«Faremo un'altra lega»

Renzo Rabellino, espulso da Bossi, prepara la secessione Renzo Rabellino, espulso da Bossi, prepara la secessione «Faremo un'altra lega» // consigliere regionale si è iscritto come indipendente al gruppo misto «Con me almeno 150 delegati, Farassirp pagherà tutto alle amministrative» Renzo Rabellino lascia la Lega. Meglio: a sentir lui è la Lega ad aver imboccato una strada sbagliata, comunque lontana dai deliberati dell'ultimo Congresso. E' un addio da buoni nemici : in Regione Rabellino, espulso dai probiviri del Carroccio, starà nel gruppo misto: «Come indipendente leghista, perché non rinnego nulla io». Nello schieramento autonomista, ora ridotto a due consiglieri, il suo posto di numero 1 verrà preso da Roberto Vaglio, fedelissimo di Gipo Farassino. Fin qui le logiche conseguenze al siluro di Bossi, che ha colpito anche l'ex segretario cittadino Cassin e due dirigenti biellesi. Ma Rabellino non si limita ad uscire sbattendo la porta. Promette battaglia, annuncia la secessione, lascia capire che le prossime amministrative potrebbero essere una buona occasione per la resa dei conti: «Non sono solo e non sono il capo. Faccio parte di un gruppo che si richiama al federalismo, al liberismo economico, a una politica culturale che difenda le minoranze. Inutile, adesso, continuare la polemica con Farassino, chiunque parli con lui di politica capisce con chi ha a che fare». Il passato: «Con i miei amici abbiamo deciso di non partecipare al Congresso, perché mancavano i presupposti democratici. Fate il conto degli assenti: erano 128. Poi aggiungiamo quelli che sono andati per capire che aria tirava, ma non si riconoscono nella cosiddetta maggioranza: in tutto calcolo almeno 150 delegati su 370». Che farà questo gruppo? «Lo vedrete presto. Un fatto è certo: la Lega va rifondata, e a questo processo parteciperanno anche capi storici del movimento. Già a Biella Farassino è isolato, in Piemonte ha conservato il potere espellendo 30 soci nel solo '92». Rabellino aveva assicurato che un terzo dei leghisti erano disposti a sostenere una corsa a segretario del parlamentare Claudio Pioli, lui pure, adesso, in odore di scomunica. Eppure Farassino è stato l'unico candidato: «Ci siamo resi conto che un vero confronto non era possibile. Espulsioni a parte, i dirigenti hanno fatto ricorso a minacce e intimidazioni, e la cosiddetta elezione è venuta con un applauso, perché hanno avuto paura dello scrutinio segreto. Vedrete come andranno le elezioni. Il caso-Acqui fa storia: anche lì Farassino ha tagliato 19 teste. Ed è stato il solo Comune del Nord dove la Lega ha subito un arretramento, perdendo mezzo punto. Certi errori si pagano». Renzo Rabellino ex capogruppo della,Lega Nord in Consiglio regionale

Luoghi citati: Biella, Piemonte