Ultimo, angelico Rossini fra ironia e sentimento di P. Gal.

Ultimo, angelico Rossini fra ironia e sentimento Il Coro della Stefano Tempia diretto da Moscatelli Ultimo, angelico Rossini fra ironia e sentimento TORINO. Serata rossiniana alla Stefano Tempia con una bella scelta di quelle pagine composte a Parigi negli Anni Trenta, quando Rossini, ormai ritiratosi dalla competizione teatrale, affidava alla musica da camera il frutto delle sue fantasticherie musicali. Sono pagine corali e solistiche, accompagnate dal pianoforte e talvolta dall'armonium, quando si tratta di composizioni religiose come l'«Ave Maria» la «Notte del Santo Natale» «La fede, la speranza, la carità» che il Coro della Stefano Tempia ha cantato sotto la direzione di Ettore Moscatelli: tenui immagini di preghiera intessute attraverso una polifonia soffice e trasparente che meglio s'avvarrebbe, forse, d'un organico ristretto: «12 cherubini» sono, non dimentichiamolo, i cantanti per cui Rossini ha concepito la «Petite Messe Solemnelle». A queste composizioni il programma ne alter¬ nava altre, d'argomento profano, destinate al classico duo di voce e pianoforte. Di turno il baritono Lisandro Guinis e il soprano Maura Maurizio, voce incisiva e ben modulata che ha saputo sottilmente cogliere il carattere ironico e sentimentale, la dolcezza trattenuta e la vivacità. Il pianista Michele Frezza è stato determinante per mettere in rilievo le componenti diverse dell'ultimo Rossini: da Bach e Chopin, non senza dimenticare totalmente il mondo dell'opera che aveva fatto la sua fortuna e fama universale. [p. gal.]

Luoghi citati: Parigi, Torino