I'iniezione impossibile

Bimbo sballottato tra due Usi e tre ospedali per una analisi Bimbo sballottato tra due Usi e tre ospedali per una analisi I/iniezione impossibile Diego deve essere sottoposto a una prova allergologica per la penicillina Alla madre risposte evasive al Regina Margherita, alle Molinette e al Cto Enza Bergantin adesso non è neppure arrabbiata; solo un po' sconcertata. Sabato ha cercato di far fare una prova di allergia alla penicillina al figlio Diego di 8 anni. Non c'è riuscita e ora, con un certo humour, racconta la sua storia; una storia semplice, per fortuna non drammatica, ma significativa di quanto possa essere difficile per il cittadino utilizzare i servizi pubblici soprattutto per una cronica mancanza di indicazioni precise. Diego soffre di infiammazione alle tonsille. La pediatra prescrive 6 iniezioni di penicillina e richiede la prova allergologica. Dice Enza: «Sabato mattina in compagnia di'mio padre Mario ho portato Diego al poliambulatorio Usi di via Nizza 218 e qui un'infermiera mi ha detto che non c'era il medico e che lei non poteva fare l'iniezione. Esiste una precisa disposizione». Primo intoppo, ma sembra una cosa da nulla. I Bergantin raggiungono l'ospedale Regina Margherita. «Il posto giusto dal momento che Diego è un bambino. Al pronto soccorso una dottoressa mi dice che è impossibile effettuare la prova "perché manca la struttura"». Stupiti, provano all'Usi di via Nizza 213 dove conoscono un'infermiera. «Casca dalle nuvole e telefona al Cto. Le dicono di mandarci lì; forse un medico di medicina del lavoro, per cortesia, potrebbe fare l'iniezione». Di nuovo in viaggio, nonno, madre e nipote vanno al Cto. Ancora Enza: «Il medico, gentilissimo, telefona al Regina Margherita e chiede spiegazioni. Dicono che non possono fare nulla senza un medico e che al momento c'è solo quello di turno; non è esattamente la stessa versione data a noi due ore prima». Interviene nonno Mario: «Il medico ci spiega che lui non ha mai fatto la prova di allergia a un bimbo e che preferirebbe adottare una procedura più lunga: tre iniezioni a distanza di tre ore. Lo ringraziamo, ma preferiamo andarcene, sperando di poter sottoporre Diego all'esame nel modo più semplice e veloce. E commettiamo un errore». Ormai è l'ima. Il bambino ha fame; la famiglia torna a casa. Ma al pomeriggio la rabbia si riaccende. Enza: «Andiamo al pronto soccorso delle Molinette dove un medico dice che lui è lì per le urgenze e non si assume la responsabilità di fare la prova. Spiega che non è una cosa da poco, che potrebbe esserci una reazione anche molto forte con difficoltà respiratorie». Interviene nonno Mario: «Ormai sfatti gli domandiamo che cosa ci consiglia. Dice: "Chiamate a casa un'infermiera". Ma come? Se l'iniezione è rischiosa perché preferire un'infermiera in casa a un medico in ospedale?». Lunedì mattina Enza torna all'Usi. «Ho pensato che forse il sabato i medici non lavorano. Mi hanno ribadito che in ambulatorio non si fa perché può essere pericoloso. Hanno consigliato di prenotare una visita allergologica in ospedale nel corso della quale il medico effettui la prova. Ma Diego ha bisogno in fretta della terapia». Ultima tappa la pediatra che, impietosita da tanto peregrinare, domani farà la sospirata prova nel suo studio; finalmente la strada si è trovata. L'unico felice di tante difficoltà è Diego che, per sei giorni, ha evitato la temuta iniezione. [m. cas.) La madre Enza Bergantin

Persone citate: Bergantin, Enza Bergantin