Dietrofront in banco calano i tassi

Mentre il presidente délFAbi fa l'autocritica e chiede scusa: non avevo capito il decreto Mentre il presidente délFAbi fa l'autocritica e chiede scusa: non avevo capito il decreto Dietrofront in banco, calano i tassi Adesso Barucci vuole abolire il conto di Tesoreria MILANO. Signori, si scende. Ebbene sì, quello che sembrava un nuovo braccio di ferro del sistema bancario contro tutti -governo, Banca d'Italia, mondo delle imprese - ora è finito in gloria. Una soluzione all'italiana: dopo le polemiche, ecco le prime comunicazioni ufficiali da parte delle banche che confermano il movimento al ribasso dei tassi. Detto e fatto. Da Basilea, il governatore Ciampi, in mattinata aveva di nuovo lasciato intendere: «C'è spazio per altre riduzioni dei tassi di interesse, spero che venga utilizzato». E le riduzioni sono arrivate, puntuali, nel pomeriggio: prima la Bnl, la banca del Tesoro per eccellenza, che ha ridotto di mezzo punto il suo prime rate (al 12,50%) e il suo top rate (al 19%), poi la Popolare di Milano che ha tagliato il prime di uno 0,75% e il top di un punto secco, poi il Banco di Napoli (meno un quarto di punto). Via col ribasso, dunque. E occhi puntati, questa mattina, sull'asta dei pronti contro termine che dovrebbe essere di almeno 7 mila miliardi e potrebbe portare i rendimenti, almeno a dar retta alle previsioni dei cambisti, sotto l'I 1,20%. E il ministro del Tesoro Barucci, parlando ieri sera a Napoli, portando un attocco a fondo alla lotizzazione bancaria («E' giusto che gli istituti siano sottratti alle grinfie dei politici») ha anunciato che nel giro di pochi giorni porterà a termine la riforma della riserva obbligatoria. In pratica verrà abolito il conto di Tesoreria, cosa peraltro richiesta a gran voce dai banchieri. Prevale l'ottimismo tra gli addetti ai lavori. Ernesto Paolillo, presidente del Forex, l'associazione dei cambisti, non demorde dall'ipotesi di un ribasso prossimo venturo di almeno due punti per- centuali nei tassi. Spiega: «La riforma della riserva obbligatoria produrrà un indubbio aumento della liquidità delle banche, anche se si dovrà vedere come verranno usate le risorse, una parte andranno a tappare i debiti del sistema verso la Banca d'Italia ma potranno anche esserci spazi per nuovi investimenti». Mentre Alberto Varisco, presidente dell'Atic, l'associazione che raggruppa i tesorieri, più prudentemente quantifica in un quarto di punto la riduzione dei tassi bancari alla clientela indotta dal taglio della riserva obbligatoria: «Un quarto di punto che si aggiungerà al mezzo punto dei giorni scorsi». Tutti ad aspettare nuovi cali dei tassi. Adesso. Ma prima, tra venerdì sera e lunedì mattina, nel lungo weekend successivo alla notizia del taglio (dal 22,5% al 17,5%) della riserva obbligatoria, quante polemiche. «Mi dispiace, ma non credo che la riduzione della riserva obbligatoria farà scendere i tassi bancari», aveva dichiarato a caldo, sabato pomeriggio, il presidente dell'Abi Tancredi Bianchi, interpellato via telefono nel suo studio bergamasco. Apriti cielo! L'Abi boicotta il ministro Barucci che ha firmato il provvedimento? L'Abi fa spallucce alla Banca d'Italia che ha approvato la decisione del Tesoro? L'Abi risponde no alle richieste di tagliare i tassi che arrivano dal mondo dell'industria? E' questo che voleva dire Tancredi Bianchi? «No, mi sono semplicemente sbagliato». Con onestà, il presidente dell'Abi fa marcia indietro. E ricostruisce così il suo errore: «Avevo letto sui giornali che la remunerazione della riserva obbli¬ gatoria era stata ridotta di mezzo punto con una perdita per il sistema bancario oscillante tra i 600 e i 700 miliardi. Adesso mi hanno informato che la remunerazione non sarà ridotta e che, quindi, questi 600-700 miliardi potranno essere tutti trasferiti alla clientela. L'equivoco è nato perché l'Abi non ha avuto il piacere di essere interpellata in nessuna fase del provvedimento e io personalmente ho appreso della riforma e delle sue conseguenze solo dai giornali». Insomma, una cantonata ma tutto è bene quel che finisce bene: «Può darsi che le interviste che ho rilasciato nei giorni scorsi siano servite a far cambiare idea e a non ridurre la remunerazione», insiste il presidente dell'Abi concludendo: «Così stando le cose, il risultato immediato sarà una riduzione di un quarto di punto». Scusate l'errore, riconosce Tancredi Bianchi. Ma, nonostante la retromarcia, quel suo «mi dispiace ma i tassi non scenderanno» ha lasciato il segno. E irritato parecchi. Una reazione tra tante, quella di Fabio Fabbri, settosegretario alla presidenza del Consiglio, braccio destro di Amato: «Il vertice del sistema bancario - queste le sue parole - ha dato una risposta che sarebbe eufemistico definire fredda all'invito del governo e della Banca d'Italia a collaborare, con la riduzione del costo del denaro, per sostenere l'economia e il ritorno dello sviluppo». Domanda finale: «C'è da chiedersi se tutta la base intenda allinearsi alla scelta di arroccamento del vertice Abi». La prima risposta, ieri pomeriggio, con i tagli decisi da Bnl e compagnia. Oggi si replica. [a. ?..} La riduzione di mezzo punto Bankitalia preme: si può fare di più E il ministro rincara: fuori i politici dagli istituti La sede della Banca d'Italia in via Nazionale

Persone citate: Alberto Varisco, Barucci, Ciampi, Ernesto Paolillo, Fabio Fabbri, Tancredi Bianchi

Luoghi citati: Basilea, Milano, Napoli