Forbici sulla storia del cinema da Bunuel all'ultimo tango»

Forbici sulla storia del cinema da Bunuel all'ultimo tango» Forbici sulla storia del cinema da Bunuel all'ultimo tango» LO SCHERMO E LO SCANDALO LA proibizione in Gran Bretagna dell'«Arancia meccanica», il bellissimo film di Stanley Kubrick tratto dal romanzo omonimo di Anthony Burgess, non è che uno dei tanti episodi di intolleranza verso il cinema, e più in generale verso l'arte e la cultura, di cui è costellata la storia del nostro secolo. Un'intolleranza che si accanisce, non già contro la volgare pornografia o il cattivo gusto o la stupidità, ma contro l'intelligenza. Di qui il rigore censorio che ha colpito «Arancia meccanica», come prima aveva colpito molto altri film: opere non volgari né stupide, ma appunto ricche di intelligenza, artisticamente significative, importanti tappe della storia del cinema. Film che fanno discutere e magari sconvolgono, provocano, aggrediscono lo spettatore, ma proprio per questo sono viJ ve, stimolanti, poetiche. Si pensi al caso notissimo, per molti aspetti unico, di «Ultimo tango a Parigi» di Bernardo Bertolucci, solo di recente reimmesso nel circuito cinematografico italiano, dopo che una condanna l'aveva tolto dai nostri schermi e ne aveva ordinato la distruzione di tutte le copie esistenti. Quasi si fosse tornati al Medioevo, ai roghi nelle piazze, o - sessant'anni fa - alle fiamme che bruciarono i libri nella Germania di Hitler. Ma si pensi anche alla Francia democratica degli Anni Cinquanta e Sessanta, con il divieto di proiezione d'un film come «Orizzonti di gloria», ancora di Kubrick, accusato di aver denigrato gli alti comandi militari francesi durante la Prima guerra mondiale! O con la proibizione sul territorio nazionale d'un film francese, «Le petit soldat» di Jean-Luc Godard, reo d'aver affrontato in termini problematici la questione algerina. E fu proprio la Francia, fra i primi Stati democratici (il di¬ scorso sugli Stati totalitari è ovviamente fuori tema), a proibire il capolavoro di Luis Bunuel «L'àge d'or», che da allora - il 1930 - fu visto per un trentennio solo nei circoli del cinema. Un accanimento censorio che trovò pochi altri casi consimili (fino al film di Bertolucci). Ma l'elenco è ben più lungo e tocca un po' tutti i Paesi, in misura maggiore o minore. Il fatto è che, al di là dell'uso o dell'abuso della censura, che nel campo del cinema si è andata affermando a partire soprattutto dagli Anni Venti in tutto il mondo, il sequestro o addirittura la distruzione di un film non soltanto quindi il divieto ai minori o il taglio di questa o quella sequenza - costituisce un vero e proprio ritorno alla barbarie, a quel tipo di intolle- ranza che caratterizza le società autoritarie, antidemocratiche. Che dalla Gran Bretagna ci giunga oggi la notizia di questo ennesimo intervento censorio illiberale, è un brutto segno dei tempi, che dovrebbe preoccupare tutti coloro che hanno a cuore la libertà di pensiero e il libero dibattito delle idee. Gianni Rondolino Nelle immagini grandi, tre scene di film finiti nel mirino dei censori: sopra, «Salò Sade»; a destra, «Orizzonti di gloria» e, vicino al titolo, «Ultimo tango» Sotto, il regista Pier Paolo Pasolini. In basso ' a destra Luis Bunuel Nella Francia degli Anni 50 proibite le opere antimilitariste

Luoghi citati: Francia, Germania, Gran Bretagna, Parigi