Nasce con tre punte il nuovo Toro di Goveani di Marco Ansaldo

Nasce con tre punte il nuovo Toro di Goveani Nasce con tre punte il nuovo Toro di Goveani // neopresidente chiederà a Pulici, la vecchia bandiera, di ritornare I granata oggi contro il Brescia: finalmente una domenica al Delle Alpi senza l'incubo della contestazione TORINO. Gli striscioni, carichi di quella rabbia livida che sigilla gli amori traditi, sono finiti sul fondo dei magazzini insieme ai cattivi pensieri su Borsano. Oggi, al Delle Alpi, il Toro dovrebbe godere della prima domenica senza contestazione. Non succedeva dal giorno in cui i gruppi della curva decisero che si dovesse fare terra bruciata attorno all'Onorevole, qualunque cosa combinasse la squadra. La guerra probabilmente non è finita, nell'attesa di vedere che razza di pesce è questo Goveani. C'è un'ala dura che vorrebbe tenere sotto tiro il nuovo presidente già nella partita d'esordio. Dicono, questi tifosi, che il Notaio non è un granata d.o.c. ma un aggregato dell'ultima ora. Sospettano che abbia contatti troppo stretti con la vecchia presidenza per essersene del tutto affrancato. Ascoltano le voci di Marchegiani già venduto alla Lazio e di Arnioni ceduto alla Ju¬ ve e benché Goveani smentisca, nessuno può tranquillizzare chi, neppure un anno fa, sentiva dire le stesse cose di Lentini. Anche l'ultimo messaggio presidenziale, quel riferirsi all'Atalanta come a un modello, non è piaciuto a chi pensa che il Toro debba stare in altra compagnia. L'impressione tuttavia è che la maggioranza si sia scrollata dalle spalle l'incubo di una convivenza ormai sgradevole, impossibile, con Borsano. Il primo passo verso la pacificazione. Ieri pomeriggio al Filadelfia c'era molta più gente di venerdì a salutare Goveani, s'è avviato il disgelo che il risultato con il Brescia e quello di mercoledì contro la Lazio in Coppa Italia potranno accelerare. Il Notaio, tra l'altro, ha avuto l'accortezza di riesumare dall'armadio un mito ancora fresco, quello di Paolino Pulici. Lo incontrerà giovedì e gli chiederà di rientrare nella società anche se non si capisce be¬ ne con quali compiti: tra i collaboratori tecnici di Mondonico e il gruppone degli uomini di Moggi ormai restano soltanto i posti in piedi. Ma Pulici per la gente è sempre Pupi. Uno di cui fidarsi. E un ruolo glielo si troverà. Sarà una domenica diversa. Borsano esordì con una sconfitta a Bergamo, proprio contro Mon- II Ciò ha smentito l'affidamento ad un'agenzia di una campagna per avere il Nobel della pace, ma nella smentita ha banalmente fatto sapere di lavorare da sempre per l'armonia fra le genti (e sennò, per cosa?). Forse frequentando per tanto tempo l'armonia si finisce per risultare un po' suonati. donico. Ma sono già stati fatti gli scongiuri. «Quei fischi al presidente non ci condizionavano, anche perché i tifosi non ci hanno mai accusato di nulla, ma l'aria si era fatta pesante per tutti», ammette Scifo, uno dei più sensibili. Vedremo se in campo cambierà qualcosa. Capiremo se nei cento giorni neri del Toro ha inciso il disagio di chi si sente ospite in casa propria. «Contro il Brescia l'aspetto psicologico conterà anche più di quello tattico», ammette Mondonico che ha preparato per l'occasione qualcosa di nuovo: un attacco che per la prima volta schiera dall'inizio Poggi, Aguilera e Casagrande con la regia di Scifo. Eppure il Mondo passa per un difensivista come il Trap, che a Bergamo farà giocare la Juve con 4 punte e Platt. L'intenzione dell'Emiliano è chiara. Vuol tenere il Brescia sotto pressione e impedirgli che giochi una partita alla pari, co¬ me potrebbe. Sa che lo smarrimento di queste ore scomparirebbe con la prima vittoria in casa dopo tre mesi e mezzo di astinenza. E c'è un altro aspetto che teme: come reagiranno i giocatori all'idea di essere sotto l'esame del nuovo presidente? Chi subirà l'affanno di dover dimostrare qualcosa? «Ho parlato a tutti con molta chiarezza - spiega Mondonico - e ho detto di non curarsi di Goveani in tribuna, delle pagelle, di cosa pensano i tifosi, della riconferma per l'anno prossimo. Devono restare freddi e giocare pensando soltanto a sentirsi in pace con la propria coscienza: loro a fine partita sanno benissimo se hanno fatto bene o male, non devono aspettare i giudizi del lunedì che possono venire Paolo Poggi, ultima scoperta granata, In campo per la Ia volta con Aguilera e Casagrande falsati dall'amicizia o dal ricatto». Tutto vero. Ma per qualcuno sarà comunque una partita speciale. Per Aguilera, soprattutto. Ripete di sentirsi in debito con tutti e di non capire perché non riesca a rendere nonostante si senta in forma. «Vorrei segnare per me e per inaugurare il nuovo periodo del Toro», assicura. Mondonico lo ripropone, dopo l'esclusione camuffata di Ancona. Però l'uruguayano sente puzza di bruciato. All'orizzonte si profila Balbo. E Poggi, lanciato a tempo pieno, potrebbe essere l'altra chiave per l'attacco granata del futuro: finora l'abbiamo visto poco, ma l'Emiliano vuole sfruttarlo di più. Marco Ansaldo

Luoghi citati: Ancona, Bergamo, Filadelfia, Italia, Lazio, Lentini, Torino