Tomba dopo il danno ambe la beffa

Caos mondiale: gigante disputato a metà, Albertone a letto chiede il rinvio ma è respinto Caos mondiale: gigante disputato a metà, Albertone a letto chiede il rinvio ma è respinto Tomba, dopo il danno ambe la beffa Slalom alla Buder, Compagnoni ko MORIOKA DAL NOSTRO INVIATO Possiamo capire la delusione, l'amarezza, il senso di sconforto che hanno colpito l'Italia dello sci. Il 18 febbraio dell'anno scorso c'era stata festa, allegria, e una sorta di febbre tifosa era scoppiata improvvisa sulle nevi di Albertville, dove il re e la regina conquistavano le genti con le loro magiche imprese. Due ori olimpici nello stesso giorno, ricordate, il giorno più bello per lo sci azzurro. Ieri la stessa Italia, seduta davanti ai teleschermi, ha vissuto una notte di emozioni diverse: non ha scorto Alberto Tomba al cancelletto di partenza del gigante, come purtroppo si temeva, e ha visto Deborah Compagnoni inforcare nella prima manche dello speciale, dopo una trentina di secondi. I sogni sono finiti all'alba. Qui a Morioka, eccetto il terremoto, finora è capitato di tutto. Ai colpi bassi del tempo e alle strambe decisioni degli uomini, impegnati a mandare all'aria il Mondiale, ieri si è aggiunta anche l'assurdità dei regolamenti. Il gigante orfano di Tomba, che ha seguito le fasi della gara incollato a una radio degli azzurri, visto che la tivù giapponese non la trasmetteva in diretta, è stato sospeso al termine del primo tempo: vale a dire che la seconda manche non è stata disputata ed è stata rinviata al giorno dopo perché sulla pista s'era scatenata una sorta di tornado. In testa c'era Aamodt, il quale aveva stracciato tutti a tal punto che gli stracciati hanno chiesto alla giuria, due ore più tardi, di invalidare la prova per palese irregolarità. Il vento, dicevano, aveva messo le ah al norvegese (e all'austriaco Salzgeber) danneggiando tutti gli altri. Compresi gli italiani che hanno clamorosamente steccato. Dopo un lungo teatrino, la giuria, ha respinto il reclamo. suscitando evidenti e scontate reazioni. E' chiaro che l'annullamento avrebbe rimesso in gioco Tomba, posto che l'azzurro, ancora sotto gli effetti dell'influenza intestinale, fosse in grado di scendere in pista. Dunque potete immaginare le proteste da parte del clan di Alberto, che si è sentito danneggiato se non perseguitato dalle decisioni degli organizzatori, i quali pare stiano addirittura meditando di anticipare lo speciale a venerdì. Il caos più completo, anche perchè Tomba ha bisogno di almeno un paio di giorni per recuperare. Come se non bastasse è sorto il quesito se fosse regolare di sputare metà gara il giorno dopo, o se la cancellazione della se conda manche non dovesse cancellare automaticamente Tinte ra prova. Anche in questo caso c'era di mezzo Tomba. Ma il re golamento parla chiaro. L'arti colo 906/1 delle carte federali della Fis dice testualmente che «le due manche saranno disputate quando è possibile nello stesso giorno». Il che chiude il discorso: la norma è assurda, perché non pone limiti, ma deve comunque essere rispettata. Semmai c'è da chiedersi come verrà applicata: Kasper ha spiegato che il gigante dimezzato sarà messo in programma tutti i giorni, se necessario, e che se entro domenica non verrà disputato, il titolo sarà lasciato vacante. In ogni caso, ha aggiunto il segretario generale, la Fis non ha colpa se Tomba si è ammalato proprio in questi giorni. Ammalato e non ancora guarito, stando agli ultimi bollettini medici. La situazione è abbastanza seria. Ieri Alberto è sceso per il pranzo, ha ricevuto la visita di Accola, ma il malessere intestinale è continuato, richiedendo anche due flebo. Alberto si sentiva molto debole. Ha visto la differita tivù, è rimasto sorpreso da Aamodt. «Ha sciato benissimo ma è evidente che ha preso un colpo di vento», ha detto. Si sussurra di un possibile ritorno anticipato in Italia, nel caso Tomba non fosse in grado di disputare lo slalom, specie se questo verrà corso venerdì. Un'ipotesi da non scartere. Ma il manager Paolo Comelliniha negato. «Resteremo comunque in Giappone», ha chiarito. «Anche se Alberto non potrà essere al cancelletto di partenza». Certo che l'eventualità di un altro forfait non è poi così vaga e comincia a farsi strada in maniera inquietante. Una delusione dietro l'altra, addio Mondiale. Del resto ieri ci ha fatto sof¬ frire anche Deborah Compagnoni, e non è bastato l'ottimo quinto posto di Morena Gallizio, simpatica e brava, a sollevare il morale del clan azzurro. La gara è stata vinta dall'austriaca Buder, capace di rimontare dal settimo al primo posto. «Sapevo che quella tripla era difficile, l'avevo studiata bene, ma dopo aver superato il tratto più ripido, dove erano saltate Schneider e Wachter, mi sono distratta e ho fatto una bella inforcata», ha detto Deborah. All'intertempo aveva sei decimi di distacco, lo stesso tempo di Morena: con un po' di fortuna e una bella seconda manche poteva anche salire sul podio. In ogni caso era stranamente tranquilla. «Può sembrare strano, ma non ho neppure avuto la sensazione di buttare un Mondiale. Manca l'atmosfera, il pubblico è scarso, non c'è tifo, sembra di essere a una gara Fis: non c'è emozione, insomma, neppure se perdi». Stanotte, intanto, dovrebbe venire il turno dei liberisti. I quali aspettano e si annoiano e sotto sotto sono convinti che la discesa, visto quel che promette il cielo, non si farà mai. Difficile preparare una gara, in simili condizioni. Il più temerario nei pronostici, se non in pista, è Kristian Ghedina. «Tranquilli, alla medaglia ci penso io», ha detto ridendo e lanciando il suo yo-yo. Cario Coscia

Luoghi citati: Giappone, Italia