Gascoigne al bar scoppia la rissa

GENITORE BIOLOGICO O AFFETTIVO? «Paparazzo» romano infrange l'esclusiva delle immagini cedute a una troupe inglese Gascoigne al bar, scoppia la rissa Lite tra fotografi per la pace con la fida ROMA. Gazza continua a volare fra le polemiche, ma stavolta non ha colpe dirette nell'ultima, quella di ieri. Se non quella, provata, dell'ingordigia. Non contento di un ingaggio da due miliardi annui, cerca di arrotondare concedendo esclusive per interviste e fotografie al «Sun» in cambio della modica cifra di cento milioni di lire, contratto semestrale. Il contrasto fra il concetto di esclusiva e quello di libertà di stampa ha coinvolto ieri Gascoigne e la sua compagna Snervi nella baruffa italo-britannica tra fotografi. Hanno litigato, urlato, ma Gazza non ha alzato le mani. Peggio aveva fatto negli Anni 60 Joe Baker, sangue di Liverpool, massiccio centravanti del Toro, volto da attore western, che nell'alba romana aveva preso a cazzotti un fotografo colpevole di averlo immortalato abbracciato ad una entreìneuse all'uscita dal night. Non era notte, erano solo le 15 di ieri quando Gascoigne e Sheryl stavano consumando pizzette e aperitivo allo Zodiaco, quartiere Montemario. Una settimana fa la bionda inglese, che ha due figli da una precedente relazione, era scappata in patria. La notizia aveva dato lo spunto all'ipotesi che fosse stanca del tipo di vita condotta a Roma da Gazza (troppa birra e troppi spaghetti) e volesse mollarlo fra le distrazioni della capitale. Il ritorno all'ovile della bella Sheryl era un piatto ghiotto per i fotorepoters londinesi Charles Reims, Joh Richardson e John Pelham, depositari dell'esclusiva. Ma forti di una ipotetica libertà di cronaca azionavano i teleobbiettivi anche il fotografo della capitale Alessandro Moggia ed un suo collaboratore. Scoppiava il caos. Gazza apostrofava i paparazzi romani, contestava i loro scatti ma dopo lo scambio di vivaci battute se ne andava con Sheryl, gridando: «In Italia non si può stare tranquilli neppure al bar, queste erano foto che avevo commissionato ad amici londinesi per il mio album di famiglia». E lasciava i fotografi a continuare la bagarre. Alessandro Moggia era riuscito a chiudere la macchina fotografica nella sua auto, ma al suo collaboratore la fotocamera era stata strappata dalle mani e restituita ma senza rullino. I tre inglesi hanno poi cercato di aprire l'auto per pren- dere l'altra pellicola ma mentre Moglia difendeva le chiavi della vettura intervenivano un carabiniere e alcuni agenti di polizia. Cercacvano di sedare la mischia, ma il trio inglese non mollava la presa. Automatico l'invito ai cinque contendenti: «Tutti al commissariato». Dove il contrasto è continuato, ma solo a parole. Alla fine, Moggia è riuscito a difendere il suo prezioso bottino. Che è ormai salito di prezzo. Foto con contorno di rissa, il massimo. E si confermano le attitudini di Gascoigne a diventare uomo copertina al di fuori delle sue imprese calcistiche con la maglia della Lazio. Si era appena smorzato l'eco del rutto in diretta, botto e immagini diffuse da Domenica Sprint, che arriva la mischia per le fotografie della coppia ricomposta. Piacciono molto alla stampa inglese, in mancanza di altre immagini delle tresche in casa reale. Nato a Gatesheade il 27 maggio '67, tifoso della Ferrari e pazzo per la musica (nel '90 ha inciso Fog on the Tyne risultando per una settimana in testa alla hite parade inglese), Gazza ha alle spalle una lunga storia di gags folli. E poi risse, festini, spogliarelli e scherzi anche pesanti. Si ricorda che il «mooning» (effetto luna) è stata la sua prima passione, abbassarsi i pantaloni e far vedere il sedere ai passanti dai finestrini dei taxi. «Fu il mio modo di salutare i tifosi del Newcastle», ammette. Era l'85. Ha fatto molta strada da allora, e anche soldi. [b. p.) Gascoigne, l'inglese che gioca nelle (ile della Lazio, ieri al centro di un'altra rissa, per un rullino di foto «rubate» ad un'esclusiva che lui stesso aveva venduto ad alcuni fotografi del suo Paese

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