Quell'odio-qmore tra Banca e Palano

QuelPodio-qmore tra Banca e Palano QuelPodio-qmore tra Banca e Palano In tutta Europa si discute il ruolo degli istituti centrali ROMA. «Credetemi, non è facile governare un Paese dove bisogna continuamente spiegare alla Banca centrale che il suo compito è la difesa del valore della moneta», raccontava con amara ironia il ministro delle Finanze russo, Boris Fiodorov, qualche giorno fa al Forum di Davos. A parte ogni altro fattore di crisi, in Russia la Banca centrale, responsabile di fronte al Parlamento, stampa moneta a più non posso; e l'inflazione corre al 50% per mese. E' proprio questo, invece, che nelle democrazie consolidate dell'Occidente si tende ad evitare. In tutta Europa, in questo momento, il problema dell'indipendenza delle banche centrali dai governi è all'ordine del giorno, con somiglianze singolari. Dove la Banca centrale non è ancora autonoma, si ritiene che renderla tale darebbe al Paese maggiore credibilità finanziaria e maggiore limpidez- za istituzionale. L'indipendenza piena delle Banche centrali dai governi è un caposaldo del trattato di Maastricht. Nell'esperienza storica, gli organi della democrazia rappresentativa spingono a stampare moneta per risolvere i problemi politici. Cosi, si è affermata l'idea che per tenere a freno l'inflazione deve esistere un organo non immediatamente sottomesso al potere politico. La Banca centrale deve decidere quanta moneta si crea e a quale interesse la si fornisce. La decisione di Londra di non concedere per ora alla Banca d'Inghilterra l'indipendenza è stata considerata un altro segno della volontà britannica di andare per la propria strada trascurando gli obblighi europei. Invece Spagna e Francia hanno annunciato mosse a breve scadenza per realizzare l'obiettivo. Una volta sancita l'autonomia, però, il potere politico cerca di collocare nelle Banche centrali «indipendenti» - qualora abbia potestà di nomina di¬ retta - personaggi di sua fiducia, più docili. Una nomina discussa è quella decisa in Francia dal governo socialista alla vigilia di elezioni che certamente perderà. Al posto di secondo vicegovernatore è stato nominato Hervé Hannoun, già consigliere economico di Mitterrand e poi capo di gabinetto del primo ministro Bérégovoy. In Germania il cancelliere Helmut Kohl ha coltivato la tentazione di inserire nella Banca centrale il fido sottosegretario alle Finanze Horst Koehler, come vicegovernatore quando a settembre Hans Tietmeyer succederà a Helmut Schlesinger. Ora il progetto è caduto, a favore dell'ascesa di due tecnici che però hanno affiliazioni politiche chiare. Tietmeyer è infatti democristiano, mentre il probabile futuro vice Reimut Jochimsen appartiene all'opposizione socialdemocratica, [s. 1.] 111 Bill Da sinistra Helmut Schlesinger 111 e Pierre Bérégovoy ill

Persone citate: Boris Fiodorov, Hans Tietmeyer, Helmut Kohl, Helmut Schlesinger, Horst Koehler, Mitterrand, Reimut Jochimsen, Tietmeyer

Luoghi citati: Europa, Francia, Germania, Londra, Roma, Russia, Spagna