Londra, «Arancia meccanica» resta out

Dal 1973 divieto di proiettare la pellicola. Finisce in tribunale la padrona di una sala che lo infrange Londra, «Arancia meccanica» resta out Dal 1973 divieto di proiettare la pellicola. Finisce in tribunale la padrona di una sala che lo infrange Si è instaurato un florido mercato clandestino di videocassette I sociologi: proibizione datata, in giro ci sono film più violenti LONDRA. «Arancia meccanica» compie vent'anni in un'aula di tribunale e riconferma di essere votato alla dannazione. Il film rischia di restare l'unico esempio di arte considerata socialmente pericolosa. In Inghilterra è impossibile vederlo dal 1973, anno in cui lo stesso regista, Stanley Kubrick, vi mise i sigilli e lo ritirò dalle sale cinematografiche, sconvolto dall'ondata di stupri di gruppo e omicidi ispirati alle nefande imprese dell'adolescente Alex e della sua gang. Per aver violato il divieto di proiettare la pellicola, Jane Giles, 29 anni, padrona di un cinema londinese d'essai, è finita davanti al giudice l'altro ieri. E' ben più di un qualunque caso di leso copyright. Un'intera generazione di inglesi non ha mai visto «Arancia meccanica», irreperibile nel Regno Unito anche in videocassetta. Sciami di ventenni e trentenni, cui la minore età impedì di vedere il film nei primi Anni Settanta, corrono a procurarsene copia all'estero. Il giro di importazioni clandestine pare ragguardevole. Proprio un esemplare pirata è la pietra dello scandalo di questi giorni. La copia proiettata al cinema Scala lo scorso aprile era il grazioso omaggio di un misterioso francese, si è difesa la signora Giles. «Un reato che assomiglia alla ricettazione», ha ribattuto l'«Associazione contro il furto dei diritti d'autore» per conto della Warner Brothers. Jeremy Cusans, ex proiezionista del cinema citato in giudizio, ha confessato alla corte che il film l'aveva fatta franca altre due volte, prima di cadere nelle maglie della Siae inglese. Ha sempre provocato tumulti, «Arancia meccanica»: quando arrivò sugli schermi britannici nel 1972 e quando ne fu interdetto. Anthony Burgess, autore del romanzo omonimo, bollò con un epigramma rovente il «pentimento» di Kubrick: «Non si può dare la colpa del peccato originale né al cinema né alla letteratura». E' come prendersela con Amleto ogni volta che un uomo uccide lo zio aggiunse lo scritto¬ re con sarcasmo. Il romanzo, uscito dieci anni prima del film, fu consacrato a cult-book quando i Rolling Stones ne acquistarono i diritti cinematografici con l'intento di assegnare a Mick Jagger il ruolo del delinquenziale protagonista. Kubrick ferì il nervo scoperto delle subculture giovanili urbane: per le strade di Londra capitava di imbattersi in bande di teppisti in tuta bianca, stivalacci e bombetta. Due crimini fra i tanti: una ragazza fu violentata nelle campagne del Lancashire da un gruppo di giovani che cantavano «Singing in the rain», mimando il terzo terribile episodio del film; un sedicenne massacrò a calci un barbone. Ma oggi, si chiedono tutti, ha ancora senso quest'ostracismo, dopo tutto il sangue che si vede scorrere sui grandi e piccoli schermi? «Ne dubito - dice Graham McCann, sociologo esperto di cultura popolare all'Università di Cambridge -. Quelle visioni stilizzate di violenza susciterebbero assai meno clamore oggi. Mi sembra molto più probabile invece che "Arancia meccanica" inquini l'ambiente che resta proibito. Poniamo che una banda di giovani se lo guardi in casa su una videocassetta pirata proveniente dall'America: il loro senso del gruppo ne uscirà rinforzato. Molto meglio che il film possa essere consumato da tutti». L'effetto mimetico del cinema sul comportamento del pubblico, ricorda McCann, non è mai stato dimostrato in modo convincente: «Temo che "Arancia meccanica" abbia soltanto fatto emergere una violenza che c'era già - osserva -. Lo choc dell'opera stava nella sua originalità. Quel film era troppo per la sua epoca e Kubrick ha avuto paura. Era un'opera visualmente colta e ha trovato imitatori». Certo che il nostro palato, oggi, è abituato a sapori ben più forti: quella violenza stilizzata ci è stata inoculata a dosi massicce, innanzitutto da Martin Scorsese e David Lynch. Per non parlare del sanguinolento «Reservoir dogs» dell'esordiente Quentin Tarantino, appena accolto con osannanti fanfare dalla critica inglese. «Lo spietato Joe Pesci è il personaggio più attraente di "Quei bravi ragazzi"; pensiamo poi a "Velluto blu", "Cuore selvaggio" e "Twin Peaks"». Ma forse il film è un caso a sé. La futuribile, raccapricciante Inghilterra di Burgess e Kubrick ha urticato i meno smaliziati. «La vera tristezza - commenta il "Times" - è che questa vicenda ci dice assai più cose sull'Inghilterra che su "Arancia meccanica"». Maria Chiara Bona zzi A sinistra, una scena di «Arancia meccanica». Sopra il regista del film Stanley Kubrick

Luoghi citati: America, Inghilterra, Londra, Regno Unito