Così l'androgino sedusse Maupassant

21 Così l'androgino sedusse Maupassant Parigi, diario misterioso a 100 anni dalla morte f\ PARIGI IMI fu alla fine del secolo ì jj scorso un androgino let1 i terato che scriveva racconti erotici firmandosi con l'ambiguo nom de piume Gyz-El d'Estoc. Non si sa quale fosse la sua reale identità. Vestiva da uomo ma aveva fattezze femminee, e sicuramente donna lo considerava Guy de Maupassant fra le cui coltri Gyz-El s'infilò. I due furono amanti, a lungo. Dei frequenti incontri di letto ci sono tracce nelle lettere di Maupassant agli amici. Egli amava vantarsi delle sue beltà. Non sapeva, non seppe mai, che dietro tanto ardore Gyz-El celava infida curiosità. Pare approfittasse dell'abbandono dello scrittore per spiare le sue perversioni, il nascere della sua follia, per sbirciare tra i suoi fogli. Annotava poi tutto in un quaderno bruciante, che chiamò con maligna ironia, Diario d'amore. II compromettente libretto, della cui esistenza i cultori del genere sapevano sin dagli Anni Ouaranta ma di cui si erano perse le tracce, ricompare adesso. Lo pubblicano le edizioni Arléa con un saggio biografico di Jacques-Louis Douchin, universitario autore di studi su Flaubert, George Sand e Maupassant. Convinto assertore, lui, dell'autenticità del sulfureo Cahier. Aveva 17 anni Gyz-El, ed era arrivata a Parigi da poco quan¬ do (fine dicembre 1880) venne a fatica soffocato una scandalo intorno a certi versi audaci di Maupassant, già autore all'epoca di Boule de suif. Attratta, Gyz-El gli scrisse una lettera oggi perduta in cui gli chiedeva di far conoscenza. Ne testimonia la risposta di Maupassant, giunta a noi: «Non ho animo sentimentale - volle metterla subito in guardia -. Sono un giovane semplice che vive come un orso. E però, signora, se davvero desiderate conoscere quest'orso, lui lascerà il suo antro al vostro richiamo e vi promette di rispettare le vostre volontà». La accolse di lì a qualche giorno nel suo appartamento della Rue Dulong, reso soffocante da mazzi su mazzi di tuberose. Tre ore in cui, mollemente allungati sulla celebre ottomana di Maupassant, nulla successe. «Voglio saperne di più», scrisse l'indomani Guy a Gyz-El. Seppe al secondo incontro. E subito si affrettò a raccontare l'avventura a Turgenev: «Mi ha svelato il suo volto e insieme le terga...». Il Cahier d'amour è fatto di brevi passi in ordine non cronologico. Dal 1881 va fino al 1893, anno della morte di Maupassant: Gyz-El tentò di andarlo a trovare a Passy nell'asilo per malati di mente del dottor Bianche. Voleva carpirgli ancora qualcosa. «Sì, sono fauno e lo sono dalla testa ai piedi. Amo la carne dei- le donne dello stesso amore che ho per l'erba, per i fiumi, e il mare», aveva scritto subito Maupassant a Gyz-El. «Tu, Guy, il vero fauno, non sai che ti sono sorella in desideri proibiti?», gli rispose Gyz-El. E nel diario: «Mai ho conosciuto un amante focoso come lui nell'ardore del piacere! E' il compagno magnifico delle mie feste carnali». Altrove: «Mi possiede selvaggiamente, con una sorta di odio». Una rabbia di disperazione, secondo Gyz-El, e reciproca: «Poiché la felicità mi è vietata - leggiamo - mi vendico con il piacere (...). Guy non saprà mai chi sono. In me ho più donne o meglio più esseri bizzarri, inquietanti. Ogni volta che mi carezza, scopre in me qualcuno di diverso. E', credo, ciò che lo attira in me». Spesso chiamano altre donne: «Ma non ho il sentimento di commettere atti contro natura», scrive Gyz-El. Assai di più la turbano stranezze fugaci di Guy: «Mi ha detto: "Ho appena finito di scrivere Horla. Tutti penseranno che sono pazzo!". E ha riso d'un riso strano, come incrinato». Un primo segno, poi ripetutamente confermato: «Ieri ho avuto la netta impressione che lo sguardo di Guy si fosse di colpo vuotato (...). Rendendosi conto del mio smarrimento, ha creduto opportuno dirmi: "Ali! Se avessi preso il tempo per vivere! Ma non rimpiango nulla. Chi può vantarsi di aver avuto la mia fortuna? Lo stesso Flau¬ bert, che è il più grande, non ha avuto neanche un quarto della mia fortuna. Solo vorrei sbarazzarmi una volta per tutte di questa stanchezza che mi prostra, del gusto di cenere che mi invade talora senza ragione"». E poco oltre: «Evado, fuggo, ho paura. Parole scarabocchiate più che scritte: le ho trovate su un foglio strappato da un vecchio taccuino (...). Dev'essere molto più malato di quanto non creda lui stesso». Gyz-El racconta i pensieri suicidi di Maupassant, i suoi sogni di autodistruzione. Li alterna a resoconti di amplessi sempre sfrenati, ma dominati da «immensa, indicibile tristezza». E continua a leggere le sue carte. «In margine alla pagina di un suo romanzo, ha scritto a matita: "Ho voluto uccidere la paura. Ho voluto contrariare la sorte che è incamminata. Ma può un uomo fissare appuntamento al destino?"». Da un altro foglio, Gyz-El copia: «Paesi misteriosi s'incrociano sulla sabbia. Vorrei separarmi da me stesso. Che la passione sia un annientamento assoluto». Poi la prima vera crisi: «Una sera a Sartrouville. E' allungato sul letto, immobile. Di colpo sento la sua voce sorda, a scatti, che attacca con violenza: è la terza volta che mi interrompe mentre lavoro. La prima volta aveva un viso vago e indifferente come se ne vedono nei sogni, simile al riflesso di un ritratto in uno specchio. Alla seconda visita questo fantasma che mi assomiglia più di un fratello mi è sembrato molto più reale (...). Ma solo alla terza visita ho capito quello che pensa davvero il mio doppio. E' furioso della mia presenza, mi odia, mi disprezza. E lo sai perché? Perché pretende di essere lui solo l'autore dei miei libri. E mi accusa di rubarglieli!». Si ricostruisce l'avanzare della follia sino all'internamento. Gyz-El non vedrà più Maupassant: «E' rimasto là dietro le sbarre (...). D'ora in poi potrò incontrarlo solo nei sogni, è là che si incontrano i trapassati». Sono le ultime parole del Cahier. Gyz-El d'Estoc sarebbe morta di lebbra a Nizza nel 1905. La vicenda del manoscritto diventa da allora fumosa: finito non si sa come in mano a un americano, ma prima non si sa da chi - pare un altro amante - copiato per intero. Riemerge oggi dalle carte di Pierre Borei, colui che nel '44 ne aveva reso nota l'esistenza. Nell'insieme, una storia che se non è vera è ben trovata. Primo omaggio, sui generis, per il centenario della morte di Maupassant. Gabriella Bosco Guy de Maupassant. Gyz-El chiese di conoscerlo, lui rispose: «Sono un giovane semplice che vive come un orso» Georg Grosz: «Senza imbarazzo». Di Gyz-El, Maupassant scrisse: «Mi ha svelato il suo volto e insieme le terga...» Firmava i libri come Gyz-El: fu amante dello scrittore e suo personale «vampiro»

Luoghi citati: Nizza, Parigi