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L'opposizione critica il sì ai 350 alloggi L'opposizione critica il sì ai 350 alloggi E' guerra in Regione sul piano regolatore «Riteniamo che la Regione abbia commesso irregolarità approvando gli insediamenti di residenza pubblica sulle aree ex-lncet ed ex-Ceat. Chiederemo al commissario di governo di bocciare la delibera». E' scontro aperto tra maggioranza e opposizione in consiglio regionale sul nuovo piano regolatore. In margine al dibattito che, ieri, ha occupato la seduta pomeridiana dell'assemblea di Palazzo Lascaris, i consiglieri di rifondazione, Chiezzi, e l'antiproibizionista Cucco hanno criticato il fatto che della Commissione tecnica urbanistica della Regione facciano parte «due professionisti che risultano anche essere consulenti dell'Ufficio del piano regolatore del Comune». La Commissione, lunedì scorso, ha dato il suo «ok» ai primi cantieri per la costruzione di 354 alloggi in corso Vigevano e sull'area dell'ex-stabilimento Ceat di via Leoncavallo (non dove sorge la sede centrale della Ceat in corso Regio Parco, come si sarebbe potuto equivocare osservando la fotografia che illustra¬ va l'articolo di Cronaca). «Come possono i due professionisti hanno chiesto i consiglieri - valutare la bontà di progetti presentati dal loro datore di lavoro?». Tesi ancora tutta da verificare ma che la dice lunga sullo scontro in atto. La discussione di ieri ha cristallizzato le posizioni note: pds, verdi, verdi-sole che ride, antiproibizionisti e rifondazione sostengono che la giunta prema sul commissario Riccardo Malpica affinchè non adotti il nuovo piano regolatore e lasci questo compito al futuro consiglio comunale. Repubblicani e missini insistono affinché la giunta avochi a sé l'iter di approvazione. La maggioranza, psi incluso, tranne il consigliere Tappare, si sono invece schierati sulle posizioni espresse dall'assessore all'Urbanistica, Mario Carletto. «L'adozione del piano ha detto - spetta al Comune di Torino e solo a lui. Finora la Regione ha approvato più di mille piani regolatori di altrettanti comuni e mai è entrata nel merito di queste elaborazioni», (b. min.]