Bankitalia l'Opus Dei e i «black-out» di Tangentopoli

Bankitalia, l'Opus Dei e i «black-out» di Tangentopoli I NOMI E GLI Bankitalia, l'Opus Dei e i «black-out» di Tangentopoli Bankitalia nelle mani dei seguaci di Josemaria Escrivà de Balaguer? E' una delle inquietanti ipotesi che si affacciano, dopo l'attacco di Famiglia Cristiana al governatore Carlo Azeglio Ciampi. Reo, secondo il settimanale, di essere alla guida di una squadra laico-massonica. L'aspirazione non è peregrina. In Spagna, dove nacque, la potenza dell'Opus Dei trasse forza dalle università e, di conseguenza, dal controllo ferreo dei gangli economici del Paese. E' vero che Tangentopoli ha sfiorato con l'ala forse il più prestigioso tra i finanzieri targati Opus Dei, l'ex anuninistratore delegato di Montedison Pippo Garofano. Ma sotto il benevolo mantello di Papa Wojtyla, perché non ritentare in Itali governatore lia la felice Azeglio Ciampi esperienza Lamberto Dini iberica? Né è da escludere che l'attacco al successore di Paolo Baffi (vittima di un'altra loggia, quella guidata da Licio Gellil mascheri un siluro interno all'istituto, inviato da qualcuno che su quella poltrona di Governatore sogna dà anni di poter sedere. E che ha trovato ora, nell'Opus Dei, un nuovo sponsor politico. Sia come sia, nei silenziosi corridoi di Bankitalia, tra salamelecchi e mezze parole, sono cominciate le grandi manovre della successione. Che vedono contrapposti due candidati forti: Lamberto Dini e Tommaso Padoa Schioppa (di sicura fede laica), e Antonio Fazio. Secondo turno di inquisizioni eccellenti per Tangentopoli, un colpo di accelerazione per i cambiamenti ai vertici degli enti pubblici. Tornano voci insistenti su Franco Nobili, servizi giornalistici portano alla ribalta, un giorno sì ed uno no, interessi santodominghiani di Gabriele Cagliari. Un vero e proprio ciclone sta travolgendo le province «elettriche». Minaccia querele il presidente dell'Enel, Franco Viezzoli. Ma non si capisce proprio come possa arginare una falla come quella che si è aperta sulle commesse dell'ente. Intanto, soprattutto sull'Ili, la lotta alla successione è aspra. Aspirano al posto di Nobili sia Biagio Agnes che Fabiano Fabiani, presidenti delle due grandi controllate, Stet e Finmeccanica. E qualche ardimentoso ipotizza perfino il passaggio rapido di Viezzoli alla even¬ ti ministro Barucci tuale poltrona lasciata libera. Ma non è escluso, anzi è assai probabile che, proseguendo nella strada già tracciata con la designazione di Hayao Nakamura all'Ulva, e di Roberto Giannini ad Iritecna, il Governo tagli fuori da questa tornata di nomine proprio i manager pubblici. Del resto, basta vedere quello che è successo e succede alla Biennale di Venezia, dove ora nell'occhio del ciclone è Gianluigi Rondi, per capire che la parola stessa «nomina» è diventata terreno minato. E' pensabile che Giuliano Amato e Piero Barucci sistemino la questione, ricorrendo alla vecchia prassi dei quattro cantoni? Nell'occhio del ciclone è entrato un gruppo potente, il Montepaschi, e il suo provveditore, Carlo Zini. Storie di crediti inimitati e protezioni a Giuseppe Gennari, di parcelle miliardarie per l'acquisto della Popolare di Canicattì. Vicende del 1990, lo stesso anno in cui l'allora presidente dell'istituto senese, Piero Barucci, decise di scegliere la soluzione meno pericolosa del Credito Italiano. I vertici del Montepaschi si difendono. Ed è logico. Zini è sorpreso, Alberto Brandani amareggiato. Resta l'imbarazzo del fatto che, sulla poltrona del Tesoro, e quindi al Governo, siede oggi un uomo che, ai tempi di quelle vicende, lasciò Siena dopo scontri interni, e in dissenso con la gestione. Battaglie di dimensioni minori, ma non meno aspre si combattono nei gruppi familiari. L'ultimo caso è quello Silvio Berlusconi della Falck, dove Giorgio Falck ha messo familiari e amici azionisti di fronte alla scelta tra il direttore generale Achille Colombo, sostenuto dal cugino Alberto, e se stesso. Alla conta, Giorgio si è voltato e si è trovato solo. Paga la passione per la vela, i lunghi mesi in mare all'inseguimento di primati e trofei, la presenza in fabbrica a corrente alternata. Ora è uno dei candidati alla presidenza di Milano Olimpica. Novità sono attese in Fondiaria, dove i vertici sono da ricostituire. Dei cinque membri attivi, il presidente è appena defun¬ to (Camillo De Benedetti), il vi cepresidente (Giuseppe Garo fano) è latitante, mentre uno degli amministratori delegati, Alfonso Scarpa, è esautorato. Restano solo due uomini con le carte in regola: il vicepresi dente Alberto Pecci e l'ammi lustratore delegato Carlo Sama. Nel nuovo organigramma sarà forse possibile leggere i futuri destini del secondo gruppo assicurativo privato italiano. Oggi, nella veste di padrone della Mondadori, Silvio Berlu sconi ha un appuntamento con l'amministratore delegato Franco Tato. E' un incontro importante nel quale - sono sempre parole di re Silvio - si scontreranno due op poste visioni del mondo: da una parte quella vitalista e movimentista del padrone, dall'altra quella prudente, e attentissima ai costi, dell'amministratore. Quale prevarrà? E a quale prezzo? Valeria Alberto Sacchi Falck li governatore Azeglio Ciampi Lamberto Dini ti ministro Barucci Silvio Berlusconi Franco Nobili Gabriele Cagliari Alberto Falck

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