«Lottizzare i tg non è reato»

I giornalisti Tv: spartite anche le nomine al Csm. Ma il loro leader sindacale non è d'accordo «Lottizzare i tg non è reato» //procuratore Mele archivia l'inchiesta I giornalisti Tv: spartite anche le nomine al Csm. Ma il loro leader sindacale non è d'accordo ROMA. «Senti da che pulpito...». Benché già avviata verso l'archiviazione, l'inchiesta sui tg lottizzati procura nuovi nemici alla magistratura. Si infuriano come al solito i politici, guidati dal combattivo Intini. Ma stavolta si arrabbiano anche i giornalisti televisivi. Non tutti, però: i socialisti si ribellano, i cattolici di sinistra si accodano, gli ex comunisti si barcamenano, in una sorta di lottizzazione degli stati d'animo. La schiera dei ribelli è guidata con un certo humour dal direttore socialista (meglio, martelliano) del Tg2, Alberto la Volpe. Il primo tele-giornalista ad essere sentito nei giorni scorsi dai giudici. «I magistrati italiani - dice sanno benissimo come avvengono le nomine all'interno del Csm. Quindi non si dovrebbero sorprendere più di tanto. Anzi, potremmo noi chiedere pareri a loro». Più o meno analoga la posizione del direttore social-berlusconiano del Tg5, Enrico Mentana: «Se esistesse il reato di lottizzazione, lo potrei contestare io al magistrato nel momento in cui lui lo contesta a me. Ma in realtà questo reato non esiste». Il procuratore della Repubblica Vittorio Mele la pensa come Mentana: quel reato non esiste. Ci si chiede allora perché la sua sostituta Emma D'Orto- na abbia aperto l'inchiesta. Mele spiega che l'indagine è scattata a causa di un esposto del Codecons, l'implacabile associazione dei consumatori e degli utenti, e che in ogni caso «il materiale raccolto è finito in una cartellina rossa sotto il titolo: atti non costituenti reato». Contro questa soluzione si erge il nuovo leader del sindacato giornalisti Rai, il democristiano di sinistra Giorgio Balzoni: «Per me gli estremi del reato ci sono. Se si assume una persona invece di un'altra solo per ragioni politiche, è evidente che qualcuno che magari ha maggiori diritti rimane senza lavoro. E questo fatto non può forse configurare un reato?». Non girate la domanda al direttore del Tg3 Sandro Curzi. Otterreste una risposta diplomaticamente vaga. Un colpo al cerchio: «L'iniziativa del magistrato è discutibile». E uno alla botte: «Voglio sperare che questo episodio permetta finalmente al Parlamento di fissare regole più certe su una problematica così delica¬ ta». Già, il povero Parlamento umiliato e offeso. In sua difesa si erge, tanto per cambiare, il portavoce socialista Ugo Intini: «Siamo un po' alla farsa e un po' alla tragedia. Questa è un'altra violazione delle competenze parlamentari, perché la vigilanza sull'informazione del servizio pubblico non spetta alla magistratura, ma alla apposita commissione», di cui il vicepresidente Intini chiede l'immediata convocazione, [m. g.] Il socialista Intini «Questa è un'altra violazione delle competenze del Parlamento Convocare subito la commissione di vigilanza» Bruno Vespa, ex direttore del Tg della prima Rete Rai Francesco Pionati «Cacciarono me e tutto il mio staff per mettere una persona di totale affidabilità, mentre io ero totalmente inaffidabile» Da sinistra: Enrico Manca e Biagio Agnes Giampaolo Sodano bacia Raffaella Carré Nella foto a sinistra: Luigi Locatelli, dirigente Rai a riposo, già direttore di Rai2

Luoghi citati: Rai2, Roma