In Olanda la «buona morte» è legge

L'eutanasia è legale dopo dieci anni di realtà clandestina, lo ha deciso il parlamento L'eutanasia è legale dopo dieci anni di realtà clandestina, lo ha deciso il parlamento In Olanda la «buona morte» è legge Un 'iniezione porrà fine al dolore dei malati terminali I medici dovranno attenersi a 28 «norme» del codice BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La parabola olandese della «buona morte» si è conclusa. Una parabola giuridica, non biblica, ma talmente carica di implicazioni morali da aver lacerato società e partiti per venti lunghi anni. L'eutanasia è legge, e gli olandesi sono così i primi al mondo ad aver ottenuto il diritto di evitare le sofferenze, con una semplice quanto letale iniezione. Un Paese, l'Olanda, dove nei bar, assieme al menù, ti danno la lista delle varietà di hashish e marijuana provenienti dai più diversi angoli del mondo. Ma anche un Paese profondamente influenzato dal rigore calvinista, dove i contadini preferiscono la propria piatta campagna alla cosmopolita Amsterdam. Eppure è proprio su queste contraddizioni che l'Olanda ha costruito la propria fama di paradiso della tolleranza. I cattolici sono il 36 per cento della popolazione, i protestanti solo il 27, gli atei rappresentano una forte minoranza, e questo cocktail di fedi ha trovato ancora una volta un riflesso in Parlamento, dove democristiani e socialisti, assieme, hanno fatto passare con 91 voti contro 45 la legge che legalizza l'eutanasia. Per il codice penale «la buona morte» resta un reato, punibile con dodici anni di prigione. Ma è una pena destinata a restare sulla carta. Grazie alla nuova legge infatti, a partire dal prossimo anno, il medico che pratica l'eutanasia avrà la certezza matematica di non poter essere punito, a patto di seguire puntigliosamente il cammino dettato da 28 condizioni. Solo se il malato è destinato a morte certa, solo se soffre di dolori insopportabili, solo se ha «ripetutamente» chiesto di essere mandato nel mondo dei più, il medico può prendere in considerazione l'iniezione finale. E comunque, prima di somministrarla, deve chiedere il parere di un collega «indipendente», prendere in considera- zione la psiche del paziente e stabilire il suo quoziente d'intelligenza. Se non rispetta le 28 «norme», invece, la sua azione, passata al vaglio del medico legale, viene inviata al magistrato, che apre il processo penale. Polemiche? Vibranti proteste? Dimostrazioni di piazza? E' possibile che ve ne saranno, ma l'80 per cento degli olandesi appoggia la decisione dei parlamentari, che di fatto hanno legalizzato una pratica già da anni ampiamente diffusa. A partire dal 1973, infatti, sono stati sempre più i casi di medici che, praticando «la buona morte», riuscivano a sfuggire al carcere comportandosi in base ad un «decalogo» che ha trovato riscontro nelle norme ora fissate dalla nuova legge. Dopo un decennio di polemiche, nel 1986, il Parlamento decise così di avviare un «esperimento»: i medici potevano esaudire il desiderio di morte dei propri pazienti terminali, inviando poi al procuratore della Regina una dettagliata relazione «scientifica». Da allora ogni anno 2700 persone hanno concluso vita e sofferenze con un'iniezione. I lumi che i deputati attendevano dalla scienza, però, non sono arrivati. Gli studiosi ammettevano che «la morte data dal medico è stata vissuta dai parenti del malato come se fosse avvenuta naturalmente», e che «la volontà di morire del paziente è apparsa sempre espressa con coscienza». Pur riconoscendo che «l'eutanasia è un desiderio dell'uomo cui è opportuno rispondere», però, medici e psicologi sottolineavano che il numero dei malati di cancro e dei malati di Aids che avevano chiesto e ottenuto l'eutanasia era uguale, pur essendo i primi dieci volte più numerosi dei secondi, e sottoposti a sofferenze infinitamente maggiori. Inoltre, la maggioranza dei malati di Aids che avevano fatto ricorso alla «buona morte» erano omosessuali. Conclusione: il rapporto con il dolore, il desiderio di morte, è un fatto sociale. E tuttavia il Parlamento ha deciso di fare piazza pulita delle polemiche, soprattutto per evitare che l'eutanasia, vietata e punita dalla legge, si diffonda sempre più come pratica «selvaggia». Una ricerca effettuata a Rotterdam, infatti, indicava che in un anno 400 «buone morti» erano state date senza che il malato ne avesse fatto il minimo cenno. Il motivo? L'alto costo delle terapie per i malati terminali, denunciato anche da Poul Riis, presidente del Comitato scientifico della vicina Danimarca: «I medici danesi sono costretti, per le terapie sempre più costose, a dover compiere ogni giorno questa scelta, senza essere preparati a decidere». «Speriamo che la nuova legge porti allo scoperto la "buona morte", e che questa possa essere regolata», ha detto il ministro della Giustizia olandese Ernst Hirsch-Ballin, mettendo il dito su quella che potrebbe rivelarsi come la nuova piaga dell'Olanda. Resta un problema, quello dei malati terminali in stato di incoscienza. Il Parlamento non ha ancora previsto questo caso, ma c'è chi vorrebbe l'applicazione dell'eutanasia «d'autorità». Una «buona esecuzione»? Fabio Squillante Nancy Cruzan, la ragazza americana protagonista di un caso di eutanasia in Usa nel '92

Persone citate: Ballin, Ernst Hirsch, Fabio Squillante, Nancy Cruzan, Poul Riis

Luoghi citati: Amsterdam, Bruxelles, Danimarca, Olanda, Rotterdam, Usa