Primi somali uccisi dalla folgore
Inseguimento nella notte alla periferia di Mogadiscio, altri due sono fuggiti OPERAZIONE IBIS Inseguimento nella notte alla periferia di Mogadiscio, altri due sono fuggiti Primi somali uccisi dalla folgore Sono due banditi, sparavano contro gli italiani MOGADISCIO. E' stata una banale rapina ad un automobilista a causare il secondo scontro a fuoco tra somali e militari italiani che ha provocato l'altra sera la morte di due «banditi», alla periferia Nord di Mogadiscio, una zona conosciuta per essere «terra di nessuno» (non occupata cioè dalle milizie delle due fazioni in contrasto per il controllo della capitale). Secondo la ricostruzione dell'episodio fatta dal generale Gianpiero Rossi, che comanda gli oltre 2500 militari della missione italiana Ibis, un cittadino somalo ha fermato per strada i paracadutisti della Folgore e i fucilieri del Battaglione San Marco mentre percorrevano su tre gipponi la strada che dalla capitale porta a Balad. L'uomo ha chiesto soccorso indicando un fuoristrada Suzuki che si allontanava a gran velocità con quattro persone a bordo, del quale era stato appena rapinato sotto la minaccia delle armi. Il somalo è stato fatto salire su uno dei gipponi ed è comin- ciato un inseguimento nel dedalo di strade e stradine che costeggia l'arteria, ai bordi della quale ogni mattina viene allestito un grande mercato di generi diversi affollato da centinaia di abitanti della zona. Durante l'inseguimento l'autista del primo veicolo militare, lampeggiando con i fari, ha in¬ timato più volte ai fuggitivi di fermarsi, ma quando i gipponi hanno quasi raggiunto il fuoristrada, da bordo dell'auto sono stati sparati prima colpi di pistola e poi raffiche di mitra. A questo punto i soldati hanno risposto al fuoco e il conducente del Suzuki, colpito, ha perso il controllo della guida, finendo contro il muro di una casa. Due degli occupanti sono scesi di corsa dalla vettura e sono scappati a piedi. Nell'abitacolo sono rimasti due feriti, che sono stati soccorsi, ma sono morti mentre venivano accompagnati in ospedale. «Nonostante questo episodo, che è di puro banditismo - ha dichiarato il generale Rossi - e che è analogo ad uno accaduto due settimane fa, nel quale è morto un altro somalo, la situazione della sicurezza a Mogadiscio sembra dare chiari segnali di miglioraménto. Abbiamo segnalazioni di molte aggressioni, che accadono soprattutto di notte - ha aggiunto l'ufficiale e qualche volta si concludono con un'imprudenza come quella dell'altra sera, quando i banditi non si sono resi conto che stavano attaccando tre veicoli militari». I soldati dell'Ibis hanno intanto stabilito un nuovo presidio nell'area Nord della zona assegnata, a Buio Burti, settanta chilometri a Nord di Gialalassi. [Ansa] Uno dei duemilacinquecento soldati italiani dell'operazione Ibis (foto ansa]
Persone citate: Gianpiero Rossi
Luoghi citati: Buio Burti, Mogadiscio
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