Il Papa il Calvario è qui in Sudan di Foto Ansa
IMPICCATO Nel Paese che perseguita i cristiani monito all'Islam: non esiste guerra santa Il Papa: il Calvario è qui in Sudan Un milione e mezzo di profughi ad accogliere Wojtyla «So quanto soffrite, ma la Chiesa non vi lascerà» KHARTOUM DAL NOSTRO INVIATO Papa Wojtyla a mitraglia: il «blitz» pastorale di nove ore a Khartoum è valso sei discorsi e una raffica di consigli, reprimende, accuse ed esortazioni, mirate quasi per intero sul regime di Omar Hassan El Bashir. Sembrava tornato il Wojtyla dei vecchi tempi, quello dello stato di assedio in Polonia e della spinosa visita al Paraguay del dittatore Stroessner. Giovanni Paolo II ha mantenuto le promesse: aveva annunciato tempesta sul governo filo-sciita di Khartoum, e il temporale c'è stato. Anche se per mettere in rilievo la propria presunta buona volontà è a Rampala da giorni - e ci resterà ancora - una delegazione sudanese guidata dal ministro Ali Al Haj Mohammed, per incontrare John Garang, leader della guerriglia del Sud. «L'abbiamo inseguito come la luna - ha detto Al Haj -, Speriamo che questa volta verrà a negoziare». Un'operazione cosmetica, in contemporanea con la sosta del Papa, mentre l'esercito continua l'offensiva al Sud? Forse. Ma il Pontefice non pare permeabile. Tanto che in uno dei tre incontri di oggi con il Presidente ha ricordato che «quando l'azione costruttiva non segue le dichiarazioni di principio, la violenza può diventare incontrollabile». Omar Al Bashir ha fatto del suo meglio per dipingere l'immagine di un Paese idilliaco, un paesaggio appena appena rovinato dalla presenza di una guerra. Ha fatto i complimenti a Giovanni Paolo II per il suo tentativo di creare «un'era di fraternità». «Questo è stato una fonte di ispirazione per noi in Sudan ha detto - e ha rafforzato il nostro impegno ad affrontare con efficacia e umanità le cause e le radici del nostro conflitto interno». Il Sudan sarà di nuovo una terra di «pace, tolleranza e valori spirituali come è sempre stato per tutta la sua storia. Sono felice che il Papa possa vedere i fatti di persona, e vedere anche come il Sudan, una società multi-religiosa, multi-razziale e multiculturale, ha trovato le vie e i mezzi grazie ai quali tutti possono godere la vita e vivere in ar¬ monia, fraternità e tranquillità». Il quadro idilliaco del Presidente trovava più di una smentita lungo il percorso pontificio. Attorno alla capitale vivono centinaia di migliaia (sembra un milione e mezzo) di rifugiati e di sfollati. La quasi totalità non è islamica, e ieri erano tutti sulle strade del percorso papale. Molte croci dipinte di rosso, alcune recavano liste di nomi. Altre citavano il Vangelo: «Ama il tuo nemico, prega per chi ti perseguita». Uomini e donne con scudi e lance hanno improvvisato una danza sull'asfalto rovente. Uno striscione: «Parla per chi non può parlare». Giovanni Paolo II ha risposto con generosità all'invito. «Quando la gente è debole, povera e in¬ difesa - ha detto a Omar Al Bashir - devo levare la mia voce in loro favóre». Gli ha fatto una lezione di etica politica, ricordandcche «la società deve diventare più democratica, più rispettosa delle legittime differenze», e i diritti umani non devono essere violati. Bisogna trovare «una giusta soluzione al conflitto che continua a mietere una messe così terribile di sofferenza». E poi ha parlato della «Jihad», la guerra santa: «La sola lotta che può essere giustificata da motivi religiosi, la sola lotta degna dell'uomo è la lotta morale contro le passioni... contro ogni cosa che è l'esatto contrario della pace e della riconciliazione». E ha chiesto libertà religiosa per i cristiani che vivono «la riproduzione del Calvario». Il Papa ha chiesto il rispetto delle minoranze, dell'identità collettiva e della dignità umana; ha elevato «una seria preghiera, che la pace diventi una realtà tra di voi.... e che gli ostacoli alla libertà religiosa siano presto un problema del passato». «Spero che la mia voce vi raggiunga, fratelli del Sud!» ha gridato Giovanni Paolo H. «Tanti di voi provengono da lì e a causa della guerra ora sono sfollati e senza tetto. L'immensa sofferenza di milioni di vittime innocenti mi impone di esprimere la mia solidarietà verso i deboli e gli inermi». Li ha rassicurati: la Chiesa «non vi lascerà mai». Marco Tosarti pi Il Papa arriva a Khartoum, Sudan, accolto da una guardia d'onore [foto ansa]
Persone citate: Giovanni Paolo, Giovanni Paolo Ii, John Garang, Omar Hassan El Bashir, Papa Wojtyla, Stroessner, Wojtyla
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