«Ciampi? E uno dei pochi veri amici» di Stefano Lepri

Pieno di tensione il «day-aftei» di Bankitalia. Merloni «freddo»: tutti sono sostituibili Pieno di tensione il «day-aftei» di Bankitalia. Merloni «freddo»: tutti sono sostituibili «Ciampi? E' uno dei pochi veri amici» Amato: pensa di andarsene, ma vorrei trattenerlo MANOVRI DI VIA NAZIONALE ROMA. «Pochi lo sanno, ma Ciampi è uno dei pochi amici veri che ho - dice con enfasi il presidente del Consiglio Giuliano Amato, in tv a Mixer, per negare ogni dissenso, ogni retroscena -. Lui ha superato i settantanni e considera che a un certo punto sia giusto andarsene, ma io vorrei trattenerlo». Per respingere i sospetti - va bene esprimergli rinnovata fiducia, ma perché rivelare che il governatore voleva dimettersi? - Amato, impegnandosi a fondo, ha scelto di puntare sul lato umano. «Ruggini con lui? Impossibile» ha risposto ancora. Carlo Azeglio Ciampi dunque viene pregato di restare, e di restare con pieni poteri. Non è solo il capo del governo a chiederglielo, ma anche altri delle superstiti piazzeforti della Prima Repubblica, come il Quirinale e la segreteria della de. Resterà, probabilmente, per almeno un altro anno, forse più. «Chi vuole sostituirlo per ottenere un rapido ribasso del costo del denaro ci dice un autorevole personaggio, che non vuole essere nominato - non si rende conto che un nuovo governatore, per conquistare la fiducia dei mercati, soprattutto nella fase iniziale dovrebbe condurre una politica monetaria più rigida». Nelle ultime settimane, ha conquistato anche molti che prima erano critici l'azione della Banca d'Italia, e personalmente di Ciampi, per abbassare il costo del denaro. Però l'inquietudine sollevata dagli eventi dei giorni scorsi continua ad aleggiare. Soprattutto perché si è capito che la successione all'attuale governatore della Banca d'Italia non sarà facile. Qualche nuovo colpo di scena non si può completamente escludere. A favore della permanenza di Ciampi ha voluto pronunciarsi ieri il ministro delle Finanze Giovanni Goria, che tre settimane fa aveva lanciato contro di lui una battuta aspra, poi corretta. Il capogruppo de alla Camera, Gerardo Bianco, ha inviato al governatore un telegramma di solidarietà. Nella de .sono molti che vogliono allontanare da sé il sospetto di aver ispirato l'articolo di Famiglia cristiana, dove si accusa Ciampi di legami con la massoneria (e di cui Amato dice: «chi ragiona così credo viva ancora nel Medio Evo»). Eppure la chiacchiera politica continua a rilanciare l'ipotesi di un intrigo contro Ciampi in seno alla de. Un sintomo sarebbe la dichiarazione di ieri del ministro dei Lavori pubblici, Francesco Merloni: «Ognuno ha la sua stagione. Ciampi ha avuto la sua e ora se ne potrebbe aprire un'altra. Non credo che sarebbe un grosso problema, tutti possiamo essere sostituiti». A queste manovre il se¬ gretario Mino Martinazzoli, favorevole alla permanenza in carica di Ciampi, sarebbe estraneo. Chi appoggia l'attuale governatore, lo giudica insostituibile, chiede di cercare, per il futuro, un altro simile a lui. Ciò che sembra emergere in questi giorni è che l'insostituibilità non deriva soltanto dalle doti del personaggio, ma anche da problemi obiettivi. Quello che dovrebbe essere il candidato naturale alla successione, l'attuale direttore generale Lamberto Dini, non riscuote molti consensi. Non piace: si ascolta mettere in dubbio la sua statura come economista, insinuare legami con personaggi politici ormai in declino, come l'ex presidente del Consiglio Giulio Andreotti. Scendendo la scala gerarchica, c'è una difficoltà nello scegliere tra i due vicedirettori generali. Il cattolicissimo Antonio Fazio, più anziano in grado, in Banca dal '63 senza mai lasciarla, viene considerato un dotato economista (specialità, i modelli econometrici), meno efficace però come manager. Negli Anni 80 è stato il grande avversario della scala mobile, di cui amava dimostrare con dovizia di equazioni le conseguenze negative. Ultimamente, si mostra tra i più preoccupati dei problemi sociali creati dalla disoccupazione. L'altro vicedirettore Tommaso Padoa-Schioppa, che Famiglia cristiana accusa di essere massone, è semplicemente considerato di idee laiche, e nel '78-79 fu consigliere del ministro del Tesoro democristiano Filippo Maria Pandolfi. Pupillo dell'ex governatore Paolo Baffi, ha pure una buona reputazione come economista, e con una economista è sposato. Dal 1979 al 1983 è stato direttore degli affari economici della Comunità europea. Si è mostrato ben cosciente della fragilità del sistema monetario europeo, che ha molto cooperato a costruire. E' ormai evidente che Ciampi preferirebbe come successore Padoa-Schioppa; e d'altra parte Fazio ha numerosi sostenitori. E' in questa situazione di possibile stallo che si fanno avanti le candidature esterne; o meglio la candidatura, perché il nome che circola è solo quello del ministro Piero Barucci. Però Barucci, a norma di legge, dovrebbe attendere sei mesi dopo la caduta del governo, prima di poter assumere la carica. Dentro la Banca, verso di lui si percepiscono sintomi di rigetto; c'è chi sarebbe disposto ad accettare chiunque, purché interno. Stefano Lepri Da sinistra il governatore Ciampi il presidente Amato e il direttore di Bankitalia Lamberto Dini

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