Applicazione leggi Cee Italia seconda in Europa di F. S.
Mercato unico, solo la Danimarca più brava Mercato unico, solo la Danimarca più brava Applicazione leggi Cee Italia seconda in Europa BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Per anni l'Italia ha recitato nella squadra europea il ruolo di Pierino: tifosa entusiasta della Comunità, ma decisamente svogliata nell'applicare in casa le norme dettate dai Dodici. I tempi però sono cambiati, e nella sorpresa generale il nostro Paese si è ritrovato quasi in testa alla classifica dei «buoni», i Paesi cioè più solleciti nel trasferire in leggi nazionali le direttive Cee per l'applicazione del mercato unico europeo. Così a Bruxelles, è stato esplicitamente lodato «il progresso eccezionale realizzato dall'Italia, che è riuscita a piazzarsi al secondo posto». Subito dopo la Danimarca, che con le sue 189 direttive Cee si è conquistata la palma della diligenza, viene infatti il nostro Paese, che ha già trasposto nella legislazione nazionale 182 delle 209 misure previste. «La graduatoria costituisce per noi una piacevole sorpresa», ha detto il ministro degli affari comunitari Raffaele Costa. Tutto ok, dunque? I guai cominciano quando si inizia a parlare della libera circolazione delle persone all'interno della Comunità europea. Già dai primi giorni di vita del «mercato interno», le proteste per il perdurare dei controlli alle frontiere tra i Paesi Cee sono piovute a centinaia sui tavoli dei burocrati di Bruxelles. Su questo punto, però, la Commissione europea è disposta a chiudere un occhio. Più o meno tutti gli Stati membri, infatti, temono che la mancanza di controlli possa facilitare il traffico di droga, il terrorismo e la criminalità. A luglio i controlli alle frontiere terrestri e portuali dovrebbero essere aboliti, ed il 31 dicembre prossimo dovrebbe seguire l'eliminazione dei controlli negli aeroporti. [f. s.]
Persone citate: Raffaele Costa
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