolph Nureyev Ballet Monde», che ha la sede nel Liechtenstein e l'amministrazione a Zurigo. Il testamento è stato aperto in gran segreto, a Washington, alla sola presenza dei due legali ed amministratori di Nureyev, Barry Weinstein e Jeannette Thurnheer. I presidenti delle due fondazioni ed i consigli di amministrazione (di uno fa parte anche Rothschild) dovranno così gestire, per espressa volontà del ballerino, i programmi filantropici e culturali ai quali Nureyev ha affidato la sua memoria. Tra questi, creare un fondo per i ballerini anziani, aiutare le ricerche sull'Aids, organizzare scuole di ballo. Grandioso collezionista di case e di mobili antichi nella sua casa sul quai Voltaire di Parigi, e insieme taccagno nel¬ le piccole spese (rifiutava una infermiera al seguito negli ultimi mesi di vita), Nureyev conferma anche nelle volontà postume questo modo di pensare: ha messo il proprio denaro in mano ad oculati amministratori e contemporaneamente ha lasciato pochi spiccioli ai parenti. Con le sorelle e i nipoti d'altra parte non aveva mai avuto rapporti particolarmente affettuosi. Ed è anche significativo che, dopo avere tenuto nascosto per tredici anni di essere sieropositivo prima e malato di Aids poi, il danzatore abbia destinato alla ricerca sull'Aids una parte dei suoi fondi. Forse è stato un modo per riscattarsi da un silenzio colpevole, molti infatti in America lo hanno accusato di avere taciuto: «Una persona come Nureyev aveva il dovere di fare sapere di essere malato per aiutarci a lottare contro il pregiudizio», hanno sentenziato le organizzazioni omosessuali. Le ricchezze europee, del ballerino (per esempio le case a Parigi, Montecarlo, in Austria oltre all'isola di Li Galli) sono talmente vaste e complesse che per fare un poco di luce gli amministratori della «Rudolph Nureyev Ballet Monde» hanno dovuto ricorrere alla consulenza del suo manager italiano Luigi Pignotti, che ha seguito le sorti del danzatore in Europa negli ultimi 25 anni e al quale è stata affidata provvisoriamente la gestione dell'isola di Li Galli. Il Comune di Positano si è già fatto avanti per l'acquisto di questi piccoli scogli che si affacciano sul suo golfo, e dove Nureyev nella sua villa bianca ha soggiornato per l'ultima volta nella scorsa estate. Ma gli amministratori comunali hanno dovuto rinunciare per mancanza di fondi. Ora il tentativo è nelle mani della Regione Campania la quale, se dovesse riuscire nell'intento, potrebbe destinare la villa, che fu prima di altri ballerini russi e del coreografo Leonid Massine, a sede per mostre o a una scuola di ballo a lui intestata. Il sindaco di Positano, Salvatore Attanasio, ricorda che Nureyev era molto legato alla «bella casa italiana»: «Ci auguriamo che questa bellissima casa e l'isola - ha detto il sindaco - rimangano in mani pubbliche e con vincoli severi. Si potrebbe pensare a fare di essa un museo o una fondazione con una scuola di ballo, così come ai tempi di Massine. La cosa importante è che non venga utilizzata a scopi di lucro con speculazioni edilizie e tutto ciò che queste cose comportano». Sergio Trombetta Nel patrimonio anche un'isola sul mare di Positano Il Comune intende acquistare la villa per aprire un museo della danza Rudolph Nureyev è morto il cinque gennaio scorso. Possedeva un patrimonio di trentacinque miliardi