A Gorami non risultano mazzette per l'Enimont

A Gorami non risultano mazzette per l'Enimont Indiscrezioni sull'interrogatorio come teste A Gorami non risultano mazzette per l'Enimont ROMA. Raul Gardini è stato interrogato come testimone nel quadro dell'inchiesta Enimont. L'ex presidente della Montedison ha lasciato gli uffici romani della polizia tributaria dopo tre ore, senza fare commenti. Rientrato a Milano, Gardini ha però rilasciato una dichiarazione. «Ho adempiuto con soddisfazione - ha detto - alla richiesta di esporre al magistrato le tappe fondamentali del progetto industriale Enimont ed il mio ruolo in esso, dall'entusiasmo e dalla determinazione iniziali al fallimento finale. Il rispetto che devo ai giudici mi impedisce di aggiungere altro. Voglio però dire ha proseguito - che il fallimento di Enimont, in cui tutti i protagonisti, me compreso, hanno una parte di colpa, mi brucia ancora: per me personalmente, per il gruppo Montedison e perché la chimica italiana ha perso l'occasione di recitare un ruolo da protagonista nel mondo». Stando alle indiscrezioni, nel colloquio con il sostituto procuratore Ettore Torri, Gardini avrebbe escluso che dietro il passaggio delle azioni detenute dalla Montedison ed acquistate dall'Eni possa esserci stato il pagamento di una tangente. Il magistrato ha deciso di prendere qualche giorno di pausa per valutare come proseguire le indagini. Gli interrogatori di Gabriele Cagliari e di Eranco Reviglio (previsti per martedì e mercoledì prossimi) potrebbero quindi essere rinviati di qualche giorno. Il presidente dell'Eni e il suo predecessore e attuale ministro del Bilancio sono stati convocati come testimoni. tr. i.]

Persone citate: Ettore Torri, Gabriele Cagliari, Gardini, Raul Gardini, Reviglio

Luoghi citati: Gorami, Milano, Roma