«Bettino mi disse: occupatene tu»

«Bettino mi disse: occupatene tu» «Bettino mi disse: occupatene tu» L'architetto: «Portai 7-8 miliardi nel suo ufficio» I I DI MANI PULITE OROMA UESTO il primo verbale delle dichiarazioni di Silvano Larini inviato dalla Procura della Repubblica di Milano al presidente della Camera Giorgio Napolitano a sostegno della richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del segretario socialista Bettino Craxi. «Intorno all'anno 1987 circa a Milano si pose il problema di rinnovare la nomina di presidente della M.M. (Metropolitana Milanese n.d.r.). Fino ad allora aveva svolto tale ruolo Antonio Natali, ma motivi di opportunità sconsigliavano al psi di riproporlo in quanto egli era stato inquisito dall'autorità giudiziaria di Milano per fatti di concussione. Natali fu eletto senatore ed in tal modo fu «salvato» da un procedimento penale ma vi era la necessità di mettere a capo dell'azienda una persona con caratteristiche di efficienza e di immagine». «Io conoscevo da molto tempo il sen. Natali e l'on. Bettino Craxi ed entrambi mi proposero per l'incarico di presidente della M.M.. Io non mi dichiarai disponibile per tutta un'altra serie di impegni che avevo e soprattutto perché già ero impegnato in Lombardia Risorse S.p.A. che occupava molto del mio tempo». «Allora la scelta cadde sul nominativo dell'architetto Claudio Dini, persona esperta e competente, che era conosciuta sia da me che da Craxi». «Natali però non aveva molta confidenza con Dini e lo considerava un po' bizzarro e pericoloso per il sistema dal punto di vista di riscossione di denaro. Mi spiego». «Natali mi disse che da tempo le imprese operanti nella metropolitana erano solite versare del denaro al sistema dei partiti ed in particolare alla de, al psi, al pri, al pei ed al psdi. Questo denaro veniva utilizzato in quegli anni dal psi soprattutto per il sostentamento della federazione milanese ma anche per la cassa nazionale del psi all'occorrenza. Infatti ricordo che Balzamo in una occasione mi diede atto che era a lui pervenuta una parte del denaro proveniente dalle contribuzioni degli imprenditori milanesi, dicendomi testualmente: "Meno male che sono arrivati i soldi da Milano perché altrimenti non potevamo pagare gli stipendi"». In questo contesto il Natali mi pregò di essere io la persona che riceveva il denaro per conto del psi proveniente dalle imprese operanti negli appalti della M.M.. Al riguardo il Natali mi spiegò che alla materiale raccolta del denaro nei confronti degli imprenditori provvedevano Prada Maurizio e Carnevale Miyno Luigi. Il Prada era il presidente dell'Atra e il segretario amministrativo locale della de, mentre il Carnevale era il membro del consiglio di amministrazione della M.M., designato dal pei, il quale aveva il compito, tra l'altro, di "controllare gli appalti... le pratiche... le percentuali... gli imprenditori..."». «Io allora chiesi informazioni all'on. Bettino Craxi su come comportarmi e costui ini disse: "Va bene, occupatene". In altri termini fu lo stesso Bettino Craxi a confermarmi l'incarico di provvedere a raccogliere il denaro proveniente dalla M.M.». «Il mio ruolo al riguardo era diverso da quello del sen. Natali nel senso che Natali era colui che si occupava di fatto della gestione amministrativa del partito nel territorio milanese e come tale usava direttamente il denaro che riceveva per le spese di gestione (ovviamente d'accordo con l'on. Bettino Craxi). Io invece ave¬ vo solo un ruolo di "fattorino" nel senso che dovevo ricevere il denaro che Carnevale o Prada mi consegnavano e dovevo portarlo all'on. Craxi». «Infatti io a partire dal 1987 circa e fino alla primavera del 1991 circa ho avuto modo di ricevere dai predetti circa 7 o 8 miliardi complessivamente ed ogni volta (salvo che in un paio di occr sioni che li ho consegnati direttamente a Natali) li no portati negli uffici dell'on. Craxi di piazza Duomo 19, Milano, depositandoli nella stanza a fianco alla sua». «Dopo un po' di tempo un giorno fui chiamato dall'on. Bettino Craxi il quale mi disse che l'on. Balzamo, segretario amministrativo del psi, gli aveva fatto presente che l'on. Citaristi, segretario amministrativo della de, aveva disposto una indagine interna nei confronti di Prada Maurizio perché sospettava che non tutto il denaro proveniente dalle imprese operanti con la M.M. finisse nelle casse della de». «Anche l'on. Craxi - verso la fine del 1989, inizio 1990 - mi disse che anche lui aveva saputo che in giro si diceva che le imprese pagavano il 20% del valore degli appalti e che quindi io venivo "imbrogliato" da Prada e Carnevale». «Io spiegai all'on. Craxi che era impossibile che le imprese pagassero una percentuale del genere perché si sarebbero po¬ ste del Uitto fuori mercato rispetto agli appalti ricevuti. In tale occasione pregai anche l'on. Craxi di sollevarmi da un incarico così scomodo e di trovare un altro al posto mio. Egli mi disse: "Va bene, provvederò" e, seppure con quasi un anno di ritardo, alla fine mi sostituì con l'on. Oreste Lodigiani». «Io incontrai l'on. Lodigiani in piazza del Duomo, quando lui fu incaricato di tale incombenza dall'on. Craxi, e gli dissi: "Meno male che ora ci sei tu". «Il Lodigiani mi spiegò che si sarebbe occupato del problema e che avrebbe trovato un sistema diverso di contribuzione, cercando di regolarizzare la situazione». «Ricordo anche che dopo un po' incontrai Prada Maurizio il quale mi disse che, avendo io dismesso il mio incarico, la quota del psi era ancora a mani del legale rappresentante della Torno SpA Simontacchi a disposizione del partito. Debbo altresì aggiungere che, per quanto mi aveva riferito il Natali, la de, il psi e il pei prendevano tre quote uguali di "tangenti", mentre una quota minore prendevano il pri e il psdi. Quindi non è vero che in alcuni appalti il psi abbia ricevuto il 50 per cento della tangente come invece mi viene contestato in alcune imputazioni contenute nel provvedimento restrittivo a mio carico; certamente a mie mani è pervenuta sempre quella che io ho considerato la terza parte del valore della tangente». Al riguardo sottolineo la mia totale mancanza di interesse a dire cose contrarie al vero, in quanto, ripeto, io tutto ciò che prendevo lo portavo sempre nell'ufficio dell'on. Craxi e non trattenevo nulla per me. Insomma per me era un "servizio" che io rendevo all'on. Bettino Craxi per amicizia e per comune militanza politica. Debbo ancora riferire una circostanza inerente un incontro con l'imprenditore Simontacchi in relazione a questioni di tangenti». «Preciso innanzitutto che il Simontacchi è stato l'unico imprenditore a parlare con me di queste cose. Capitò un giorno che Prada Maurizio mi chiede di incontrarmi insieme a lui con il Simontacchi ed "aiutarlo a fare la faccia feroce" perché era in arretrato con i pagamenti. In effetti mi incontrai un giorno con il Simontacchi nell'ufficio di Prada all'Atm, presente quest'ultimo, ed entrambi segnalammo al Simontacchi che non doveva lasciare insoluti i pagamenti arretrati». «Il Simontacchi si giustificò dicendo che in quel periodo un suo dipendente era stato rapito in un Paese latinoamericano e per pagare il riscatto aveva dovuto utilizzare tutti i fondi neri disponibili. La cosa sembrava inverosimile e dissi al Simontacchi: "Questa sto¬ ria è incredibile ... non vorrei che la incredibilità di questa storia si ripercuotesse sulla credibilità della Torno"». «Debbo altresì riferire che di regola il denaro mi veniva dato da Prada Maurizio ed in misura minore da Carnevale Luigi». «Inoltre ho ricevuto denaro da tale Amorese Renato, in relazione all'appalto che la ditta Siemens si era aggiudicato presso la M.M.». «Ricordo che Amorese venne da me e mi disse che il suo amico Carnevale Miyno Luigi gli aveva detto di portare a me direttamente il denaro che avrebbe pagato la Siemens in relazione all'appalto suddetto. In effetti l'Amorese mi portò alcune rate, per un complessivo di alcune centinaia di milioni, ed anche in questo caso io portai la somma nell'ufficio dell'on. Craxi». «Ricordo che la somma in questione corrispondeva all'intero di quanto dovuto dalla Siemens ed infatti sia il Prada che il Carnevale si conguagliarono in occasione del ricevimento di altre tangenti». Silvano Larini ha fornito anche indicazioni di sintesi sui rapporti fra l'onorevole Bettino Craxi, segretario politico del psi e l'onorevole Vincenzo Balzamo, segretario amministrativo socialista, in relazione alle entrate illecite: «Certamente fra Craxi e Balzamo vi era una osmosi perfetta in quanto il segretario politico deve avere ben chiara la situazione delle entrate sia lecite che illecite per ben programmare le uscite. Inóltre è il segretario politico che tiene i rapporti con gli alti livelli dell'imprenditoria: tutto ciò mi risulta per conoscenza diretta in quanto io ero e mi considero ancora intimo amico di Bettino Craxi». «Chiesi al leader di sollevarmi dall'incarico e mi disse: Prowederò» «Non trattenevo nulla Era un servizio che rendevo per amicizia» L'onorevole Balzamo gli confidò: «Meno male che sono arrivati i soldi da Milano perché altrimenti non potevamo pagare gji stipendi» Claudio Dini ex presidente della Metropolitana Milanese Sotto, Luigi Carnevale «cassiere» per il pei Sopra, Maurizio Prada che incassava le tangenti per la de A fianco l'onorevole Oreste Lodigiani. Nella foto grande l'architetto Silvano Larini assieme a La Ganga

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