E Clinton prende tempo

E Clinton prende tempo E Clinton prende tempo Un inviato di pace da Washington WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il governo americano sta per nominare un inviato speciale per i problemi della Bosnia. L'annuncio è atteso per la fine della settimana, quando Bill Clinton dovrebbe rendere pubblico il suo piano di intervento nella regione, contenente, a quanto è stato anticipato, alcune correzioni rispetto a quello europeo. La nomina di un inviato è stata ritenuta utile anche per correggere l'impressione di disimpegno sulla Bosnia offerta da Bill Clinton nei primi giorni della sua Presidenza e per ten¬ tare di assorbire la delusione di David Owen e Cyrus Vance per la presa di distanze americana rispetto al loro piano. Nella tarda serata di lunedì, Owen e Vance avevano esposto dettagliatamente il piano europeo nel corso di una riunione a porte chiuse del Consiglio di sicurezza dell'Onu. Non sono state formulate critiche esplicite e la nuova capo-delegazione americana, Madeleine Albrìght, parlando della riunione, ha commentato: «Penso sia stato un incontro molto utile. Come sapete, gli Stati Uniti hanno sostenuto con molta convinzione il lavoro di Owen e Vance». Gli interessati non la pensano allo stesso modo e, nel corso di contatti riservati all'Onu, non hanno nascosto la convinzione che il mancato appoggio americano abbia pregiudicato definitivamente ogni possibilità di successo del piano, approvato finora solo dalla Croazia. Durante la riunione di lunedi, Owen e Vance hanno espresso l'opinione che la messa in opera del loro piano, contrariamente ad alcune stime più larghe fatte precedentemente, richiederebbe l'impiego di 15-20 mila uomini. Solo gli Stati Uniti, secondo la valutazione dei diplomatici presenti, sarebbero in grado di fornire il grosso di questa forza, ma è stato precisamente il rifiuto opposto da Clinton e dal suo segretario di Stato Warren Christopher al riguardo che ha determinato gran parte della delusione di Owen e Vance. Il governo americano, oltre ad escludere l'invio di truppe di terra, anche per una ferma opposizione del Pentagono, critica un altro aspetto del piano, che propone la divisione della Bosnia in dieci province semi-autonome, tre musulmane, tre serbe, due croate, due miste. I musulmani ritengono di avere diritto a più terra e gli Stati Uniti, sostanzialmente, danno loro ragione. Il piano di Clinton, per quanto è trapelato finora, prevederebbe uno sforzo umanitario più largo, in modo che gli aiuti possano raggiungere la popolazione civile anche in aree della Bosnia controllate dai serbi, dove ora non possono giungere. Non è chiaro, al riguardo, se l'allargamento dell'operazione umanitaria dovrebbe avvenire all'interno di quella attualmente in corso sotto la direzione delle Nazioni Unite, oppure attraverso un impegno americano indipendente. La Casa Bianca, inoltre, intenderebbe proporre un indurimento delle sanzioni contro la Serbia, con una più stretta prevenzione del contrabbando che si svolge lungo il Danubio. Ma il segretario per la Difesa americano, Les Aspin, ha escluso, per ora, un'azione di bombardamento aereo contro i serbi per la violazione della zona di non-volo sopra Sarajevo. Paolo Passarmi

Persone citate: Bill Clinton, Clinton, Cyrus Vance, David Owen, Les Aspin, Madeleine Albrìght, Warren Christopher

Luoghi citati: Croazia, Sarajevo, Serbia, Stati Uniti