Marcello Viotti svela tutti j colori di Fauré di Armando Caruso
Conferenza stampa sdoppiata per le dive «separate in casa» Filarmonica di Torino al Conservatorio Marcello Viotti svela tutti j colori di Fauré Nell'apertura di stagione eseguiti anche Mozart e Ravel, tre bis di Zanini TORINO. Marcello Viotti sul podio, Maurizio Zanini al pianoforte e l'Orchestra Filarmonica di Torino. E' la serata inaugurale di una nuova stagione, che Viotti, poco prima di impugnare la bacchetta, si augura ricca di successi. Il programma? La Sinfonia n. 26 di Mozart K 184, il Concerto n. 19 K 459. Poi, la Suite di «Pelléas et Mélisande» di Gabriel Fauré, la cui architettura armonica è costruita su quattro splendidi movimenti. Chiude «Le Tombeau de Couperin» di Ravel. Il luogo? E' il Conservatorio Giuseppe Verdi che, con un'orchestra che ha voglia di «far musica», appare sotto una luce nuova: acustica straordinaria, suoni ammorbiditi, rapporto ideale fra palcoscenico e platea. Questo è il luogo giusto: lo si consacri quindi anche al repertorio sinfonico, lo si renda accogliente nei servizi, nelle strutture, lo si doti di un potenziale elettrico attualmente povero, anche se è «solo» una sala da concerto. Alle sonorità orchestrali provvede Marcello Viotti (che alla Scala dirige «Beatrice di Tenda»): sono calibratissime in Mozart, ricche di sfumature in Fauré e Ravel. L'Orchestra Filarmonica schiera strumentisti d'eccezione: Bruno Oddenino con il suo oboe argentino, in una parte acrobatica, suona con la massima naturalezza e musicalità; il cornista Ettore Dongiovanni e i colleghi di fila restituiscono suoni di incredibile colore e rotondità, gli archi anche net lóro complesso organico (in Fauré e Ravel), intrecciano un dialogo con oboe, fagotti, flauti e clarinetti (in particolare quello di Luigi Picat- Maurizio Zanin to), che impongono alla sala la massima attenzione. Dario De Stefano (violoncello) e Sergio Lamberto (violino) completano il cast dei «primi». L'atmosfera, il feeling tra pubblico ed esecutori raggiunge momenti di forte intensità emotiva. Maurizio Zanini nel Concerto in fa maggiore (considerando che le prove sono state soltanto due) ha dimostrato di amare Mozart con vigore, senza quell'asettico classicismo con cui sovente il salisburghese viene concepito. E non a scapito della precisione, della scansione metrica. Nei bis («Moto perpetuo» della Sonata n. 1 di Weber e nel Valzer in si bemolle minore di Chopin, Zanini dà un saggio di tecnica e musicalità non comuni e del suo intelligente apporto nel formulare i programmi. Così il pianista porterà in giro per l'Europa questo «suo» Weber restituito con una concezione sentimentale priva di fronzoli, essenziale. Musica avvolgente e coinvolgente, che l'elegante pubblico ha mostrato di gradire scattando in prolungati applausi dopo aver assaporato l'intima atmosfera. Cinque gli appuntamenti con l'Orchestra Filarmonica: il prossimo è, sempre al Conservatorio, il 9 marzo in particolare con una prima esecuzione assoluta del Concerto per flauto, violoncello e orchestra di Ennio Morricone, presente l'autore. Dirige Vittorio Bonolis, solista al flauto è Andrea Griminelli, musicista noto anche al pubblico televisivo per avere accompagnato Luciano Pavarotti in alcuni mega-concerti. Armando Caruso Maurizio Zanini
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